Cosa fare

La mamma di Alessio: la scuola ignora le famiglie e le priorità degli autistici

Riceviamo e pubblichiamo una lettera dell’amica Roberta Petrungaro, mamma di Alessio,  un simpatico ragazzo autistico di 15 anni amico dei nostri figli da quando erano bambini. L’argomento è ancora una volta le difficoltà di comunicazione tra la scuola e la famiglia ma soprattutto la non adeguata preparazione del personale scolastico e la scarsa conoscenza sull’autismo che ahimè si continua a registrare nonostante, come già ripetuto tante volte, la crescita esponenziale degli alunni con sindrome autistica nelle scuole, dove questi bambini e ragazzi passano molte ore della loro giornata. 

Si parla spesso di scuola ,anzi,di buona scuola e teoricamente, TUTTI ma proprio TUTTI gli “addetti ai lavori”concordano nel mettere al primo posto il ragazzo/a con disabilità.

Teoricamente perché invece, succede il contrario! Se poi il ragazzo in questione non è verbale, non si tiene conto neanche della famiglia che lo gestisce in tutto e per tutto. Alessio, mio figlio frequenta il terzo anno al liceo artistico G. C. Argan di Roma. Dopo il primo anno di discussioni varie, a gennaio 2017 ho chiesto alla responsabile degli insegnanti di sostegno di poter cambiare la sua prof.ssa di sostegno perché ritengo che tra la famiglia di un ragazzo con autismo e le persone che in genere lo gestiscono, fuori dal contesto familiare, ci debba essere DIALOGO,COLLABORAZIONE,FIDUCIA,SINERGIA.

Tutto questo non esisteva nonostante GLH, INCONTRI ecc. A parole appunto…comunque le rassicurazioni che a settembre sarebbero cambiate le cose mi facevano stare tranquilla.

Invece ad anno iniziato, con totale indifferenza, è stato confermato l’insegnante di sostegno, l’Assistente di Alessio è stato spostato nonostante l’ottimo e difficile lavoro svolto, Alessio è stato inserito in una classe con indirizzo diverso da quello richiesto dalla famiglia, con solo 2 compagne della vecchia classe e infine perdendo ben tre ore di laboratorio, materia importante per il tipo di disabilità di mio figlio. perchè  proprio quel giorno(fatalità!!!) ha un progetto e non va a scuola. Ah dimenticavo, la classe di Alessio è formata da 15 studenti tra cui 2 ragazzi con autismo. Si poteva fare meglio??? Penso  di sì.

Stamattina ore 6,15 Alessio già sveglio da un pezzo…comincio a prepararlo psicologicamente e materialmente per andare a scuola, preparo la colazione, mi occupo della sua igiene personale, lo vesto, guarda i suoi cartoni e… ecco il pulmino che lo porterà a scuola!! Tranquillamente prende il suo zaino e va! Come da circa 5 anni tra medie e liceo!!! Ore 7,57, l’insegnante di sostegno chiama e mi dice che Alessio è sceso dal pulmino (dopo aver dato 2 testate al vetro) particolarmente nervoso! Ora mi aspetto anche una qualsiasi supposizione dei motivi che possano aver scatenato tutto questo ma no, non ci sono! Quindi Alessio è improvvisamente impazzito…Chiamo l’assistente del pulmino e di fronte a tutti i dubbi di un percorso diverso dalle altre mattine (più traffico, confusione nel pulmino insomma eventuali problemi sensoriali) mi dice che Alessio è stato tranquillo e ha avuto quel comportamento appena arrivati a scuola…forse comincia a capire che non avrà più i suoi punti di riferimento? Forse comincia a capire che dovrà affrontare un nuovo anno facendo fatica a relazionarsi con nuove situazioni? Ma già io sono solo un genitore, che posso capire di queste cose!!! Largo ai professionisti del settore che quando subentra un atteggiamento problematico chiamano i genitori cosi forse se lo vengono a prendere!!!

Roberta Petrungaro                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

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