Una madre racconta: quella volta che Gabriella Lesmo voleva convincermi che avrebbe guarito mio figlio autistico con diete e chelazioni
La madre di un bambino autistico ha scritto un post sul suo profilo Facebook con l’intenzione di divulgare una sua storia. Volentieri contribuiamo alla diffusione di quanto racconta. A scrivere è Francesca Debernardi, chimico farmaceutico e vicepresidente dell’ANGSA Novara-Vercelli, nel suo post racconta con chiarezza e competenza la sua “disavventura terapeutica”. Mal consigliata, come spesso accade, un giorno ha portato il suo bambino ad essere visitato dalla (ex) dottoressa Gabriella Lesmo, nota profetessa del fantautismo.
Gabriella Lesmo è una dei punti di riferimento di genitori e associazioni no-vax. E’ stata giorni fa radiata dall’Ordine dei Medici. Anche se meno nota di personaggi come Roberto Gava e Dario Miedico (a loro volta radiati), la Lesmo – vive e lavora in Svizzera. – Iscritta all’albo milanese ma da tempo attiva a Bellinzona, la Lesmo metteva in correlazione autismo e vaccini. La Federazione Nazionale dei Medici l’ha segnalata all’Ordine milanese che nel 2017 ha aperto una procedura.
(Leggi tutta la storia di Gabriella Lesmo su Next Quotidiano)
Come Francesca, chimica farmaceutica, si è accorta che la dottoressa le stava proponendo una bufala per “guarire” il figlio autistico con diete e chelazioni
Scrivo questo post e lo rendo pubblico perché spero che venga letto dal maggior numero di persone possibile, ma soprattutto perché spero che venga letto da genitori che da poco abbiano avuto la diagnosi di autismo per il loro bambino. So che sarà lungo, ma vi chiedo di arrivare fino in fondo.
All’inizio del mio percorso, dopo aver scoperto quali erano i problemi di Federico e prima di essere presi in carico presso il nostro Centro per l’Autismo, ho sentito e letto ogni genere di teoria riguardante cause e possibili cure per questo disturbo dello sviluppo.
Mal consigliata, e sottolineo, mal consigliata, portai Federico a fare una visita dalla dottoressa protagonista di questo articolo.
La dottoressa sosteneva una teoria secondo la quale il problema dell’autismo avesse origine da una possibile intossicazione da parte dei metalli pesanti (es: mercurio, piombo, ecc.) dovuta a cause di origine alimentare e ambientale. Teoria non completamente scorretta, ma sostenuta da modalità di intervento più che discutibili.
Innanzitutto, senza chiedersi se mio figlio avesse mai avuto problematiche di natura intestinale, mi disse che avrei dovuto stravolgere completamente la sua alimentazione eliminando glutine e caseina e utilizzando per la sua alimentazione solo costosissimi prodotti di alcune ditte consigliate da lei, di cui il suo studio era pieno di campioni gratuiti.
Mi disse poi che era necessario un prelievo di sangue dal quale si sarebbe evidenziato il contenuto dei metalli pesanti presenti nell’organismo di mio figlio, in particolare quelli accumulati nei tessuti molli come il cervello. Ma come può un esame del sangue circolante rilevare un contenuto presente in un tessuto o in un organo? Non è forse la biopsia l’unico esame che rileva questo dato? Ma non è tutto. L’analisi così particolare da lei richiesta poteva essere effettuata soltanto da un laboratorio negli Stati Uniti, per la modica cifra di 350€, ma potevamo stare tranquilli, perché lei si sarebbe preoccupata di prelievo e spedizione…
Una volta rilevato questo contenuto di metalli pesanti, che lei ovviamente era certa che sarebbe stato presente, lo step successivo sarebbe stato quello di “chelare” il bambino ogni 15 giorni. La chelazione è un procedimento che consiste nell’attaccare il bambino ad una flebo e introdurre nel sangue una sostanza chelante, cioè una sostanza che cattura i metalli.
Peccato che la dottoressa non sapesse di trovarsi davanti un chimico farmaceutico e che quindi la prima obiezione che io feci fu quella secondo cui questa sostanza non è selettiva, ossia non è in grado di distinguere tra metalli buoni (calcio, magnesio, zinco, ecc.) e metalli cattivi (come quelli pesanti). Questo avrebbe significato impoverire l’organismo di mio figlio anche di tutte queste altre sostanze. Ma lei prontamente mi disse che avrebbe restituito questi metalli buoni attraverso l’uso di integratori prodotti esclusivamente dalla sua farmacia di fiducia che li avrebbe spediti a casa nostra, ovviamente anche qui per centinaia di euro a volta.
Quando poi le chiesi se non le sembrasse una procedura troppo traumatica e stressante per un bambino come il mio (che allora aveva appena due anni e mezzo), con il rischio di accentuarne i comportamenti problema, lei, a questo punto, dopo essersi sentita confutare quasi tutte le sue teorie, si giocò l’ultima carta per convincermi, la peggiore. Mi disse che lei aveva già sperimentato tutti questi trattamenti su suo figlio, che era come il mio. Raccontandomi meraviglie dei risultati ottenuti.
Ha cercato l’empatia con me, con la storia della mamma del ragazzo disabile. Definirlo vergognoso è dire poco. Perchè se io non avessi avuto la fortuna, ed è stata solo fortuna, di avere delle conoscenze utili a capire cosa mi stava proponendo, avrei potuto seguire le sue direttive e fare del male a mio figlio convinta di agire per il suo bene.
Quanti genitori, in preda alla disperazione, sono alla ricerca di qualcuno che dica loro che il figlio guarirà…quanti? E questi sciacalli, che speculano sul loro dolore, non avranno mai una punizione sufficiente con la nostra giustizia. Ma la loro coscienza li accompagnerà per il resto della loro vita, sperando che ne abbiano una.
E a voi genitori dico: fatevi aiutare dalle Associazioni a sostegno delle persone autistiche, anche nella scelta di un trattamento che sia a norma con le Linee Guida. E diffidate di chi vi promette che vostro figlio miracolosamente guarirà.
Francesca Debernardi