Una rivoluzione nel mondo dell’autismo? Ma è la solita favola della comunicazione facilitata…
Ci stanno scrivendo in parecchi indicandoci la recensione di un libro annunciato come: “Una rivoluzione nel mondo dell’autismo: parole shock rivelano una realtà sconosciuta!” Se il titolo non avesse creato apprensione e curiosità nei nostri lettori avremmo volentieri fatto finta di nulla, per umana comprensione, ma visto che questo potrebbe ancora una volta indurre famiglie, soprattutto quelle non informate sui trattamenti utili per i propri autistici, a cadere nell’inganno della comunicazione facilitata, ribadiamo un concetto più volte qui espresso. La storia raccontata in questo libro ripete il copione oramai usurato dell’autistico non verbale che riesce improvvisamente a rivelare un pensiero articolato ed elaborato grazie al miracoloso intervento di un facilitatore che lo aiuta a scrivere attraverso una tastiera.
IL DIRITTO DI ESSERE AUTISTICI SENZA UNA MANO SULLA SPALLA
Tranquilli niente a che vedere con “Un fulmine, una spada che squarcia la roccia di tante convinzioni. Un tuono davvero ridondante per tutti coloro che conoscono da tempo il mondo dell’autismo.” Quella di Manuel Sirianni è una storia che non si differenzia dalle tante altre scritte attraverso la mediazione della scrittura facilitata, che è una delle trappole più vischiose in cui può cadere un genitore di autistico. Improvvisamente un ragazzo non verbale e con evidenti limiti cognitivi diventa un fine pensatore, capace di esprimersi con linguaggio complesso e che grazie alla tastiera di un pc inizia finalmente a comunicare diventando un quasi poeta:
“Non parlare vuol dire essere anime imprigionate nel proprio pensiero. Non significa non capire, ma al contrario capire più degli altri e non poterlo urlare”.
C’è in più in questo libro un palese messaggio di sfiducia verso l’approccio “evidence based” nei trattamenti per l’autismo. Anche Manuel sembra ripetere come fosse un mantra l’accusa base di tutta la “fantasupercazzolaguarisciautistici” alle terapie di tipo comportamentale, che secondo “gli alternativi” tratterebbero gli autistici come animali da addestrare:
Ciò che Manuel ricorda come una ferita indelebile è il ricovero di 15 giorni in una struttura specializzata insieme alla mamma, subìto per “capire qualcosa in più circa la mia testa… (…) ne sono uscito distrutto, con una diagnosi di ritardo mentale… Che LUMINARI!!! Sapete perché hanno avuto quest’intuizione geniale? Perché non rispondevo prontamente alle loro sazie assurde richieste, come fossi un animale da addestrare, ma, al contrario, usavo la volontà per decidere se era il caso o meno di eseguire gli ordini… (…) il peso di quella prigionia di quindici giorni me lo porto ancora oggi dietro, al punto che mi è rimasta la fobia delle porte ad apertura metallica tipo reparto di ospedale. Ricordo ancora volti, situazioni, solari medici che mi guardavano con aria molto fiduciosa…(chiaramente sono ironico…), continui e dolorosi prelievi del sangue, e ancora la tristezza di non poter uscire con papà la sera ma doverlo lasciar andar via per restare…in prigione. E tutto questo lo scontavo senza aver commesso reato, ma con la sola colpa di non riuscire a parlare e… a farmi addestrare…come voleva il mondo…
Un centro di diagnosi specializzato quindi diventa una sorta di lager o luogo di tortura, il messaggio è quantomai fuorviante, sarebbe veramente un passo indietro se si alimentasse la sfiducia per il rigore scientifico in nome di una superstizione quasi “magica”, come altrimenti definire il concetto di un individuo nascosto in un sorta di cella interiore che tutto vede e capisce, ma si manifesta solo grazie a un signore che gli tiene la mano sulla spalla e lo usa come un mouse per scrivere poemi. Quando magari nella vita reale non riesce a scrivere nemmeno il suo nome.
Anche la presenza di un sentimento religioso, quasi mistico, risulta difficile a immaginarlo in un autistico a basso funzionamento, in cui dovrebbe essere presente anche la concezione del metafisico, : “Se non avessi dato la mia vita in mano a Gesù, sarei da legare per follia, mentre Lui mi preserva la mente e mi dà la forza per andare avanti e sperare che qualcosa nella mia esistenza possa cambiare”. Su questo ultimo concetto però non riteniamo corretto obiettare, entriamo nell’ambito di un atto di fede che in sè è inoppugnabile e inconfutabile con argomentazioni razionali. E’ lecito credere ai miracoli della fede, ma che possano guarire gli autistici non è stato al momento riferito.
Una rivoluzione nel mondo dell’autismo: parole shock rivelano una realtà sconosciuta
ECCO MANUEL CHE SCRIVE CON IL FACILITATORE ALLE SPALLE
Un video di presentazione del libro. Manuel scrive con una persona alle sue spalle che gli tiene la mano sulla spalla e lo “facilita” nella scrittura. Non manca un prete (Manuel naturalmente scrive frasi su Gesù…) Non manca uno psichiatra… Cioè un clinico che dovrebbe parlare in termini di evidenza scientifica…Ma dice “E’ lui a comunicare in una società che urla e non comunica…”
Dottore ci faccia il piacere!!!
Il computer è collegato a uno schermo in cui il pubblico possa seguire dal vivo “il prodigio”.
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