Sos Autismo dai neuropsichiatri: la Regione Veneto vuole riabilitare le madri frigorifero
Un grido d’allarme sulle nuove linee guida della riorganizzazione delle Unità Sanitarie locali messa in atto dalla Regione Veneto arriva dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) in quanto con la fusione delle Aziende ULSS in 9 strutture si arriverà “al declassamento di tutte le Unità operative complesse di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Unità Semplici” rendendole di fatto “sotto componenti organizzative delle Unità operative complesse Infanzia, Adolescenza e Famiglia” mettendo così in crisi l’assistenza a 55mila bambini e famiglie.
“Si tratta di un passo indietro culturale di 40 anni, quando i disturbi neuropsichici dell’età evolutiva erano considerati disturbi esclusivamente psicosociali e si credeva che l’autismo fosse causato dalle madri frigorifero, la dislessia e i deficit di attenzione da conflitti emotivi e così via” scrivono Antonella Costantino presidente SINPIA e Roberto Tombolato segretario regionale Veneto SINPIA “Inoltre la nuova struttura organizzativa è incompatibile con quanto è necessario per garantire interventi sanitari efficaci per i bambini e le famiglie, poiché non permette il mantenimento della indispensabile multidisciplinarietà, spezzetta gli operatori tra diversi servizi (servizi di NPIA, servizi età evolutiva, servizi disabilità…) e obbliga per l’ennesima volta le famiglie a fare da collante di percorsi di cura sempre più frammentati”.
In pratica si vorrebbero azzerare una politica d’interventi sanitari che ha dato e sta dando frutti positivi proprio grazie al coordinamento e a un lavoro sinergico di un’équipe con competenze multi professionali altamente specialistiche, con formazioni specifich in continuo aggiornamento in base alle nuove evidenze scientifiche. L’équipe si compone di neuropsichiatri infantili, psicologi dell’età evolutiva, fisioterapisti, terapisti della neuro psicomotricità dell’età evolutiva, logopedisti, educatori, infermieri, assistenti sociali, che condividano lo stesso modello di riferimento, formazione e priorità.
La denuncia diventa ancora più grave se si considera che i disturbi neuropsichici dell’età evolutiva sono tra i più diffusi nell’infanzia, ma assai poco considerati. Causati da un intreccio di fattori neurobiologici, genetici e ambientali e colpiscono un bambino su cinque, con disturbi molto diversi tra loro: autismo, epilessia, depressione, disturbo del linguaggio, dislessia, disabilità intellettiva, dalle paralisi cerebrali infantili ai disturbi della condotta, dalle malattie neurodegenerative all’anoressia e molte altre. Sono tra le maggiori cause di disabilità e di istituzionalizzazione in età adulta
Rappresentano un’area cruciale per la salute pubblica, perché includono una quota rilevante di disturbi cronici, invalidanti, che determinano gravi conseguenze sulla vita dei bambini e delle famiglie e sono tra le maggiori cause di disabilità e istituzionalizzazione in età adulta, con costi sociali ed economici rilevanti. Perché impedire, allora, che queste persone possano usufruire di interventi efficaci per loro in modo da pesare meno sulle famiglie, sulla società e sul sistema sanitario nazionale?
In meno di dieci anni sono raddoppia gli utenti dei sevizi di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza (NPIA). Dicono Costantino e Tombolato che “in nessuna altra area della medicina si è assistito ad un aumento degli accessi ai servizi così rilevante”. Due volte superiore rispetto a una delle più comuni patologie pediatriche, l’asma infantile; quattro volte superiore a quella dei servizi di salute mentale adulti; otto volte superiore a quella dei servizi per le dipendenze patologiche; 20 volte superiore a quella dell’area psicologica dei consultori. Ciononostante, solo 1 utente su 3 riesce ad avere le risposte diagnostiche e terapeutiche di cui ha necessità.
Nonostante la NPIA resta la Cenerentola dei servizi sanitari “per la nota scarsità di investimenti”. Eppure qualcosa si muove, la situazione descritta ad essere percepita in molte regioni italiane che considerano prioritaria l’area dei disturbi neuropsichici dell’età evolutiva. Anche a livello nazionale e sono state varate o sono in corso di approvazione misure ad hoc, sui singoli disturbi o sul sistema dei servizi nel suo complesso. Sono state approvate leggi regionali e nazionali nonché importanti documenti di intesa in Conferenza Unificata, tra cui il Piano d’Azione Nazionale Salute Mentale. Più recentemente è stato attivato un tavolo Stato-Regioni specifico sui disturbi NPIA, che sta concludendo la stesura di linee di indirizzo nazionali. Sono piccoli passi ed è per questo che non è il momento di fare pericolose marce indietro.