Cara Maglie se dici che Greta è malata fai il gioco di quei piccoli sagrestani misogini
Cara Maria Giovanna, ti scrivo una lettera aperta proprio perché ti conosco. Oggi ti vedo protagonista di un altro episodio di ignorante insofferenza verso Greta Thunberg, la ragazzina svedese di cui tutto il mondo parla.
Non griderò anche io “Vergogna!”, come fa questa mattina la maggior parte dei perbenino da tastiera, gentaglia che sopporto ancora meno della pastorizia di cui sei la groupie. Non mi va di metterti sullo stesso piano di Rita Pavone o di Lorella Cuccarini, che la ritwitta. Entrambe provano a cavalcare maldestre l’onda lunga del neo cattivismo, ma solo perchè tentano un riposizionamento politico, che immaginano proficuo alla loro più felice riesumazione mediatico televisiva.
Sono certo che a te Greta stia sulle palle per sincera valutazione politica, perchè su quella sponda eri già posizionata da qualche anno prima delle varie sovrano-geronto-soubrette dell’ultima ora. Non ci piove e non ho nulla da obiettare, ognuno ha i suoi disgusti, i tuoi sono espressi, articolati e coerenti…Sono opinioni e chi ha voglia e animo si preoccupi pure di controbatterle, non è certo affar mio.
Nemmeno inorridisco perché hai detto che la metteresti sotto con la macchina, hai ragione il contesto era quello del cazzeggio spinto di un programma radio, dove tutto si regge sull’estorcere battute estreme a vip per farle diventare titoli di giornale. Ci sta pure questo.
Anche se ti rammento che l’ammazzare gente travolgendola con automezzi è la tecnica preferita dei terroristi islamici, con cui non credo tu voglia avere contiguità, tanto meno nelle tecniche di sterminio…La prossima volta che vuoi esprimerti in maniera virulenta, allucinando uno spiaccicamento umano, non copiare il format dell’Isis. Piuttosto personalizza, magari potresti dire che ti ci sederesti sopra. La vittima muore lo stesso tra atroci sofferenze e tu ti distingui…
Il punto su cui vorrei invece che tu ragionassi, sei troppo intelligente per non farlo, è quello della “malattia” della bimba con le treccine; Greta non è malata cara Giovanna, soprattutto nel classico definirla come una matta da rinchiudere, magari anche per il suo bene. Non è malata, è Asperger, ha un cervello diverso tutto qui…Anche io sono stato diagnosticato Asperger, ti sembro malato? Mi conosci…Posso essere strambo, atipico, antipatico ma questo non significa malato.
Non si offendano a questo punto i malati, si perchè anche questo accade nel tourbillon del politicamente corretto che tracima nel manierismo terrazziero. Dire a noi che siamo malati corrisponde a volerci mettere fuori dalla società civile. Nei tempi più bui della storia, prossima e remota, chi viene accusato di malattia del cervello, solo perché esprime pensiero non consono a chi gestisce il potere, di solito poi viene internato in un manicomio, in un gulag, in un lager…Insomma viene fatto sparire.
Quanti presunti matti sono stati fatti internare quando c’era l’Unione Sovietica dove comandavano i comunisti? Magari erano solo dissidenti. Senza andare troppo lontano o citare Aktion-T4, notorio sterminio sistematico di menti non conformi alla regola, leggiti se puoi il saggio di Annacarla Valeriano, «Malacarne» (Donzelli), sull’uso dei manicomi negli anni trenta in Italia per reprimere i comportamenti femminili ritenuti trasgressivi.
Avevo raccontato alla mia radio anni fa alcune di quelle storie prese dagli archivi dei manicomi, bastava dire che una moglie era matta per levarsela per sempre dai piedi, a suo tempo toccò pure alla prima moglie del Duce. Pensa se tornasse in auge quella regola…Sei convinta davvero che a tuo marito non potrebbe venire la tentazione?
E’ brutto Giovanna far passare come malata di mente una donna che non la pensa come te, è meglio dire che la spiaccicheresti perchè rompe i coglioni a Trump, ma non liquidarla come matta… E’ troppo facile dai, non è da te. Lascialo fare a quei quattro cialtronelli baciapile che oggi si scalmanano, immaginando un mondo perfetto dove le “spaventose” donne fanno la calzetta e comandano loro, i piccoli sagrestani.
Vola un po’ più alto che puoi farcela!
Ti abbraccio Gianluca