Il mago degli effetti digitali di Hollywood fa videogiochi per aiutare gli autistici a socializzare
Quando il videogioco non è demonizzato ma diventa uno strumento “salvifico” in grado di aiutare i bambini, ragazzi, giovani adulti e adulti stagionati dello spetto autistico a relazionarsi con il mondo esterno. Quando, a sorpresa, si deifica un classico prodotto ispirato alla realtà aumentata che di per sè non sconvolge più, perché è ovunque dai film di fantascienza, di fanta-psicologia, di fanta-spiritismo ai videogames casalinghi che ti fanno ballare, cantare, giocare a tennis, sciare, scapicollarsi su montagne russe ecc, per non parlare,poi, delle “visioni virtuali ed immersive” nel passato, ad esempio nell’antica Roma, durante le visite a monumenti, ruderi ti colpisce , ecc.
L’importanza della fruizione ludo-spettacolare in chiave terapeutica-riabilitativa di un videogioco che aiuta gli autistici è emersa con grande enfasi e grancassa mediatica dopo la sua presentazione a Roma durante il Convegno Shaping the future of Pediatrics, organizzato dall’Ospedale Bambino Gesù. Il suo creatore è americano, si chiama Louis Attard,e di lavoro fa il mago degli effetti digitali a Hollywood. Attard è il numero uno: ha vinto l’Oscar per il film “Il Gladiatore” e h firmato film importanti come “Lost in space” e il “Libro della Giungla”. Come succede spesso in questi casi si è avvicinato al mondo dell’autismo perché sua figlia Giuliana di sei anni è autistica. “Aiutare i piccoli con autismo è stato il mio primo interesse, ma davvero non avevo nessun canale per arrivare a loro. Da lì, l’idea di utilizzare le mie competenze per creare qualcosa che anziché segregare i bambini con una diagnosi di autismo, gli consentisse di fare giochi sociali” ha spiegato Attard “Negli Usa ci sono le classi speciali per loro, possono prendere solo gli scuolabus dedicati, seguire i percorsi formativi previsti, insomma vengono separati dai loro compagni, tenuti a parte. Non mi piaceva”.
E siccome negli Usa, volere è potere, si è dato subito da fare per realizzare il suo progetto senza che nessun impedimento di ordine giuridico-burocratico- politico ecc. lo potesse intralciare. Attard ha creato una società con l’idea di realizzare un videogioco che aiutasse i bambini con autismo a sviluppare rapporti con l’ambiente e i coetanei: “Siamo partiti dalla ricerca scientifica, abbiamo cercato il contatto con i medici, lavorato sulla terapia del movimento, studiato le possibilità con l’intelligenza artificiale. Quando abbiamo finalmente capito come agire, abbiamo creato gli effetti visivi giusti, i movimenti giusti. Oggi il videogioco disegnato da Playing Forward e il Los Angeles Children’s Hospital è disponibile gratuitamente per chiunque ne abbia bisogno”.
Adesso di video ce ne sono quattro e vengono impiegati dai medici del Los Angeles Children’s Hospital, che si collegano al gioco e lo manipolano a seconda delle esigenze, anche per i bimbi con problemi motori a causa di patologie oncologiche, chemioterapia, interventi, emorragie cerebrali. “Questo metodo rivoluziona completamente il modello di assistenza – dice Attard – è stato disegnato per essere utilizzato da casa dai bambini, che indossano un visore a realtà aumentata che li proietta in un ambiente in cui interagiscono. Dall’altra parte c’è il medico che si collega dall’ospedale con un casco. In questo modo anche l’abbattimento dei costi è totale. L’impatto è enorme per pazienti, medici e istituzioni. Questo progetto inoltre dimostra come l’esperienza nell’intrattenimento possa fornire opportunità nell’impegno sociale”.
Ora il videogioco del premio Oscar potrebbe arrivare anche in Italia grazie al lavoro degli esperti che stanno ridisegnando il presente e il futuro della pediatria.
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