Pensare Ribelle

Pensieri di notte dopo un giorno all’insegna del “Je suis Grillo!”

Oggi spero si sarà chiusa la vicenda “Grillo-autistici” e si tornerà a discutere di altro. Per tutto ieri #autismo è stato il trend topic di Twitter e il traffico su questo sito è stato tale da stenderlo al suolo per tutta la giornata. La nostra pagina Facebook è stata teatro di aspri confronti in cui alla fine l’autismo c’entrava solo come pretesto per il solito rinfacciarsi opposte visioni politiche.



Il sottoscritto ha avuto una notte di pensieri dopo una giornata abbastanza movimentata. Pur rivendicando il suo “Je suis Grillo!”  è stato eletto a portavoce dell’autismo nazionale, senza che lo chiedesse o avesse la minima voglia di esserlo, solo perchè aveva espresso, oltre al pieno diritto di satira anche sgradevole,  qualche perplessità su quanto era accaduto domenica al Circo Massimo.

E’ probabile che nel fragoroso silenzio di voci ufficiali il pezzetto qui pubblicato sia diventato l’unico testo a disposizione di chi avesse avuto intenzione di riprendere commenti sul controverso scketch di Grillo, che usava comportamenti autistici come metafora dell’infingardaggine degli avversari politici. Sono quindi uscite le agenzie di stampa che ci riprendevano in toto, siamo rimbalzati sui siti delle maggiori testate giornalistiche e infine la sera in telegiornali e tra gli ospiti di  talk. 

Oggi faccio quindi un bilancio di cosa mi ha insegnato (o confermato)  questa giornata di turbinio mediatico.

  1. Gli autistici in Italia sono in assoluto la più popolata categoria di disabili in termini numerici, ma non hanno una realtà associativa veramente forte che sappia rappresentarli nella complessità delle loro diverse situazioni.  Nessuna sigla associativa nazionale infatti ha avuto titolo e credibilità sufficienti per raccogliere un testimone e farsi portatore di un messaggio potente e incisivo per  ribadire la corretta cultura e civiltà sulle persone neurodiverse. Per di più nella frammentazione la paura di farsi nemici fa  prevalere la prudenza nell’esporsi.
  2. La politica si avvale dell’autismo come pretesto strumentale ma non vede negli autistici un bacino interessante di consenso. E’ una considerazione bipartisan, premesso che è sempre meglio sentirsi difesi che usati come categoria del disprezzo, ma chi ieri ci ha preso a pretesto per l’ennesima contrapposizione tra maggioranza di governo e opposizione non è che poi ci aiuterà, come non ci ha d’altronde concretamente aiutato, a fare un vero salto avanti verso l’inclusione sociale. Per la stessa ragione poco rappresentiamo per chi  sghignazza sui nostri limiti, poi ci dice che non siamo ironici e si para le spalle esibendo come prova di attenzione  alla disabilità l’esibizione sullo stesso palco de “I ladri di Carrozzelle”
  3. L’attuale sentire prevalente nei confronti della neurodiversità ci associa al politicamente corretto e quindi potrebbe concretamente favorire un grosso passo indietro rispetto alle conquiste civili e l’acquisizione dei diritti di cittadinanza. Qui c’è poco da commentare…Ma il riaffermarsi di un sentimento conservatore non favorirà mai l’idea che i disabili siano altro rispetto le antiche categorie dei “poveretti”, “infelici”, “segnati da Dio”. Tutte etichette che segnano i destinati alla segregazione. Potrebbe iniziare un disegno di ridimensionamento dell’inclusione scolastica, sociale e lavorativa dei neurodiversi, naturalmente sarà fatto “per il loro bene”.
  4. Le prove su tastiera di guerra civile  tra “buoni e cattivi” sta coinvolgendo anche i familiari di autistici, l’appartenenza ideologica prevarrà sulla difesa dei figli. Mi sono sentito dare dell’esagerato, del carente di ironia, del piddino renziano e compagnia varia, di quello che non capisce il metalinguaggio di Grillo, del presenzialista ecc da molti miei “colleghi” con figli autistici a carico, che pur di mantenere una posizione di visibile appartenenza hanno preferito non vedere lo sconcio delle risate provocate da chi prendeva per il culo la condizione dei loro figli. A me scivola, ma non è un bel segnale…
  5. Chi fa informazione e difende posizioni culturalmente contrarie a sentimenti retrogradi verso la neurodiversità continua a dimostrarsi  ignorante rispetto cosa esattamente significhi avere un cervello diverso. L’ho verificato con grande tristezza, anche i miei colleghi più attenti e sensibili hanno continuato a parlare di autismo come “malattia”, dai titoli di Repubblica on line che parlavano della protesta “Delle associazioni dei malati” da chi ha introdotto la mia riflessione al “Tg5” che ha ripetutamente parlato di “questa malattia”, a Furio Colombo a “Quarta Repubblica” che insisteva con “l’attacco a dei malati” per dare contro Grillo, per finire con “Il Mattino” che questa mattina commenta i fatti del Circo Massimo scrivendo più volte “Sindrome di Aspergen” .

Insomma se lo sproloquiare di Grillo ha avuto un senso per noi, è sicuramente quello di averci dato elementi di riflessione per farci un’idea di come stia evolvendo la considerazione generale nei confronti dei nostri “cervelli ribelli”. Mi prendo qui la responsabilità di ricordare ancora una volta l’antico detto tratto dalla saggezza contadina della mia cruda terra natale  e rinnegata:

«’L peggio ’ncora ha da nì. Come disse quillo ch’eva magnèto ’l falcinello e eva arfatto solo ’l manico.» È un modo di dire arcaico della mia terra natia. Tutto il pessimismo radicale dell’animo agreste dell’umbro si manifesta nella disperazione del povero contadino che, per sublime surrealtà, ha ingoiato un falcetto. Ne espelle solo il manico e quindi comincia a prevedere la iattura di doverlo fare con la lacerante parte affilata e arcuata, che sembra forgiata apposta per rendere impossibile l’evacuazione, salvo devastanti effetti collaterali. Ecco, chi abbia la certezza diagnostica di avere un figlio autistico si trova esattamente nelle condizioni del falcettatore perugino. Quella notizia, per quanto possa avergli provocato dolore, è solo il manico del falcetto… . (Una notte ho sognato che parlavi pp.87)

 

PER TUTTO QUELLO CHE CI SAREBBE DA DIRE IN MERITO ALL’INCONGRUENZA SCIENTIFICA  CHE NESSUNO NEL DIBATTITO  HA ANCORA SOTTOLINEATO (ISS DOVE SEI?) …

SI LEGGA L’OTTIMO GIANLUCA DOTTI SU WIRED: AUTISMO E ASPERGER: I 5 ERRORI DI BEPPE GRILLO

 

Gianluca Nicoletti

Giornalista, scrittore e voce della radio nazionale italiana. E' presidente della "Fondazione Cervelli Ribelll" attraverso cui realizza progetti legati alla neuro divergenza. E' padre di Tommy, giovane artista autistico su cui ha scritto 3 libri e realizzato due film.

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