Alex, 13 anni, l’avvocato degli autistici Usa: “Le stanze di segregazione nelle scuole sono terrificanti. Chiudetele tutte”
Nella città di Powhatan, in Virginia Usa vive un avvocato che si batte per i diritti degli autistici. Si chiama Alex Campbell ha 13 anni e anche lui appartiene allo spettro. La sua battaglia personale e a nome di tutti gli studenti disabili (e “problematici”) è la chiusura nelle scuole americane, soprattutto in quelle che usufruiscono di fondi pubblici, delle “crisis room” quelle stanze dove vengono rinchiusi i ragazzi che durante la permanenza a scuola hanno comportamenti oppositivi e poco idonei per poter lavorare insieme agli altri. Sono delle stanze di “decompressione” che ricordano gli sgabuzzini bui e maleodoranti nei sottoscala dove si riponevano gli attrezzi. In realtà servono per far sì che l’alunno neuro diverso sbollenti le crisi d’ansia, quindi sono asettiche con una finestrella piccola posta in alto, con la porta e le mura rinforzate. Di solito i ragazzi vengono lasciati soli e la porta viene chiusa a chiave per evitare la fuga.
Alex Campbell ha collezionato nella sua vita scolastica diversi “trattamenti di contenimento” a scuola e ancora si ricorda il terrore che provò la prima volta che accadde quando aveva 7 anni. “Mi ritrovai in un ambiente angusto con le pareti dipinte di nero, la piccola finestra troppo in alto irrangiungibile, il rumore di un tavolo trascinato sul pavimento… Un incubo”. E ancora: “Quando chiedevo aiuto oppure chiamavo per sapere se c’era qualcuno, nessuno rispondeva. Mi sentivo solo e terrorizzato”.
Secondo i dati in possesso del Dipartimento dell’Educazione Usa, nelle scuole pubbliche americane durante l’anno scolastico 2015-2016 più di 120.000 ragazzi hanno avuto trattamenti restrittivi, la maggior parte di loro era portatore di handicap.
Famiglie e avvocati hanno prove e documenti di casi in cui i ragazzi vengono strattonati, messi a terra, strappati dalle loro carrozzine, immobilizzati con le mani legate o in altri modi. Gli esperti dicono che tutto questo traumatizza i bambini e può avere risvolti tragici, gravi ferimenti e addirittura la morte.
Axel stesso ha provato sulla sua pelle le brutte conseguenze che hanno causato in lui la presenza nell’ambiente scolastico di un luogo restrittivo e segregante. In un primo tempo aveva cercato di nascondere ai genitori quello che ogni tanto gli accadeva. Ogni qualvolta, ad esempio, svolgeva male un compito o si rifiutava di eseguire le istruzioni ricevute in classe veniva allontanato. Poi i genitori cominciarono a capire meglio la situazione insospettiti da certi lividi che il ragazzo aveva sulle ginocchia ma soprattutto dal suo improvviso rifiuto ad andare a scuola e dal fatto che la mattina non si voleva alzare dal letto e urlava come un pazzo.
Alex è determinato a portare avanti la sua battaglia per la chiudere le stanze di contenzione a scuola. E questo per il bene dei ragazzi. Pochi giorni fa il raazzo tredicenne ha raccontato la sua storia a un pubblico di legislatori, membri del Congresso e avvocati per promuovere l’introduzione Keeping All Students Safe Act, una normativa che vorrebbe bandire la segregazione e tagliare pesantemente i fondi a quelle scuole che non rispettano il nuovo regolamento.
La richiesta di Alex ha già ricevuto i primi significati consensi e appoggi. “Crediamo che la scuola debba essere un ambiente sicuro per gli studenti adatto per apprendere e crescere” ha detto Rep. Bobby Scott del terzo distretto del Congresso della Virginia. “E’ una questione di diritti civili” ha aggiunto Scott “I ragazzi non dovrebbero essere soggetti a pratiche che sono controproducenti e mettono in pericolo la loro sicurezza e la salute”.
Fonte: NBC News (Thirteen-year-old activist with autism wants to close seclusion rooms at schools)