Diagnosi precoce: per scoprire l’autismo basterà fare un esame del sangue e delle urine
L’ultima chicca scientifica arriva dal sito web Wired ed è una sorta di diagnosi precoce sull’autismo quasi fai-da-te. Emerge da alcuni articoli apparsi on line sulla possibilità di diagnosticare precocemente l’autismo, con un semplice esame del sangue e delle urine.
A orientarsi verso questa direzione è stato il team di ricercatori dell’Università di Warwick che, in collaborazione con l’Università di Bologna, ha pubblicato su Molecular Autism la notizia dell’esistenza di un test del sangue e delle urine in grado di rilevare in maniera rapida l’autismo nei bambini: per farlo i ricercatori avrebbero confrontato test di bambini con e senza il disturbo dello spettro autistico, trovando livelli più elevati di danni proteici in quelli con sindrome autistica. Spiegano gli studiosi che questo nuovo test biologico potrebbe aiutare a diagnosticare precocemente la condizione: finora, infatti, rilevare l’autismo è molto difficile, soprattutto nelle prime fasi dello sviluppo (solitamente non viene diagnosticato prima dei due anni), e la diagnosi è svolta con valutazioni comportamentali da parte dei medici.
Per sviluppare questo nuovo esame, i ricercatori hanno cercato differenze chimiche nel sangue e nelle urine di 38 bambini autistici e 31 bambini senza la condizione, tutti di età compresa tra i 5 e i 12 anni.
Dalle analisi è emerso che nei bambini con autismo i livelli di danni alle proteine erano più elevati nel plasma sanguigno: per la precisione, i livelli elevati riguardavano un marker di stress ossidativo (dityrosine) e alcuni composti modificati dello zucchero, chiamati prodotti di glicazione avanzata (Age). “Il test potrebbe essere utilizzato dai medici per diagnosticare l’autismo molto prima nell’infanzia, rilevando questi marcatori”, ha detto alla Bbc l’autrice dello studio Naila Rabbani. Il prossimo passo sarà quello di replicare le scoperte dello studio in altri gruppi di bambini. “Tutto ciò che dobbiamo fare ora è ripetere lo studio. Il prossimo passo, infatti, sarà la riprova in un campione molto più ampio”, precisa l’autrice.
La teoria non convince però tanti suoi colleghi. Le perplessità riguardano la validità del nuovo esame. “Questo studio potrebbe fornirci indizi sul perché le persone autistiche sono diverse ma non fornisce un nuovo metodo per la diagnosi”, spiega James Cusack, direttore scientifico dell’ente britannico di ricerca sull’autismo, Autistica. “Non sappiamo se questa tecnica potrà rilevare la differenza tra autismo, Adhd, ansia o altre condizioni simili. Lo studio ha anche riguardato solo un piccolo gruppo di persone. Il modo migliore per diagnosticare l’autismo è ancora attraverso l’intervista clinica e l’osservazione”.