Assessora Mammì laureata in autismo: che farà per il Casale, speranza di noi autistici?
Fcebook è implacabile, ti impedisce di dimenticare il passato, anche quando per te sarebbe meglio non pensare più al tempo perduto, alle delusioni, alle amarezze. Ecco quindi che mi ritrovo davanti una passeggiata che, esattamente dodici mesi fa, mi ero fatto dalle parti di quello che, per convenzione, chiamiamo da anni “il Casale delle Arti”. Già un anno fa eravamo rassegnati nel guardare le rovine di un nostro sogno comune. E’ cambiato qualcosa da allora?
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Nulla è cambiato….Quel posto resta desolato, in rovina, a beffa di ogni promessa fatta, di ogni impegno, di ogni pubblica dichiarazione. Cosa è successo in un anno su quel fronte? Nulla!!! Probabilmente si saranno tutti adagiati sul fatto che la nostra vita sia molto difficile, le nostre forze non sono infinite, la pressione personale che ci impone la gestione familiare di ognuno di noi alla fine prevale su ogni battaglia che ingaggiamo all’esterno delle mura di casa nostra. Almeno per me è stato così. Mi guardo alle spalle e non vedo più nessuno…Alla fine ha vinto chi si augurava, pur avendo il mio stesso problema, che questo progetto restasse lettera morta, così per una sorta di “cupio dissolvi”, pensando che volessi accaparrarmi chissà quale vantaggio personale. Mal comune mezzo gaudio qualcuno avrà pensato…
Le istituzioni sono scomparse. C’è stata una grande scesa in campo il 2 aprile per inaugurare un progetto di attività scolastica in istituti agrari, che doveva essere una sorta di piano B in attesa che la vicenda del Casale Gomenizza si sbloccasse. Per qualche mese abbiamo lavorato in quelle scuole ed è stata anche una bella esperienza. Siamo grati a chi si è impegnato del Miur, dei dirigenti scolastici, degli insegnanti, degli educatori, dei medici e psicologi. Certamente, ma è un’altra cosa dal destinare uno spazio pubblico abbandonato e in degrado alla rinascita di un’idea socialmente utile e innovativa. Volevamo fare qualcosa che non c’è, al momento so solamente che continuerà a non esserci.
Per amore della verità in questo anno c’è stato più di un tentativo concreto della Regione Lazio di farsi assegnare dal Comune di Roma quell’edificio per poter realizzare a sua volta il progetto. Ricordiamo che la Regione lo aveva in uso e lo aveva restaurato anni fa, ma la proprietà era del Comune di Roma, al tempo tra le due amministrazioni c’era una comprensibile tensione per divergenze politiche, ma oggi sono alleati di Governo…Cambierà qualcosa? Con il Comune di Roma, da parte nostra, abbiamo avuto interlocuzione ininterrotta, ma senza nessun risultato concreto. Infinite parole, soltanto parole, ma nessuno che almeno ci dicesse: “non se ne fa nulla, fatevene una ragione…”. La sindaca Raggi è venuta ad aprile ad inaugurare la nostra attività nelle scuole, ha detto “Finalmente le cose si stanno facendo nella maniera giusta…” Poi in realtà del Casale Gomenizza non si è più parlato.
La novità è che ieri in Campidoglio è stato fatto un rimpasto di assessori. In teoria dovremmo ricominciare tutto da capo con nuovi interlocutori. Ora a occuparsi delle politiche sociali c’è una nuova e giovanissima assessora di 32 anni: è Veronica Mammì e dalla sua biografia apprendiamo che è laureata con una tesi sull’autismo:
“Ho conseguito la Laurea Specialistica in Psicologia Clinica e delle Comunità con una tesi intitolata ” Indagine esplorativa sulle dinamiche relazionali in famiglie con un figlio autistico” nell’anno 2010/2011 con una votazione di 105/110. Durante la specialistica, come tirocinante, mi sono interfacciata con il mondo della disabilità psichica infantile, in particolare con l’autismo, Ho da poco terminato il tirocinio post-laurea della durata di un anno al Policlinico Tor Vergata. Grazie a questa esperienza ho acquisito competenze comunicative e di ascolto nell’ambito delle relazioni sociali e cliniche. Ero collocata, come tirocinante, in Direzione Sanitaria di Presidio, nell’area delle emergenze, mi sono trovata spesso a frequentare il reparto di terapia intensiva e li ho visto delle situazioni che dal punto di vista personale e professionale mi hanno arricchito molto. interfacciarsi con la morte soprattutto alla mia età nella quale si è prospettati verso la vita, mi ha dato la possibilità di comprendere ancora di più il senso e il valore della vita stessa.
Sembrerebbe l’interlocutrice ideale! Quale miglior esordio potrebbe essere per lei riprendere in mano e risolvere una questione che sembra essere stata seppellita in maniera “imbarazzante” per l’intera amministrazione, quale migliore occasione per dimostrare “il senso e il valore della vita stessa” facilitando un bel progetto che restituirebbe una speranza di vita alle persone autistiche e alle loro famiglie, le cui esistenze sono massacrate dall’incertezza per un futuro dignitoso. Queste situazioni però l’assessora Mammì dovrebbe conoscerle bene, si è specializzata all’Università di Tor Vergata che del nostro progetto è partner scientifico… Servirà a qualcosa? Sinceramente non ho una risposta certa. Mio figlio cresce e io invecchio, non so se ce la farò a ricominciare tutto da capo…