Lettera di un padre al ministro Bussetti: perché a mio figlio autistico hanno dimezzato le ore di sostegno?
Mentre l’Italia si appassiona alla triste storia della festicciola di compleanno del bambino autistico, ancora non si è levata nessuna voce per i tanti autistici per cui l’inclusione scolastica è ancora è un miraggio; Martino il figlio autistico di Franco Ripa di Meana è uno dei tanti esempi.
Martino è un bambino di 10 anni non verbale, frequenta la quarta elementare alla Ermenegildo Pistelli di Roma, una prestigiosa scuola collocata in via Montezebio, alle spalle del cavallo Rai di viale Mazzini, che tra l’altro ospita uno “Sportello Autismo” proprio di quelli creati dal Miur in sette ragioni italiane, leggiamo nel sito della Pistelli alla voce Integrazione:
Screening sui DSA (Disturbi Specifici dell´Apprendimento); Progetti per lo sviluppo dell´autonomia in alunni disabili; Integrazione risorse di sostegno per alunni disabili o in difficoltà; Accoglienza alunni stranieri; Sportello di ascolto per genitori ed insegnanti; Collaborazione con ASL e Università in screening, indagini e campagne di sensibilizzazione; Metodo Feuerstein;
…Eppure a Martino quest’anno hanno dimezzato le ore di sostegno, assieme agli altri bambini disabili. Il padre chiede al Ministro Bussetti come mai possa accadere. Questo il messaggio che ci ha mandato assieme al suo video, primo di una lunga serie, almeno per quanto ci scrive:
Puntuale come le castagne, arriva anche quest’anno il taglio selvaggio delle ore di sostegno; al di là di ogni ragionevolezza (tanto il ricorso lo vincono tutte le famiglie), senza nessuna informazione preventiva né spiegazione successiva, tanto per tenerci in allenamento…Solo nella scuola di Martino, mancano 10 insegnanti di sostegno; la situazione è simile in tutte le scuole del Lazio, e credo anche di molte altre regioni; sto organizzando una campagna social, per smuovere le acque (quest’anno non ne ha parlato nessuno)
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In realtà di voci che protestano sulla situazione degli studenti autistici senza sostegno sono parecchie, ma la stampa evidentemente non lo reputa un problema di cui farsi carico.
Eppure di richieste ufficiali a illustri rappresentanti delle istituzioni sul problema dell’inclusione scolastica di autistici ce ne sarebbero, è evidente che siano in assoluto la categoria di disabili con maggiori difficoltà proprio per le caratteristiche peculiari del loro stato, come pure quella che richiede un maggiore livello di preparazione specifica in chi dovrebbe essere il sostegno per permettere la loro vita scolastica.
Una lettera al Ministro Bussetti sui problemi del sostegno agli autistici è stata inviata due giorni fa anche dall’ANGSA associazione Nazionale Genitori di Soggetti Autistici, a firma di Benedetta Demartis Presidente Nazionale.
Lettera al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Prof. Marco Bussetti
L’associazione riporta le voci di dei tanti genitori che , come il padre di Martino, dicono che le ore di sostegno sono state drasticamente diminuite perpetuando l’abitudine dell’ultimo decennio di lasciare ai soli tribunali la garanzia al diritto all’istruzione e all’inclusione scolastica. L’ANGSA continua a chiedersi se possa essere considerato normale questo metodo di ripartire le risorse che costringe le famiglie a sostenere i costi e lo stress di un’azione legale per avere quello di cui, lo si ammette chiaramente, avrebbero pieno diritto.
Gli stessi giorni è stata inviata anche un’altra lettera aperta sul problema degli insegnanti di sostegno, questa è indirizzata invece al Premier Conte.
Lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Dal link si può scaricare una lettera aperta firmata da un nuovo gruppo che si firma Associazione Genitori Tosti in Tutti i Posti ONLUS. Chiedono al premier Conte insegnanti di sostegno specializzati. Affermano che la Legge 104/1992, che rischia lo stravolgimento se non viene soppresso il Decreto 66/2017 che ha riformato proprio l’inclusione scolastica.
“Basti considerare il drammatico inizio del corrente anno scolastico per gli alunni con disabilità: sproporzione gestionale dei docenti di sostegno, tagli di ore sia sul sostegno che sull’assistenza (all’autonomia e alla comunicazione tanto quanto sull’educativa); docenti specializzati sul sostegno rimasti a casa quando migliaia di cattedre non sono state assegnate o assegnate a docenti non specializzati col rischio di creare danni enormi agli studenti con disabilità.”
Al momento non si registrano risposte. E’ certo che non sarà facile nemmeno capire a chi dare retta dal momento che su un problema di sicuro urgente e di non facile soluzione, nemmeno c’è un fronte compatto e omogeneo di associazioni che facciano richieste. Singolarmente poi nessuno ha pensato di coinvolgere il Ministero che dovrebbe nel suo specifico occuparsi di disabilità, non lo ha fatto nemmeno l’associazione dei Genitori Tosti che è di Verona, stessa città del Ministro Fontana, che forse anche ai suoi concittadini ha dato l’impressione di essere al momento preoccupato molto di più per le coppie di fatto che per i nostri cervelli ribelli.