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Il Miur stoppa il nuovo decreto sull’assegnazione del sostegno: il monte-ore sarà deciso da scuola e famiglia

Non ci sarà nessuna rivoluzione sui criteri di assegnazione delle ore di sostegno: il sottosegretario dell’Istruzione Salvatore Giuliano ha reso noto le modifiche presentate dal Ministero al decreto legislativo 66/2017 che aveva ridisegnato l’inclusione scolastica e che sarebbe entrato in il 1 gennaio 2019 con tutte le sue novità, soprattutto un nuovo sistema di analisi dei bisogni degli alunni disabili dal quale far scaturire anche l’assegnazione dei vari supporti e sostegni.

Il Ministero dell’Istruzione e il Ministero della Salute i decreti attuativi non li avevano ancora definiti. Il 3 dicembre scorso, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, il Miur ha convocato l’Osservatorio dopo aver presentato poche ore prima agli esperti che lo compongono le proposte di modifica al decreto legislativo 66/2017, Un decreto che diverse associazioni aveva definito come «l’emblema di un arretramento culturale e tecnico». L’entrata in vigore del decreto 66 sarà  rinviata, per poter mettere a punto le novità.

Per il sottosegretario Giuliano il decreto 66 «pone un problema serio, non tiene adeguatamente conto del parere della famiglia e dalla scuola, dunque non tiene adeguatamente conto del contesto e della situazione personale del ragazzo. La disabilità, lo dice l’Onu, è il rapporto tra le condizioni di salute e il contesto, non dipende solo dalle condizioni mediche ma anche da come la scuola e la città riescono a facilitare i percorsi di apprendimento».

La prima criticità riguardava la quantificazione delle ore di sostegno, che ad oggi veniva scritta nel PEI e (la quantificazione delle ore di sostegno nel PEI era ciò che in questi anni ha consentito a tantissime famiglie di presentare ricorso nel caso in cui le ore di sostegno riconosciute fossero meno di quelle scritte nel PEI e tutte hanno vinto il ricorso) mentre con il decreto 66 invece nel PEI sarebbero stati indicati i sostegni ma non quantificati, mentre ad assegnare le risorse sarebbe stato di fatto l’Ufficio scolastico regionale, un soggetto lontano dal contesto della singola scuola e del singolo ragazzo.

Ora invece «verrà reinserito nel Piano Educativo Individualizzato (PEI) l’obbligo di indicare espressamente il monte ore di sostegno e di assistenza all’educazione e alla comunicazione», un passo «molto importante per alunni e famiglie».

Altri punti di modifica riguardano i Gruppi per l’Inclusione Territoriale (GIT). Il GIT per Giuliano diventa «un gruppo tecnico esterno di supporto alla scuola e agli insegnanti, dando loro elementi per analizzare bene il contesto». Ma in modalità “revisione” sono anche altri passaggi sulla continuità didattica e sui tempi di presentazione del PEI.

Fish e Fand, le due Federazioni che nell’Osservatorio rappresentano le associazioni, «hanno accolto con favore il recepimento di alcune proposte già espresse e relative proprio al decreto legislativo 66/2017 (Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità). Su tutti gli aspetti le Federazioni hanno indicato correzioni e aggiustamenti specifici che il Ministero si è dichiarato disponibile a integrare nello schema di disegno di legge».

Il sottosegretario Salvatore Giuliano al termine della lunga e intensa seduta, in cui si è discusso articolo per articolo la bozza di riforma del d.Lgs. 66/2017, ha dichiarato: «Sono davvero orgoglioso che, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, siamo riusciti a promuovere un vero e proprio cambio di passo nel campo dell’inclusione scolastica. Abbiamo lavorato, tutti insieme, per modificare i concetti di fondo con cui guardiamo agli alunni con disabilità, abbiamo voluto, concretamente, promuovere la crescita della cultura inclusiva della scuola».

 

Redazione

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