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Cercansi disperatamente insegnanti: mancano 18.000 prof la metà sono di sostegno

Quest’anno la scuola non riesce a partire come dovrebbe:  settimana dopo settimana i nodi non si sbrogliano. Nel mio piccolo sto vivendo una situazione kafkiana. Nonostante mio figlio abbia, come suo diritto, a disposizione il pulmino del trasporto scolastico per disabili non può usufruirne completamente. Cioè il pulmino lo accompagna ma non lo riprende perché ancora la scuola non ha stabilito un orario definitivo. Lui insieme a tutti gli altri esce a mezzogiorno, il pulmino può avviare i motori solo a mezzogiorno e un quarto per essere di fronte ai cancelli della scuola a mezzogiorno e trenta e  quindi non c’è alternativa: tocca a noi andarlo a riprendere a mezzogiorno spaccato. A scuola poi non c’è traccia di insegnante di sostegno. Nè per lui nè per altri. Non si sa che fine hanno fatto,  sono evaporati con il caldo tropicale dell’estate oppure fuggiti all’estero. Il ragazzo è comunque nelle salde mani di valentissime assistenti e non sembra particolarmente preoccupato. Lui adora la scuola anche senza sostegno. Il problema è sentito anche altrove. Lo apprendo dal sito Orizzonte Scuola.it

AAA cercansi disperatamente insegnanti. Nelle scuole del Regno le cattedre vuote stanno creando grossi problemi. A farne le spese sono soprattutto le fasce più deboli ovvero gli alunni “speciali” che mai come questo avvio di anno scolastico sono abbandonati a se stessi. Sembra che, come riporta Orizzonte Scuola.it, mancano all’appello ancora oltre 18000 insegnanti, la metà dei quali per il sostegno. Ci sarebbero tantissimi docenti che dal sud Italia hanno rinunciato ad incarichi al nord . Attualmente l’unico modo per candidarsi sui posti vacanti e la messa a disposizione. I titoli di studio più richiesti sono le Lauree Scientifiche e le Lauree Umanistiche oltre ai diplomati con maturità magistrale, per i posti di sostegno ci si può candidare anche senza abilitazione. Evviva!

Cominciano le convocazioni da parte degli Uffici Scolastici Provinciali per le supplenze fino al termine delle attività didattiche o annuali.

La domanda di messa a disposizione, quindi, è lo strumento che permette agli aspiranti docenti e a tutti coloro che ambiscono a lavorare all’interno della scuola di farsi conoscere dai Dirigenti Scolastici degli istituti di una o più province inviando la propria candidatura anche a centinaia di istituti in tutta Italia.

Inviare la messa a disposizione è consigliabile perché le scuole sono sempre alla ricerca di supplenti; infatti come in questo periodo , le graduatorie non sono sufficienti a coprire tutte le necessità; allora il Dirigente Scolastico si appellerà a tutte le candidature spontanee giunte con la messa a disposizione, questo e proprio un ottimo periodo per candidarsi e ottenere un incarico di supplenza.

A denunciare il caos nelle scuole c’è anche la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish) che sottolinea le “molte disfunzioni e disagi nell’assegnazione di insegnanti di sostegno, nell’assenza di trasporto, nella carenza di servizi di assistenza educativa e personale.”

Insomma la lunga riflessione attorno alla Buona Scuola non avrebbe portato ai risultati sperati. Le responsabilità non sarebbero da attribuire soltanto al Miur ma anche agli Enti locali. Per la Fish a rischio non ci sono solo i ritardi nell’attribuzione degli insegnanti di sostegno, dell’assistenza e dei trasporti, ma la qualità dell’intero processo di inclusione.

La scuola – conclude la Fish – non deve essere un parcheggio per gli alunni con disabilità, né occasione di nuove forme di isolamento o confinamento o di aule speciali.

 

 

 

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