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Cervelli ribelli in biblioteca a Marsciano


Quando ero bambina mi commuovevano i film di Natale, non i cosiddetti cinepanettoni, ma quelli nei quali si realizzavano dei piccoli miracoli, quando ormai la speranza del protagonista era ridotta al lumicino. Penso a “La vita è meravigliosa” di Frank Capra che avrò visto diverse volte, a epoche diverse della mia esistenza, e che è sempre stato capace di infondermi speranza.

Dare l’avvio a laboratori di disegno per persone con disturbi cognitivo-relazionali, che non fossero le solite esperienze di “arteterapia”, è stato rivoluzionario proprio nel considerare queste persone in grado di apprendere tecniche grafiche e poterle poi usare per raccontare la realtà. La semplice, e per niente banale, lezione di disegno deve rappresentare un altro modo per comunicare, concetto che sembra ovvio quando si parla di persone, ma che diventa una chimera per chi ha un ritardo mentale. Vengono automaticamente escluse dall’arte scordando l’universalità del suo linguaggio.

Svolgere questi laboratori all’interno di strutture pubbliche, come la Biblioteca Comunale di Marsciano, è un altro atto rivoluzionario. Mi piace la contaminazione degli spazi, adoro uscire dagli schemi che tendono a rinchiudere e isolare più che a includere.

Scoprire in alcuni di loro quel quid che li porterà ad essere dei veri artisti e avere il riconoscimento generale del loro talento, non è stato sconvolgente. Lo sapevo, bisognava solo cercare e favorire l’innata predisposizione.

ARTE È VITA: AIUTA A CREARE DUE LABORATORI DI DISEGNO PER LE PERSONE CON DISAGI MENTALI

Non ero invece pronta al piccolo miracolo di Natale quando S., una giovane donna con ritardo mentale, ha chiesto di avere la tessera della biblioteca come segno di appartenenza alla comunità, per poter prendere in prestito i libri su Joan Mirò, pittore con il quale sente una profonda affinità.

Ammetto di essermi commossa nel vederla, felice, rigirare tra le mani la tessera con il suo nome, documento che le permetterà di entrare in tutte le biblioteche dell’Umbria e di essere riconosciuta come persona.

Gabriella La Rovere


Redazione

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