Missione compiuta: Pole Pole la barca degli autistici arriva a Trieste. Ma il viaggio non finisce qui
In questo periplo per l’autismo si vive anche un proprio personale viaggio. Bello alcune volte, altre per nulla facile. Una odissea forse…un qualcosa di grande, perché sconosciuto, da vivere giorno dopo giorno. Non solo la fatica del navigare di ore e ore ma di tante altre cose che in effetti contano molto ma molto di più : quelle cose che muovono al viaggio in ognuno di noi. Davanti a tutto questo perdo le parole…dopo quasi 60 giorni di mare non sei più in viaggio…. Si è viaggio!
Andrea Contini
Pole Pole, la barca a vela di dodici metri che sta circumnavigando l’Italia con il suo equipaggio di ragazzi autistici (alla fine saranno 32, suddivisi in sedici tappe, tre giorni di navigazione ciascuna), a questo punto del viaggio sta risalendo l’Adriatico e molto presto arriverà a Trieste.
Per il suo nocchiero Andrea Contini (accompagnato dal fotografo Emanuele Dello Strologo che immortala con la sua macchina i momenti più belli) è quasi tempo di fare bilanci di questa meravigliosa avventura. Lo raggiungiamo mentre sta veleggiando al largo della costa tra Abruzzo e Marche, dove, a sottolineare l’unicità di questa esperienza ha pure incontrato un nuovo amico: un piccione viaggiatore che nelle acque pescaresi si è issato a bordo e non se ne vuole più andare: “Il nostro passeggero inatteso è un piccione della Soc. Piave di Treviso. Ha bevuto e ora resterà con noi finché ne avrà voglia”. Nel lungo percorso ci sono avvistamenti di delfini e anche di balene e ora c’è anche un piccione viaggiatore.
Insomma Andrea è proprio il caso di dire che Pole pole e cioè piano piano state arrivando alla tappa finale il porto di Trieste. Qual è il tuo stao d’animo ora? Cosa pensi? E poi che succede?
Bè una volta arrivato a Trieste dovrò riportare Pole Pole a casa. A Genova. Questo è stato un viaggio unico, incredibile. Potente. Qua
ndo si dice che il viaggio ti lavora dentro… In qualche modo ti forma…ancora…sempre. Lontano da casa si vivono anche momenti malinconici, non solo festosi. Anche duri, difficili perché casa e lontana. Però in barca con i ragazzi, l’ equipaggio e i familiari o accompagnatori si crea una piccola comunità viaggiante dove ognuno porta la propria vita a bordo, la propria storia. Così è sempre. Anche se non si vuole.
E a questi ragazzi che hai portato in mare cosa gli resterà dentro?
I ragazzi a bordo sono stati tutti meravigliosi. Hanno vissuto il piacere del navigare e del fare reciproca conoscenza. Dell’essere gruppo. Dell’essere tutti sulla stessa barca, uguali nel esser tutti peculiari. Così siamo tutti noi
C’è qualche episodio bello che non potrai dimenticare?
I momenti più belli sono tanti…tanti i ragazzi conosciuti e le loro vite e gli aneddoti per me preziosi. Davide che vede per la prima volta i delfini, i Grampus, la balena intercettata nello stretto di Messina. Tanti delfini e i 2 giorni condivisi con i ragazzi di Mascalzone Latino. Perché Pole Pole vuol andar oltre le categorie ed è importante sottolineare che questo viaggio è di tutti.
E dopo Pole Pole, quale sarà la prossima impresa? Scriverai un libro su quest’esperienza?
La prossima impresa… Ho in mente un altro viaggio ma ora è prematuro. Se riuscirò a fare tutto bene, bene, per me sarà il massimo. Qualcosa che segnerà la mia biografia. E il mettere insieme questo viaggio in me una volta a casa. Quella sarà la prossima impresa…
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