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A Verona il IV Festival dell’ “Outsider Art” per mettere in mostra la creatività dei Cervelli Ribelli

Dal 4 al 6 ottobre si è svolto a Verona “Memoria futura – IV Festival dell’Outsider Art”, organizzato da Daniela Rosi, docente all’Accademia delle Belle Arti di Verona e presidente del LAO (Laboratorio Artisti Outsider), e dal Nuovo Comitato il Nobel per Disabili. Il festival ha coinvolto vari punti della città con mostre, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche allo scopo di dare voce e mercato alle opere di artisti che la società tende a rinchiudere in spazi fisici, oltre che mentali, disconoscendo loro la possibilità creativa. E invece l’arte in generale, deve molto al loro contributo.

Il Festival si è aperto con la mostra “Macchie”, opere pittoriche di Diego Salezze, artista divenuto famoso grazie al Presidente Mattarella. Durante il discorso di fine anno2018, l’attenzione di milioni di spettatori venne catturata da un quadro posto alle sue spalle e che, solo al termine del discorso, lo stesso Presidente rivelò si trattasse dell’opera di un artista nello spettro autistico. Diego era presente all’inaugurazione della sua mostra e quello che mi ha profondamente colpita è stata l’intensità di espressione artistica, il suo essere vero e potente nell’arte, con atteggiamenti e sguardi che non ritrovavi nel quotidiano, ossia in situazioni ordinarie con le quali è indubbia la sua difficoltà a relazionarsi. Si aggirava tra gli stand degli atelier provenienti da tutta Italia senza mai fermarsi, apparentemente immerso in un mondo suo, ascoltando i saluti di chi lo conosceva e di chi semplicemente si complimentava per il suo lavoro.

Nonostante la notorietà, l’autismo rappresenta sempre un limite per i neurotipici e sono rimasta attonita nell’assistere allo scambio di battute di una signora che chiedeva a Diego come stava scandendo bene le parole come se parlasse con uno straniero. È indubbio che per molti è ancora difficile pensare che le persone autistiche possano essere altro da un coacervo di atteggiamenti strani. Sono riuscita a stabilire un contatto con lui attraverso l’arte riuscendo a dirgli, mentre gli camminavo accanto per un breve tratto, che trovavo bello, vivo e penetrante il quadro blu, tanto da fermarmi spesso a distanza per poterlo ammirare in tutta la sua carica espressiva. La cosa deve avergli fatto piacere ma, soprattutto, deve avermi percepita vera nella relazione. Ciò che gli avevo detto non erano parole buttate a caso, ci credevo veramente, perché mi aveva poi vista nella sala espositiva a fotografare la sua opera da varie angolature. Me lo sono, perciò, ritrovato accanto alla mostra di un collettivo di artisti outsider che si è tenuta alla Chiesa di San Fermo Maggiore e, a quel punto, ho continuato a parlare con lui di arte condividendo i miei gusti. In pratica ci siamo scoperti simili, appartenenti alla stessa specie, che è poi quella umana.

Il giorno dopo ho partecipato al laboratorio tenuto da Caterina Marinelli, scultrice straordinaria, nota come quella che riproduce i cani. È entrata accompagnata da Dance, uno stupendo pastore bergamasco femmina, anche lei con dreadlocks. Le due ore che sono seguite sono state estremamente intense. Caterina è riuscita ad insegnare a persone, spesso incapaci a cimentarsi con qualsiasi tecnica artistica, con un linguaggio diretto, semplice e, soprattutto, con la dimostrazione dal vivo. Un parlare per immagini, per l’appunto. Ognuno di noi è stato in grado di produrre un animale usando fogli di giornale e nastro adesivo. La mia postazione era di fronte a lei e un paio di volte mi ha chiesto se fossi in difficoltà, ed effettivamente lo ero. L’abbozzo che stavo costruendo sembrava tutto fuorché il mio cane. “Devi immaginarlo”- mi ha detto, mentre con rapidità di gesti conferiva a quel mio mostriciattolo un’inclinazione che faceva emergere l’idea e quindi tutta l’opera. Noi neurotipici siamo stati studenti attenti ai suoi insegnamenti, felici di essere in quella master-class e di avere avuto l’opportunità, non solo di conoscerla, ma di lavorarci accanto.

Il Festival ha dato visibilità agli atelier partecipanti favorendo gli scambi e la creazione di una rete di contatti. Era presente Progetto Autismo FVG onlus con le opere dei suoi artisti sia su tela che in altri contesti estremamente interessanti. Sono ormai famosi i sandali da loro prodotti per la casa di moda Marni e che sono stati esposti ad Hong Kong. Sul tavolo erano in bella mostra alcune bottiglie artistiche, pezzi unici molto belli, facenti parte di un progetto con l’azienda Vitivinicola Specogna di Corno di Rosazzo (UD).

Con il concerto di chiusura ci siamo dati appuntamento al 2020 a Bologna con l’entusiasmo di chi sa che qualcosa finalmente si sta muovendo perché l’arte è arte ed è solo il contesto che fa dire che si tratta di outsider art.

Gabriella La Rovere


Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

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