Lavoriamo a idee coraggiose se vogliamo essere risarciti del nostro tempo bruciato per un figlio autistico
Per la Cassazione tra vaccini e autismo, non c’è nesso, inutile fare denunce. Sono state archiviate le richieste di risarcimento per lesioni e abuso ufficio, respinto il ricorso dei genitori. La notizia “finale ” è che è stata confermata dalla Suprema Corte l’archiviazione – pronunciata dal gip di Milano lo scorso 4 settembre – della denuncia per lesioni e abuso d’ufficio presentata dai genitori di una bimba con autismo infantile che, ad avviso di padre e madre ,si sarebbe sviluppato a causa delle vaccinazioni obbligatorie. Secondo gli “Ermellini”, non sono “sindacabili in sede penale” le “direttive ministeriali fondate sulle risultanze dei più recenti studi epidemiologici” che hanno escluso il nesso vaccino-autismo e non si configura alcun reato. (fonte ANSA).
Ne avevamo già scritto in precedenza, si guardino in basso gli articoli collegati. Nessuno si illuda che il ribadire di sentenze basti a fermare i venditori di speranze che ancora ingannano le famiglie con figli autistici facendo loro credere che azioni legali possano risarcirli del “danno vaccinale” che hanno in carico. Si continuerà a parlare di lobby del farmaco, di poteri forti, di complotto. Si continuerà a sottoporre i bambini autistici a diete inutili e dannose, a cure disintossicanti e chelanti, ci sarà comunque chi continuerà a far credere che si diventi autistici per un vaccino.
Sarebbe auspicabile che i bisogni delle famiglie con autistici a carico iniziassero a essere rappresentati su piani più concreti, capaci di superare la vecchia discussione sui vaccini, che sembra purtroppo essere il campo più battute nelle più diffuse aree social di discussioni sull’autismo.
Proviamo a uscire da questa gabbia di pensiero, che porta molti di noi ad attendere che accada qualcosa di compensatorio rispetto alle fatiche immani che ben conosce solo chi ha figli autistici. E’ giusto immaginare che ci piacerebbe essere compensati delle nostre vite grame, vissute guardando gli altri che padroneggiano comunque il loro tempo, che invecchiano guardando i figli crescere comunque nella loro autonomia, secondo una regola usuale e scontata per tutti. Che non si pongono il problema del deserto in cui si troveranno quei figli giganti rimasti teneri e balzani come bimbi, dopo che noi non saremo più con loro.
L’unico risarcimento ai pezzi della nostra vita che consapevolmente seppelliamo ogni giorno lo potremo ottenere lavorando su idee coraggiose e cercando alleati, tra noi e tra le persone di buona volontà che ancora esistono nella società, che pur ci sembra sorda e indifferente.