L’onda dei cervelli ribelli è uno tsunami… con “Modelli si nasce” gli autistici sfileranno pure in passerella
Tra i rituali che scandiscono la vita dei genitori (soprattutto mamme ma anche papà, quelli del genere “mammi”) dei pargoli autistici ci sono le ore di attesa nelle anticamere di studi di terapia, piscine, palestre, scuole di musica, centri sportivi, maneggi ecc. ecc. Quante amicizie sono nate in quelle lunghe ore? Quante storie, quanti racconti, quante cose abbiamo appreso, conosciuto, scambiandoci esperienze, dubbi, incertezze, i sentito- dire, i passa-parola. Internet esisteva già, ma era come “navigare” in un grande oceano in tempesta. Facebook non c’era ancora e allora quei luoghi diventavano anche i nostri sfogatoi, il palco su cui esternare rabbie, preoccupazioni ed autocommiserazioni. Poi magari si usciva a prendere un caffè al bar vicino o a comprare la verdura al mercato di fronte. Come un gruppetto di scolarette che marinano le lezioni. La tristezza se ne andava via per un po’. Allora come oggi, le mamme continuano a fare anticamera. E qualche volta in questi luoghi d’incontro forzato s’accende un’idea…. che viene accolta con entusiasmo dal gruppo e alla fine si concretizza con la nascita di un’associazione onlus di genitori di ragazzi autistici che si chiama “Modelli si nasce”.
Ne parliamo con Maria Carmela Pesce, una delle mamme che ha fondato l’associazione: “Abbiamo avuto da subito riscontri positivi, in brevissimo tempo sono arrivate richieste di adesioni. Alcune le abbiamo accolte ma pensiamo sia meglio non bruciare le tappe. Il nostro progetto è soltanto all’ inizio. Però ci sono le premesse perché possa evolversi. Prima di tutto siamo supportati da un’ équipe di terapisti e psicologi che conosciamo bene perché sono gli stessi che seguono o hanno seguito i nostri ragazzi. Ma soprattutto ci siamo resi conti che l’esperienza di fare un book fotografico piace molto ai ragazzi. Davanti all’obiettivo del fotografo Emanuele Giacomini non hanno avuto nessuna ritrosia. Ed è per questo che vogliamo andare avanti”.
Ma come è nata l’idea di “Modelli si nasce”?
“Il problema di base è quello che attanaglia tutti noi genitori di ragazzi autistici, soprattutto quelli a basso funzionamento: Cosa possiamo costruire per dargli un degno futuro lavorativo? – prosegue Maria Carmela Pesce – Abbiamo così fondato una Onlus perché possa aiutare questi ragazzi, attraverso programmi terapeutici adeguati, ad imparare un “mestiere”. E tra le varie opzioni, si è fatta strada una nuova: perché non insegnare loro a diventare fotomodelli?”
L’idea forte di Maria Carmela e delle altre mamme è proprio questa: il mondo del lavoro è sempre più competitivo e può diventare sempre più difficile per i soggetti autistici accedervi, mentre lo stare davanti ad un obiettivo fotografico, saper sfilare su una passerella, se opportunamente indirizzati, potrebbe essere la chiave per entrare in quel mondo e sicuramente potenziare le proprie autonomie. Insomma i ragazzi di “Modelli si nasce” devono avere questa mission: ambire ad entrare nel mondo della moda.
Oltre agli psicologi e terapisti specializzati in autismo con formazione in interventi terapeutici Evidence Based, la Onlus si vuole avvalere della collaborazione di veri professionisti del settore che potranno trasmettere ai soggetti autistici le competenze necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo (es., fotografo, parrucchiere, estetista, dentista, stilista, esperto di moda, esperto di sfilate, istruttore ginnico sportivo, istruttore di ballo, esperto di galateo ecc.).
Si è partito con il percorso terapeutico/formativo del “Fotomodello” attraverso la realizzazione di book fotografici per l’inserimento nel mondo del lavoro. Come si intende raggiungere l’obiettivo? All’ inizio, gli esperti specializzati in autismo dovranno individuare le competenze necessarie a svolgere l’attività di “fotomodello”. Per fare questo saranno supportati da professionisti nel campo della moda, spettacolo, pubblicità, i quali dovranno trasferire loro le conoscenze su come svolgere al meglio questa professione. Trasformata l’idea in progetto, i ragazzi, supportati dagli psicologi, dovranno raggiungere, con tempi adeguati ad ognuno di loro, le competenze necessarie per conseguire il primo obiettivo di “Stare davanti ad una macchina fotografica come un fotomodello” e quindi realizzare un book fotografico personale. I book fotografici verranno promossi dalla Onlus al fine di ricercare aziende interessate a coinvolgere i ragazzi in esperienze pubblicitarie vere e proprie.
Ottimizzato il primo progetto “sono un fotomodello” si cercherà di trasformarlo in un progetto a più ampio respiro ovvero si attiveranno altri percorsi formativi per sviluppare più tipologie di competenze sempre nell’ ambito “fotografia, moda e spettacolo”.
Insomma da cosa nasce cosa…..Intanto però la Onlus sta cercando una sede adeguata per poter attuare questo ambizioso progetto. “Ci serve una struttura – spiega Maria Carmela Pesce – una sede di circa 100 metri quadri munita di servizi (bagni e stanze-camerini, angolo trucco) e non più piccola di 60 metri quadri perché bisogna realizzarci anche una passerella per imparare a sfilare”. Forse non tutti i ragazzi potranno diventare modelli ma l’esperienza di “Modelli si nasce” potrebbe risultare utile per acquisire più autonomie e anche autostima. “Molti autistici hanno difficoltà a vestirsi e svestirsi da soli, a lavarsi i denti autonomamente, non si curano dell’aspetto fisico e neanche di come si vestono – dice Maria Carmela – Frequentare l’Accademia di Modelli si nasce che sottolineo ha anche un approccio terapeutico funzionale (infatti al primo incontro viene fatta una scheda dallo psicologo per individuare potenzialità, competenze e carenze) servirà anche imparare a curare la propria persona, a sapersi muovere con sicurezza, ad avere più autostima”. Insomma ad essere, come si dice oggi, vincenti.
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