Atelier Cervelli RibelliCosa fare

Si lavora al nostro atelier dei Cervelli Ribelli

 Si, ci siamo messi al lavoro! Nessun periodo è migliore del lungo ponte di Natale per rimboccarsi le maniche e dare finalmente un’occhiata a fondo sullo stato del locale che ci siamo comprati per farne un modello di atelier per “Cervelli Ribelli”.

Il posto è bello grande, ma lo stato di conservazione lascia molto a desiderare, d’altronde fosse stato in perfette condizioni non ce lo saremmo mai potuti comprare, ci siamo riusciti proprio perché ci vorranno come minimo almeno  120k di lavori per ristrutturalo e adattarlo alle nostre esigenze.

C’è molta umidità di risalita e le pareti vanno risanate, abbiamo rimosso le coperture che nascondevano lo stato degli intonaci e ci siamo accorti che c’è un bel lavoro da fare solo per risanare la struttura, poi penseremo alla progettazione degli impianti. L’idea è che debba diventare un posto bellissimo e all’avanguardia assoluta per le soluzioni tecniche e strutturali che impiegheremo per allestirlo. Dovrà essere pure un capolavoro di domotica collaborativa, la tecnologia sarà il primo supporto all’inclusione di chi qui passerà il suo tempo. Come scrivemmo più di cinque anni fa nel manifesto di “Insettopia” vorremmo realizzare:

“Un contenitore permanente per accogliere e lanciare startup di chiunque ci proponga un uso spropositato e folle di ogni supporto che la tecnologia potrà metterci a disposizione per rendere migliore la vita degli autistici. Un posto dove progettiamo, adattiamo e perfino forziamo la destinazione d’uso primaria di ogni oggetto elettronico, dispositivo informatico, applicazione, meccanismo o protesi emotiva che possa rendere più agevole la vita dei nostri ragazzi, come pure vogliamo fornire loro occasioni concrete di sperimentazione per socialità, inserimento professionale, autonomia di vita.”

E’ straordinario per noi immaginare che dopo tanto tempo speso a cercare supporto istituzionale ora questo possiamo costruircelo con le nostre mani e proporlo al resto del mondo come un modello inclusivo replicabile di alternativa all’internamento per persone neurodiverse. 

In molti ci hanno scritto dopo il precedente articolo in cui davamo notizia della nostra iniziativa, tra questi c’è chi generosamente ci ha offerto di contribuire concretamente alla realizzazione. Siamo veramente grati e commossi, ma ci teniamo a dire che questo tipo di lavoro non può essere realizzato facendo “collette”, la sfida è molto più ambiziosa, noi vorremmo fare di ogni fase della costruzione di questo “luogo che non esiste” un grande laboratorio dalle pareti trasparenti. 

Stiamo per lanciare un formidabile “racconto a tempo reale” di tutto quello che accadrà tra queste mura ammuffite da gennaio fino ad aprile, lo faremo mettendo in campo mezzi potenti e partner d’eccezione. Chi vorrà potrà seguire passo passo lo sviluppo del nostro atelier  dei Cervelli Ribelli, potrà anche esserne parte se si sentirà chiamato in causa, avrà così modo di dimostrare le sue competenze ed eccellenze nel proporci soluzioni tecniche che possano rappresentare l’avanguardia più avanzata nel campo della progettazione, dell’impiantistica, della scelta dei materiali e delle soluzioni architettoniche. 

Noi intendiamo coinvolgere nel nostro progetto il fior fiore delle aziende che producono materiali, impianti e accessori. Qualcuno ha già risposto alla nostra chiamata, presto sarà visibile ogni nostro contatto e ogni soluzione che ne potrà nascere. Come pure il modello di  micro impresa sostenibile, l’individuazione di un brand, la scelta delle attività che dovranno far camminare il progetto con le proprie gambe il prima possibile, deriverà dal contributo di altissime competenze gestionali e giuridiche che, assieme a noi, studieranno per una proposta di “dopo di noi” che dovrebbe segnare un passo avanti concreto, dopo tutte le parole che sono state spese in questi ultimi anni su questo tema.

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Insomma non pensate alla solita “poracciata”, solo perchè vi facciamo vedere Tommy con i guanti da lavoro a fare l’operaio. Chi ha messo e metterà le mani nella nostra grande opera rappresenterà il fior fiore dei professionisti del suo settore, anche se la sua competenza sarà quella di smaltire laterizi marciti. Tommy al momento si diverte, io gioco con lui trattandolo come docile Golem da fatica. Tommy è “il marchio”  di tutto questo, lui già lavora esistendo ogni giorno e resistendo con tenacia al suo destino di scomparire dall’orizzonte per la gioia di chi ci vorrebbe sedati e sotto chiave.

Gianluca Nicoletti

Giornalista, scrittore e voce della radio nazionale italiana. E' presidente della "Fondazione Cervelli Ribelll" attraverso cui realizza progetti legati alla neuro divergenza. E' padre di Tommy, giovane artista autistico su cui ha scritto 3 libri e realizzato due film.

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