Quando ci tratteranno tutti “come una regina” !
Giorni fa fui colpito dalla notizia di un alto prelato messo a capo di una commissione ministeriale che prenderà decisioni sul futuro degli anziani in Italia. Mentre ne scrivevo per il mio giornale pensavo al possibile allargarsi di questo deriva alla gestione dei nostri “cervelli ribelli”. Confesso che da allora mi provoca sonni agitati… Qualcuno mi ha dato del senza dio, altri mi hanno sottolineato la figura degnissima dell’arcivescovo in questione (che non discuto!). Sicuramente è un mio limite, ma non riesco a immaginare diversamente da un passo indietro nel tempo sottomettere il proprio operare a chi dovrebbe gestire le anime, quando si dovrebbe prendere decisioni che riguardano la miglior vita terrena di persone fragili. Il mio è solo un anelito alla leggerezza di una visione laica dell’esistenza, sia chiaro. Nell’indifferenza delle grandi firme della difesa della modernità per fortuna ci sono anche colleghi a cui non è sfuggito tale paradosso, come l’ottimo Gianluigi Nuzzi che va più nel profondo di aspetti concreti . O di Paolo Flores D’Arcais che argomenta molto più seriamente di me. Io mi son fermato ad Alberto Sordi…
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SPERANZA, LE RSA E IL MONSIGNORE
Il ministro per la salute della Repubblica Italiana, fondata sul lavoro, ha istituito per decreto ( DM 8 settembre 2020 anziani) una commissione che dovrà decidere come migliorare la vita dei cittadini più anziani. A presiedere questa commissione, composta da illustri clinici e consulenti del settore, è però stato incaricato il monsignore Vincenzo Paglia, gran cancelliere del Pontificio Istituto teologico per le Scienze del matrimonio e della Famiglia.
Non ci basta che il cognome del ministro in questione corrisponda a una delle tre virtù teologali; perché a coordinare medici e scienziati è stato messo un arcivescovo? Ha pensato che solo chi ha un rapporto privilegiato con il Padreterno possa illuminare lo staff che dovrà riprogettare, in nome del progresso sociale e tecnologico, quello che faremo nella stagione estrema della nostra vita?
Noi anime destinate al fuoco eterno ci domandiamo: perché proprio un porporato dovrà sedere a capotavola, quando fior di accademici ragioneranno di programmazione sanitaria, economia, demografia, geriatria, epidemiologia, investimenti pubblici?
Ai reprobi, cui confesso di appartenere, sembra davvero singolare, per esempio, che il professor Brusaferro, il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità sia, a sua volta, presieduto da un pur rispettabilissimo signore con uno zuccotto viola, che si occupa di scienza del matrimonio e della famiglia. Cosa ci può essere di scientifico nell’indissolubilità di un’unione sancita da un sacramento? Nulla, oltre il perimetro di una legittima e sacrosanta professione di fede.
E’ necessario assumersi il ruolo sgradevole dell’empio, ma sembra troppo un salto nel passato il mettere un alto funzionario della gerarchia dello Stato del Vaticano a capo di uno team che dovrà indicare una linea operativa al Governo italiano; soprattutto per la soluzione di problemi che richiedono strumenti razionali, come razionale e laico dovrebbe essere l’orizzonte di pensiero di chi è chiamato a formulare proposte per un’alternativa moderna e inclusiva ai pii alberghi, troppo spesso, intesi come caritatevole discarica per vecchietti.
A essere veramente infami, tanto da sprofondare in Malebolge, verrebbe quasi da sospettare che in questa scelta ministeriale serpeggi una voglia di revival delle suore cappellone. Davvero la risposta alla senescenza fisiologica della nostra popolazione rischia di richiamare in servizio attivo gli angeli della misericordia? Coloro che una volta facevano il lavoro che oggi fanno gli infermieri specializzati?
Noi, che sicuramente meritiamo di essere fritti nell’olio bollente, temiamo tale mesto riaffiorare di sentore antico e fuori dalla storia. Non è che abbiamo pregiudizi, siamo solo condizionati da Alberto Sordi che urla: “trattatela come una regina!”, dopo aver scaricato a tradimento la vecchia madre in un ospizio lager gestito da suore.
Era solo un film di satira degli anni 70 dove si parlava di “nuovi mostri”, allora ci si poteva scherzare perché c’era la certezza che quel mondo ce lo saremmo lasciati, prima o poi, alle spalle. Oggi non ne siamo più tanto sicuri. (Fonte: Speranza, le rsa e il monsignore LA STAMPA del 22 settembre 2020)