Insegnante di sostegno insulta e picchia un autistico di 7 anni. L’avremmo saputo se non ci fossero state le telecamere nascoste?
Un’insegnante di sostegno è stata sospesa a Polistena perchè insultava e picchiava un bambino autistico di sette anni. Anche questa volta se non ci fossero state delle telecamere nascoste a documentare l’episodio nessuno se ne sarebbe accorto, se non i genitori che avevano notato l’angoscia del bambino. Dove sono finiti tutti i discorsi fatti negli ultimi anni sulla necessità di una qualifica professionale specifica per chi a scuola deve gestire persone neurodiversità? Continuiamo a nasconderci dietro la solita leggendaria frase: “abbiamo una legge sull’inclusione scolastica che tutto il mondo ci invidia…” Può essere ma per noi autistici resta l’impressione che questa legge sia tuttora lettera morta. Nessuno alzi gli scudi e ci venga a parlare delle “solite mele marce”, gli autistici non sono soli, almeno in questo…Giorni fa a Susa è stata arrestata una maestra d’asilo perchè picchiava un bambino, sempre negli stessi giorni a Oristano hanno scoperto un ospizio dell’orrore con anziani vessati, insultati, picchiati. Tutto questo lo sappiamo sempre e solo grazie a telecamere nascoste, mai nessuno che dica o denunci altrimenti che il nostro non sia un paese per categorie deboli.
Ora vi dirò perchè parlo solo di autistici
In data 24 gennaio 2018 è stata eseguita nei confronti di F.C., insegnante di sostegno presso l’istituto comprensivo “Brogna” di Polistena, la misura cautelare interdittiva della sospensione del servizio per la durata di dodici mesi, emessa dal Gip presso il Tribunale di Palmi, d.ssa Barbara Borelli, su richiesta avanzata dal Pm titolare del procedimento, d.ssa Anna Pensabene. L’insegnante risulta indagata in ordine al reato p. e p. dall’articolo 572 c.p. perché attraverso continue, perduranti e reiterate vessazioni di ordine psicologico e fisico, consistite in ripetute imprecazioni, rimproveri, minacce e vere e proprie violenze fisiche e psiche, ripetutamente poste in essere nei confronti del minore, R.C., di sette anni ed affetto da disturbo dello spettro autistico moderato, lo maltrattava, con ciò ponendo in essere una condotta abituale estrinsecatasi in più azioni che, seppur realizzate in momenti successivi, sono risultate collegate da un nesso di abitualità e avvinte nel loro svolgimento dall’unica intenzione criminosa di ledere l’integrità psicologica, morale e fisica dell’alunno, a tal punto da indurlo ad un persistente stato di soggezione, paura e disagio psico-fisico e tale da cagionare allo stesso sofferenze e umiliazioni, da rendere particolarmente dolorosa, e quasi del tutto impossibile, la frequentazione della scuola. Le indagini, delegate alla sezione di Polizia Giudiziaria-Centrale Aliquota Polizia di Stato in sede che ha anche eseguito il provvedimento, sono scaturite dalla denuncia presentata presso la Procura della Repubblica di Palmi dal padre del minore poiché il figlio gli aveva esternato di essere stato percosso ed aggredito verbalmente dall’insegnante di sostegno; sono state, quindi, raccolte informazioni dalle persone a conoscenza dei fatti e contestualmente è stata avviata attività tecnica di intercettazione tra presenti ed attività di videoripresa all’interno dell’aula dove si svolgevano le lezioni del bambino. L’attività ha consentito di confermare pienamente quanto appreso dai genitori del minore; in particolare le riprese video hanno dimostrato in maniera inconfutabile come in più occasioni l’insegnante di sostegno abbia adottato comportamenti aggressivi e prevaricatori nei confronti dell’alunno, colpendolo con schiaffi e pugni in testa nonché interloquendo con lo stesso usando un tono aggressivo e minaccioso. Il bambino reagiva chiudendosi in se stesso e isolandosi, assumendo un atteggiamento quasi di difesa portando frequentemente le mani alle orecchie. |
Aggiornamento ore 23.00
MALTRATTAMENTI BAMBINO AUTISTICO :senza risposta degli interrogativi.
La vicenda del bambino autistico di Polistena maltrattato dalla maestra lascia senza risposta degli interrogativi che, come Associazioni Adda e Comma 3, non possiamo non porci e definire inquietanti.
In primo luogo, com’è possibile che i maltrattamenti siano stati posti in essere da parte della maestra senza che altri operatori scolastici -dai collaboratori ai docenti alla stessa dirigente- avessero modo di intervenire per impedire il reiterarsi di fatti gravi ed inqualificabili;
non è ammissibile, in secondo luogo, che il fatto sia stato portato a conoscenza della magistratura saltando a piè pari le autorità scolastiche, che sarebbero state, così, informate da terzi di quanto successo nella scuola posta sotto la loro responsabilità.
Nella dinamica che si può evincere dalle notizie diffuse dagli organi di stampa la vicenda non si può che definire surreale. Come ADDA e Comma 3 siamo determinati a difendere le ragioni ed i diritti dei ragazzi disabili in ogni sede, per cui annunciamo la decisione di costituirci parte civile in un prossimo, eventuale processo.
Vito Crea Presidente ADDA
Simona Coluccio-Presidente Comma 3
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