Qualcosa sta radicalmente cambiando riguardo la cultura per l’autismo in Italia, se me lo avessero detto qualche anno fa non l’avrei creduto, ma tra poco sosterrà l’esame di stato per diventare giornalista professionista una collega che ha appena discusso la sua tesi sull’autismo. Avremo presto quindi la prima giornalista in Italia che ha scelto di specializzarsi sul tema, a noi caro, della neurodiversità.
Roberta Sias è una giovane praticante giornalista cagliaritana, timidamente mesi fa mi aveva telefonato, mi chiedeva qualche punto di riferimento perché voleva scrivere la tesi sulle problematiche dell’autismo. Si era diplomata presso la Scuola di Giornalismo “Massimo Baldini” alla Luiss e mi sembrava una coincidenza felice che, proprio in quell’università, da un paio d’anni noi stessimo sperimentando
“Autistici&Giardinieri” , uno dei progetti più all’avanguardia sull’inclusione professionale e sociale di soggetti con autismo, voluto e sostenuto con entusiasmo dal direttore Giovanni Lo Storto.
E’ iniziata così una stretta frequentazione tra Roberta e le persone che con noi lavorano, ogni giorno, a vari progetti. La nostra praticante ha conosciuto e intervistato operatori, educatori, giardinieri, psicologi, neuropsichiatri. Ha avuto modo di vedere e interagire con ragazzi autistici, con i loro genitori, con le persone che dedicano il loro tempo a renderli più autonomi possibile. Oltre prendere appunti Roberta filmava, la sua prova comprendeva anche un contributo video, che ha realizzato e montato e che rendiamo anche qui disponibile.
Ecco arrivato quindi il grande giorno della discussione, che è avvenuta il 5 dicembre presso la Sala delle Colonne alla Luiss, in via Pola 12. Davanti alla Commissione di laurea della Scuola di Giornalismo Roberta ha discusso la sua tesi e mostrato il suo video. In Commissione il Direttore Roberto Cotroneo con Barbara Principato, giornalista Ansa, Gianni Lucarini tutor della scuola di Giornalismo e mio antico collega al Giornale Radio Rai, dai primi tempi pionieristici in cui eravamo in tre quattro persone in tutta l’Azienda a lavorare su Internet. Poi Marco Ansaldo giornalista di Repubblica e Filippo Ceccarelli, altro nostro grande amico, cui feci vedere in anteprima
“Tommy e gli altri“ un anno fa.
La tesi di Roberta Sias è un lavoro molto interessante, soprattutto è realizzato con scrupolo e perfetta attinenza alle evidenze scientifiche, riguardo diagnosi e terapie. Le 45 pagine di “Autismo, oltre il silenzio. Tra ricerca e inclusione” dovrebbero diventare materiale utile alla formazione di altri giornalisti che vogliano avere strumenti culturali corretti per fornire punti di orientamento corretti, a contrasto della folle deriva sciamanica che, attualmente, sta seguendo il tema della neurodiversità. E’ più che mai importante avere dei mediatori d’informazione preparati correttamente su questi temi, soprattutto in un momento storico come questo in cui la vulgata, che il medio analfabeta funzionale posta nei social, diventa per molte famiglie con autistici a carico una verità da contrapporre a medici e scienziati.
IL VIDEO DI ROBERTA SIAS PRESENTATO DURANTE LA DISCUSSIONE DELLA TESI
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Aggiornamento ore 17.35:
(ANSA) – ROMA, 6 DIC – Si può superare il muro del silenzio che talvolta caratterizza una patologia come l’autismo, scoprendo che oltre c’è tanto che le persone con questa condizione possono offrire. Parola di Roberta Sias, cagliaritana di 24 anni, che si appresta a diventare la prima giornalista professionista in Italia ‘esperta’ in autismo. Ha infatti discusso una tesi della scuola di giornalismo dell’Università Luiss dal titolo “Autismo, oltre il silenzio. Tra ricerca e inclusione” ottenendo 110 e lode e tra breve sosterrà l’esame di stato per diventare una giornalista professionista. La tesi affronta questa patologia sia dal punto di vista scientifico che raccontando storie di ragazzi e persone con questa condizione. Roberta è venuta in contatto col progetto Autistici e giardinieri, patrocinato dal Miur e che proprio in collaborazione con la Luiss vede al centro l’ortoterapia, lo stare in diretto contatto con la natura (per la semina e la raccolta dell’insalata ad esempio) che contribuisce a migliorare l’abilità del linguaggio e l’autonomia. Un progetto fortemente anche voluto dal giornalista e scrittore Gianluca Nicoletti, che vi ha coinvolto anche suo figlio Tommy, quasi 19 anni, autistico. “Ho affrontato l’autismo anche attraverso chi lo vive – spiega Roberta – è importante dare il dato scientifico, ma non asettico. Sull’autismo c’è ancora un problema, un pregiudizio che si può superare attraverso la rete sociale, l’inclusione. Ho affrontato con molta empatia il mio viaggio attraverso il mondo autistico, che è un’inchiesta su nuove frontiere, terapie, ma anche per esempio su attività come lo sport”. (ANSA).