Niente da fare: gli autistici adulti continueranno ad essere chiamati “psicotici” anche se non lo sono
Inutile insistere, facciamocene una ragione: gli autistici adulti al momento continueranno a essere classificati come affetti da psicosi, anche se è un abominio dal punto di vista clinico e scientifico. Oggi c’è stata la risposta ufficiale del Ministro della Salute all’interrogazione parlamentare che aveva sollevato questo tema: la questione verrà sottoposta alla Commissione nazionale per l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza. Tutto sommato per ora pare sia meglio che non insistiamo, se cambia la classificazione la burocrazia così come è ci disconoscerebbe, magari si rischia anche di perdere la tutela della nostra disabilità.
Comunque in questo articolo del 14 settembre 2018 è riportato il testo dell’interrogazione parlamentare della Presidente della Commissione affari sociali della Camera.
INTERROGAZIONE ALLA CAMERA…MA SAPEVATE CHE NOI AUTISTICI SIAMO ANCORA PSICOTICI?
E’ chiaro che essere definiti psicotici non riduca le tutele degli autistici, salvo essere considerati quello che non si è… L’autistico adulto continua a essere un cittadino italiano di categoria indicibile… E’ come se ci dicessero di restare travestiti da quello che non siamo per continuare a poter usufruire dello stato di disabili. Dobbiamo metterci il cuore in pace? Per forza…Dobbiamo pensare a sopravvivere!
NESSUNA RIDUZIONE TUTELE PER I PAZIENTI AUTISTICI
“L’inserimento del “disturbo autistico” tra le “psicosi”, avvenuto con l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza nel 2017, non comporterebbe riduzioni delle tutele previste per i pazienti affetti da tale sindrome, come invece temuto dalle associazioni e dalle famiglie.”
E’ quanto riferisce in una nota la deputata del MoVimento 5 stelle Marialucia Lorefice, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, citando la risposta del ministro della Salute, Giulia Grillo, alla sua interrogazione.“Nella risposta – prosegue Lorefice – il ministro ha, inoltre, aggiunto che eventuali variazioni nella classificazione dell’autismo saranno sottoposte alla ‘Commissione nazionale per l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e l’appropriatezza nel sistema sanitario nazionale’, che sta esaminando le richieste di modifica dell’elenco delle malattie croniche e invalidanti”.
“Ringrazio, pertanto, Giulia Grillo per aver mostrato sensibilità su un tema delicato che merita sicuramente la massima attenzione e approfondimento”, conclude Lorefice.
Risposta all’Interrogazione parlamentare n. 4-01027.
Si risponde all’interrogazione parlamentare In esame, a seguito di delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’elenco delle malattie croniche ed invalidanti contenuto nel dP CM 12 gennaio 2017 di aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (allegati 8 e 8 bis), utilizza per l’individuazione delle malattie croniche e invalidanti e delle prestazioni correlate, la Classificazione internazionale delle malattie ICD9-CM, vale a dire il sistema di classificazione in uso nel Servizio Sanitario Nazionale per codificare tutte le prestazioni sanitarie, inclusi i ricoveri ospedalieri e le prestazioni specialistiche. Detta classificazione colloca il “disturbo autistico”, che comprende anche le forme non infantili, nel gruppo delle “Psicosi” con il codice 299.0.
Riguardo alla richiesta in questione, sarebbe teoricamente possibile utilizzare una codifica della malattia desunta da altri sistemi di classificazione (ad esempio, il DSM-IV), ma ciò comporterebbe l’impossibilità di utilizzare i dati dell’archivio delle esenzioni in associazione con i dati ricavati da altri flussi informativi basati sull’ICD9-CM.Inoltre, sarebbe necessano rilasciare un nuovo attestato di esenzione al pazienti già esenti, senza alcun miglioramento delle loro tutele.
In ogni caso, la questione verrà sottoposta alla Commissione nazionale per l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio Sanitario Nazionale, che sta esaminando tutte le richieste di modifica dell’elenco delle malattie croniche ed invalidanti pervenute da parte di Società scientifiche e Associazioni di pazienti.
(Il Ministro On.le Giulia Grillo)
Gli antecedenti di quando ce ne siamo occupati:
Quella degli autistici considerati ancora “psicotici” fu una delle questioni su cui facemmo battaglia nel luglio 2016; era la settimana in cui furono ratificati dalla Conferenza delle Regioni i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in cui l’autismo era stato collocato nel capitolo delle psicosi .
Questo nonostante la Legge n.134 del 2015 esigesse l’emanazione dei LEA specifici per l’autismo entro sei mesi dall’entrata in vigore, termine che già scaduto alla fine di Gennaio 2016, ma soprattutto in contrasto con tutta la letteratura scientifica degli ultimi 30 anni.
Noi ci arrabbiammo molto, qualcuno si arrabbiò con noi che ci arrabbiavamo…
Allora sollecitammo un intervento dei medici e ricercatori dell’AIRA (Associazione Italiana Ricerca Autismo) i quali ribadirono che l’autismo ha caratteristiche cliniche ben definite e sostanzialmente differenti dai disturbi psicotici. La scienza ci dava ragione, pensavamo che qualcuno capendo di aver fatto la figura dell’ignorante avesse corretto l’errore.
Per AIRA trattare l’autismo come psicosi è un grave errore scientifico e clinico