E’ morta Delia Vaccarello. Noi cervelli ribelli le volevamo bene…Per quanto sia per noi possibile!
E’ morta poco fa Delia Vaccarello, la scrittrice antropologa, grande battagliera contro le discriminazioni d’ogni genere, e biografa di “Principesse Azzurre”. Era un’amica, anche se avevamo perso i contatti da anni, come succede sempre per chi ha vite complicate come le nostre. A lei associavo bei ricordi lontani, vacanze spensierate in sardegna, quando Tommy e Filippo erano piccolini, io avevo un tempo a disposizione che ora mi parrebbe infinito.
Potevamo permetterci di stare anche un mese in una casetta affittata sul mare dalle parti di Tarros. Erano i tempi delle nostre scorribande con Barbara Alberti, Filippo Martinez e altri Cervelli Ribelli con cui organizzavo follie chiamandoci “Accademici perduti del Giudicato di Arborea”. In quella compagnia di giro conobbi Delia Vaccarello, era molto appassionata del piccolo Tommy, che bazzicava sempre con noi adulti e crescendo sviluppò la stessa criniera ricciuta che aveva lei.
Ci frequentammo anche nella fase romana, venne ospite di qualche mio programma sui temi LGTB di cui lei fu in Italia un’avanguardia poetica formidabile. Un giorno mi accorsi che aveva scritto del mio primo libro su Tommy “Una notte ho sognato che parlavi”. Mi sorprese perché non ci sentivamo da anni e ci eravamo lasciati quando ancora non avevo nemmeno focalizzato di avere per le mani un problema grosso di autismo da gestire: “Con eloquio irrefrenabile e razionalmente sorvegliato, ricco di iperboli e non privo di termini inventati, Gianluca Nicoletti scrive di Tommy e di sè, creando tra il lettore e il figlio quella relazione alla quale il ragazzo è totalmente indifferente. Una testimonianza inevitabile perchè sono ormai uno appendice dell’ altro e il giornalista al silenzio sicuramente non si rassegna.”
Le scrissi subito via Facebook perché non avevo nemmeno più il suo telefono, mi rispose con la sua impagabile modestia: “Carissimo il lavoro che hai intrapreso è inestimabile. E ti ringrazio di aver apprezzato il mio minuscolo contributo. ” Ci siamo fatti qualche chat con le solite promesse di vederci, era il periodo in cui l’Unità per cui Delia lavorava stava nella sua fase acuta di crisi prima di chiudere i battenti, per lei come per altri colleghi significava la fine del lavoro. Ho provato a tirarla su, senza crederci nemmeno io…A agosto sarebbe andata in cassa integrazione e non si faceva illusioni: “Come sai quando si chiude è difficilissimo riaprire…” mi disse e sono le ultime parole che scambiò con me. Era il 25 settembre 2014 alle 14.05, come implacabile ha registrato la chat di Facebook.
Da allora sono passati esattamente altri 5 anni senza che Delia e io avessimo trovato motivi comuni per sentirci, capita anche quando ci si vuole molto bene, è la vita di chi ha vite complicate, l’ho già scritto qui sopra. Sarebbe stato meglio che non fosse stata la sua morte a darmi questa occasione…Un bacio Delia anche da Tommy che con la tua bella testa ha tanto in comune.
Delia Vaccarello
Sorriso, caparbietà, precisione, con l’anima sicula dai mille colori, quelli dell’attivismo arcobaleno per cui Delia Vaccarello giornalista, scrittrice ed instancabile attivista, ha combattuto per tutta la vita. Si è spenta nella sua adorata Palermo la sera del 27 settembre, dopo un’altra lotta più silenziosa e combattuta fuori dalle piazze, quella contro il cancro che durava da tredici anni. Seppur fosse sempre in prima linea, la sua è stata una lotta pacata, fatta di parole messe in fila una dietro l’altra, a costruire articoli e pubblicare libri per cui le sono stati conferiti riconoscimenti per il grande impegno e la militanza nel movimento LGBTQI. Una donna forte il cui coraggio è stato ricordato dalle principali voci e dai media della comunità rainbow.
“Non è stata una guerriera. Delia voleva solo vivere ed essere felice. Così esile, così forte e coraggiosa. Così unica.” – scrive la collega Daniela Amenta sulle pagine di Globalist.it e continua dicendo – “Perdiamo il motore e l’anima di qualunque movimento per i diritti civili. Sull’Unità, il suo giornale (che non esiste più e non può neppure ricordarla se non attraverso il dolore privato di noi sue compagne e compagni) ruppe il silenzio, i pregiudizi sul mondo Lgbtqi con una rubrica che è entrata nella storia”. “
Abbiamo appreso della morte di Delia” – dichiara Fabrizio Marrazzo portavoce di Gay Center – “Con lei abbiamo perso prima di tutto un’amica. Delia è stata tra le prime se non la prima giornalista lesbica a dichiarasi ed occuparsi attivamente della nostra comunità” – e continua – “Fu testimonial del Roma Pride nel 2010 e anche lei fu vittima di vari episodi di omofobia, sia nella vita professionale sia in quella privata. In particolare ricordo quando perse la sua compagna, all’epoca non esistevano le unioni civili, si ritrovò ad essere un’estranea senza diritti e senza avere più nulla della sua compagna, se non la sua memoria.
La ricorderemo per la sua forza e la sua passione, oggi la nostra comunità perde un’esponente di rilievo. La nostra presidente Angela Infante, che ha condiviso con lei molti momenti scriverà una lettera in sua memoria nei prossimi giorni”. Il saluto commosso per la recente perdita arriva anche da Imma Battaglia, che ricorda Delia scrivendo: “Una compagna di lotta, una donna coraggiosa con grande capacità di scrittura. Una vera artista. Un’autrice attivista che non ha mai nascosto la sua vita ed ha fortemente contribuito alla crescita di liberazione del movimento ed in particolare delle donne lesbiche. Sentiremo profondamente la sua mancanza. Una vita alla ricerca della propria e della nostra libertà, per cui ha pagato il suo esporsi. Sono certa che dove Delia andrà, riceverà un premio per esser stata una tra le donne più importanti di questa nostra storia. Il modo con cui Delia raccontava l’amore tra le donne, con un’intensità e drammaticità senza paragoni, era davvero unico, proprio come lei. Grazie Delia, Riposa in Pace”.
“Io perdo una sorella ed il movimento perde una grande attivista”, dichiara Franco Grillini a Gaynews.it, che ricorda anche la grande capacità d’insegnamento della giornalista che, tra i suoi ultimi impegni letterari, ha anche redatto la prefazione al libro Torniamo a Stonewall (ed. Villaggio Maori) che uscirà postumo. I funerali si terranno a Palermo in forma privata. (Da Il Messaggero. Sabato 28 Settembre 2019 di Roberta Savona)