Sabrina Paravicini mi risponde…Le mie parole sono state troppo severe
La mia riflessione di ieri è stata senza alcun dubbio cruda. Io sono fatto così e se ho la percezione di subire un torto reagisco, la mamma non mi ha fatto buono mi dispiace. Ancora di più mi dispiace però, e sono sincero, avere provocato un dolore a Sabrina Paravicini, che mi ha telefonato questa mattina per dirmi le sue ragioni. Le ho chiesto di scrivermele così le avrei pubblicate e doverosamente dato evidenza anche al suo punto di vista. Detto questo nessun rancore e sinceri auguri per il suo lavoro e per la sua vita.
Il pezzo “fastidioso” era: “Sabrina Paravicini le ricordiamo che noi autistici per niente gentili abbiamo un nome”
Proprio per sdrammatizzare e meglio descrivere il mio stato d’animo in questo momento mi raffiguro come mostro cattivo nell’atto dell’azzannamento della povera Sabrina. Capita spesso, ma non è mai bello sentirsi dire da una donna di averle provocato disagio.
Io nella versione zombie e Sabrina Paravicini
Buongiorno Gianluca,
ci siamo appena sentiti al telefono,
come le o ho detto appena mi hanno girato il suo articolo le ho telefonato per chiarire che il fatto di non avere citato nel libro il suo nome e quello del film è stato solo un eccesso di cautela nei suoi confronti e quelli di suo figlio, perché a differenza di tutte le persone che ho citato (quasi esclusivamente per nome e non per cognome, sempre per tutela) noi non ci conosciamo personalmente.
Come le ho spiegato davo per scontato che parlando del film che fosse talmente visibile da essere immediatamente riconosciuto senza doverne citare il titolo, visto che conteneva anche il nome di suo figlio, film che ho visto su Sky e che per me, come le ho detto, è stato il motore che mi ha spinta a fare il nostro film e poi questo libro.
Ho sbagliato a non telefonarle prima per chiederle il permesso di scrivere il suo nome e quello del film nel libro, se non l’ho fatto è solo perché seguendola da sempre, avendo visto il suo film e letto tutti i suoi libri conosco la sua “ruvidezza” e mi aspettavo che lei non avesse piacere che qualcuno “usasse” il suo nome e quello del suo film. Ho pensato esattamente il contrario di quello che ha pensato lei leggendo il mio libro, volevo essere discreta, ma ho sbagliato. Mi dispiace. Mi dispiace di quello che lei ha scritto, non ignoro e non voglio ignorare nulla del mondo che lei racconta e dove io mi sono ritrovata da dieci anni, difficilissimi come anche lei sa bene.
Non sono di Roma Nord, ma di un paesino della Valtellina dove oggi non c’è neppure un pronto soccorso funzionante, non faccio “questo lavoro” perché da dieci anni un lavoro come scrivo nel libro non ce l’ho più. Mi dispiace molto averla dispiaciuta.
Le allego qui il link del film Be Kind, che ho fatto con sincerità e con amore insieme a mio figlio, anche io ho fatto un crowdfunding e mi sono autofinanziata, Sky e Rai ancora non l’ha voluto visionare, film che ho fatto perché il suo per me è stato uno spunto importante.
Spero di poterla incontrare per chiarire meglio. La sua “ruvidezza asperger” continuerò ad amarla, ho sempre pensato che lei ha il dono/onere di esporsi totalmente anche per tutti noi altri genitori che spesso non ne abbiamo il coraggio, ci limitiamo a un commento, una parola.
Sono dispiaciuta per le sue parole che ho trovato molto severe, forse troppo. Anche io combatto a mio modo, come le mie modalità, con le forze che ho.
In fin dei conti come ha detto lei, siamo soli in questo mondo.
A presto, spero che il film le piaccia anche se è molto diverso dal suo.
Sabrina Paravicini