Le radici storiche dello splatter infantile nell’epica no-vax
A Milano ho incontrato più di 200 studenti liceali nell’Auditorium del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. E’ stata una mattinata didattica organizzata dalla Fondazione Veronesi in cui persone competenti e informate spiegavano ai ragazzi tutto quello che c’è da sapere sui vaccini.
Per un riassunto divulgativo ma esaustivo una giovanissima e brava ricercatrice, Agnese Collino che è supervisore scientifico della Fondazione Veronesi, ha parlato per più di un’ora presentando con cifre grafici e materiali scientifici. I ragazzi hanno seguito con attenzione e fatto domande pertinenti. Nessuna tensione, nessun confronto acceso.
La logica con cui la relatrice argomentava era lo strumento migliore per gestire in maniera costruttiva ed efficace un dibattito che nel nostro Paese è diventata materia di contrapposizione ideologica, secondo una brutale semplificazione che divide le persone in due schieramenti in cui il tema della vaccinazione costituisce la narrazione a doppia versione su cui si verifica un’appartenenza.
Oggi ho pensato che se ci si fosse occupati in maniera capillare e strutturata di un’operazione di comunicazione di questo tipo, a iniziare dalle scuole, prima ancora di arrivare all’emergenza dello strumento legislativo per ripristinare il livello di sicurezza nella copertura vaccinale, probabilmente la questione dei vaccini non farebbe parte degli strumenti della demagogia più spicciola.
Io da parte mia ho premesso che non avrei fatto certo il “Burioni dei poveri” lasciando i temi scientifici a chi avesse competenza per parlarne. Ho semplicemente portato i ragazzi a riflettere sull’iconografia no-vax, che sicuramente risulta molto più emotivamente efficace e semplice da condividere, di un ragionamento articolato che richiede un minimo sforzo di attenzione.
Ho detto ai ragazzi: “Secondo voi non è più semplice trovarsi d’accordo con questo cartello piuttosto che seguire la lezione che vi è appena stata appena proposta?
Certo che si…Volete mettere la Ministra Grillo nei panni della malefica Elle Driver, una delle “vipere asassine”accecata dal maestro PaiMei e in seguito definitivamente dalla “Sposa”. Colta nella sua uniforme di angelo della morte mentre sta per fare l’iniezione letale alla sua rivale in coma? E’ la protagonista del capitolo 2 del volume 1 di Kill BIll che non a caso si intitola: “La sposa imbrattata di sangue”.
Il sangue è stato il filo della mia particolare lettura della paura collettiva che un potente cattivo, avido e spietato attentasse con una siringa in mano al sangue dei nostri innocenti figli. L’iconografia di partenza, presa da un sito no vax, comprendeva l’utilizzo improprio di una mia frase e della foto “struggente” di un padre accanto all’esito autistico di una vaccinazione, accostato a quella specie di piccolo S. Sebastiano piangente che è trafitto dagli strali avvelenati dei perfidi vaccinatori.
Questa si che è una bella storia splatter, altro una lezione scolastica che occorre seguire con attenzione. Per far loro capire che le “storie” di questo tipo affondano sempre su antiche paure antiche che, declinate in tempi diversi, si appoggiano comunque a iconografie simili. Partendo dal sangue ecco che ho mostrato loro questa analogia…Due immagini una di 600 anni fa e una contemporanea.
Nulla di nuovo, sempre sanguisughe malvagie che occultamente attentano ai nostri bambini. Ieri erano gli Ebrei che volevano il sangue dei bambini cristiani per rituali blasfemi chiamati Pasqua del sangue, oggi i perfidi speculatori delle multinazionali del farmaco. Quanti ebrei sono stati uccisi e perseguitati per questa leggenda che persino i Papi sono stati costretti a smentire. Fino ad arrivare nel 1965 anche a cancellare dall’elenco dei santi quel Simonino da Trento che secondo questa leggenda nera era stato dissanguato dagli ebrei nella Pasqua del 1475, culto che fu origine di persecuzioni in tutta europa per la medesima leggenda dell'”Accusa del sangue”.
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Allora come ora funzionava bene aizzare la folla contro un nemico invisibile e perfido usando sangue e bambini trafitti. Sangue e strumenti di supplizio e bambini sono anche oggi i punti di forza della guerra psicologica dei fomentatori dell’antiscienza. Ci sono sempre nell’immaginario dell’anitivaccinismo i simboli del sangue dell’infante ucciso e trafitto dall’orda malvagia.
Anche nella nostra storia più recente sono molti gli esempi di propaganda politica in cui ri ripete la medesima narrazione di un nemico che attenta alla vita, all’integrità o alla libertà dei “nostri figli” . Ho mostrato vari esempi di diversi orientamenti ideologici che usano sempre il tema dominante di una “strage degli innocenti” per mano di un nemico invasore.
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Tutta la mia chiacchiera naturalmente non vale una razionale spiegazione in termini scientifici come è stata fatta da chi mi ha preceduto, ma sono convinto che anche riflettere sulle costanti simboliche e leggendarie possa aiutare i ragazzi a costruirsi un senso critico più basato sull’approfondimento e lo studio delle evidenze che sull’impatto emotivo. Di questo mio punto di vista ho già parlato in un mio precedente articolo: “Quando l’ideologia si nutre di antiche paure”. In maniera più esaustiva e dettagliata nel mio libro “Io figlio di mio figlio” , in particolare nel capitolo XXIV: “Guerra civile sull’autismo?”.
Dell’intera giornata è stato comunque girato il video che è in fase di post produzione, appena pronto sarà qui messo a disposizione di chi lo voglia usare come materiale didattico.