Bryan di “Tommy e gli altri”…Ora a sostegno ridotto
Chi ha visto il nostro film “Tommy e gli altri” conosce Bryan, uno dei ragazzi che siamo andati a trovare, anzi l’ultimo del nostro viaggio, quello per cui i genitori hanno speso centinaia di migliaia di euro alla ricerca di una possibile cura in giro per il mondo. La madre ci aveva raccontato di essere stata pure due volte a Kiev per una cura a base di cellule staminali.
Oggi Bryan ha 16 anni e è al centro della cronaca per un problema di ore di sostegno negate. Qualche mattina fa dalla scuola che Bryan frequenta (ISISS De Luca di Avellino), hanno telefonato alla madre, Ivana, informandola che Bryan avrebbe dovuto osservare un turno giornaliero di sole 2 ore. Bryan e’ assistito da un sentenza, passata in giudicato, che gli assegna il massimo delle ore. Questo è il racconto dei genitori.
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La Dirigente della scuola che frequenta Bryan ha replicato fornendo la sua versione della vicenda. Sembra che tra scuola e famiglia il dialogo non sia dei più sereni…”Tre ore per Bryan sono troppe, si mette a rischio l’incolumità degli altri alunni. I suoi genitori invece di andare in tv pensino a collaborare”. Dopo la denuncia della madre del ragazzo autistico, ecco la replica della preside del “De Luca” Mariarosaria Siciliano
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Rocco, padre di Bryan ci ha scritto una lettera dove dettaglia la storia scolastica del figlio…
Ciao Gianluca.
Da qualche mese, aderendo ai pressanti inviti di mia moglie, ho cominciato ad impegnarmi nel mondo delle associazioni, operanti a favore dei soggetti con autismo.
Ho iniziato l’esperienza con non poco timore, nella consapevolezza, inquietante, di sottrarre tempo alle mie radio, in una stagione, peraltro, molto delicata per i bilanci aziendali e la serenita’ delle quasi 30 professionalita’ che vi lavorano, oramai da anni.
Facendo tesoro della mia esperienza manageriale ho cominciato a mettere a frutto l’affinata capacita’ d’ascolto in un tavolo tecnico, presso l’ASL di Avellino, alle prese con l’avvio di un progetto di circa 8 milioni di euro, in procinto di partire nel cuore della mia provincia, a S.Angelo dei Lombardi (Av). A ruota, poi, dovrebbe entrare il funzione il Centro per l’Autismo, un progetto, partorito quasi 20 anni fa, alla frazione Valle di Avellino, e mai giunto al traguardo, per un’intricata questione urbanistica.
Ebbene, agli interventi rabbiosi, ma ricchi di conoscenza da parte di genitori, rappresentanti le diverse associazioni operanti sul territorio, fanno da contraltare repliche di dirigenti dell’Asl, di esponenti del Provveditorato agli studi, di rappresentanti dei Piani di zona.
A sentire gli ultimi , pronti a fare tutti la loro parte, quasi cominci a credere che la deficienza del sistema nei confronti del “ problema autismo “ possa essere sconfitta da un’energica azione corale; solo per il vissuto che hai, poi, non sei portato a dissociarti dai toni alti di chi il problema lo vive non per sentito dire.
Ma, mentre in quella sede, ascolti cose teoriche, il grigio destino ti sbatte in faccia la crudelta’ di cose pratiche, legate alla quotidianita’ di chi vive con un figlio affetto da deficit cognitivo comportamentale, alle prese con una scuola pubblica in cui convergono insegnanti di sostegno che, oltre la loro sensibilita’ personale, poco o nulla hanno delle tecniche di approccio con tali soggetti. E’ di qualche giorno la doccia fredda: il consiglio di classe ,all’unanimita’, ha deciso di ridurre la frequenza scolastica di mio figlio Bryan,16 anni, a sole due ore giornaliere, dalle 9 alle 11.
Con tono sostenuto , a seguito di una mia richiesta via mail, la dirigente scolastica e’ stata solerte a stigmatizzare l’assenza mia e di mia moglie alla convocata riunione del consiglio di classe, omettendo, pero’, di evidenziare che a quella riunione era assente anche la rappresentante della neuro-psichiatria infantile (benche’ invitata) dell’ASL competente per territorio.
A scuola , mio figlio e’ vivace e non facile quando finisce in frustrazione; ma come non pensare che intorno a Bryan hanno ruotato, a girandola , diversi insegnanti di sostegno, negli ultimi mesi, in barba alle critiche capacita’ di adattamento del soggetto autistico !!!
A dimostrazione del vuoto di questa dolorosa esperienza anche il fatto che la scuola , da tempo, non ha riservato a Bryan neanche un’aula, ne’ ha potuto inserirlo in una classe di normodotati, Io e la mamma non abbiamo mai preteso di essere coinvolti nella “didattica riabilitativa “, ma fidavamo in un elementare sostegno. Invece, hanno inteso ridurci anche questo conforto minimalista, comprimendo irragionevolmente ed illegittimamente le ore scolastiche. ( forse, sarebbe meglio dire di compagnia) dopo che lo scorso anno, arrivati in ritardo all’iscrizione, venimmo accolti con grande sensibilita’ .
Eppure non mi sfugge l’affetto degli insegnanti di sostengo …non mi lascia indifferente ,davvero. Leggo nei loro volti una delicatezza che non riesco a descrivere benche’ non possa esimermi dal pormi sempre la stessa domanda, con insistenza tantalica: “ Bryan a scuola , all’ISISS DE LUCA di Avellino , non lo vogliono perche’ autistico “ ?
Rocco URCIUOLI – Aiello del Sabato (AV)