Signora Breda, per gentilezza chiudiamola qui…
Speravo sinceramente di non dover più avere a che fare con la signora Maria Grazie Breda, dopo la vicenda di cui qui ho riportato. Sono stato sottoposto al consiglio di disciplina dell’ Ordine dei giornalisti su sua precisa istanza, dove parlava di istigazione all’omicidio-suicidio, per un mio articolo di commento a un tristissimo fatto di cronaca, in cui il padre disperato di una donna disabile aveva operato il più terribile degli epiloghi possibili per chi si trovasse nella nostra condizione.
Ora la signora mi scrive specificando che la sua segnalazione non era diretta a me e prendendone le distanze. Singolare dal momento che la documentazione la smentisce. e l’istruttoria ha riguardato me.
Inoltre lei smentisce pure di aver detto qualcosa che, solo secondo lei, io avrei riferito come da lei detto, pur non citandola. Lo trovo cervellotico, il mio era un riferimento generico alle proteste che di solito ricevo quando scrivo sul mio terrore per il destino di mio figlio dopo di me. Si sente coinvolta? E’ un problema suo io non l’ho mai scritto e nemmeno alluso. Dire “non faccia di ogni erba un fascio e venga a vedere come stanno bene gli ospiti del nostro istituto…” Non mi pare comunque contenga qualcosa di disdicevole. Lei non rappresenta istituti? E’ chiaro che allora non sia a lei riferibile, perché tanto zelo nel puntualizzarlo?
Mi chiede di pubblicare questa sua lettera e lo faccio senza problemi, anche se non posso fare a meno di notare che è, più che altro, un’occasione per auto celebrarsi e ribadire quanto lei faccia per il bene del mondo. Le sono grato da parte del mondo ma le sarei ancora più grato se, in futuro, evitasse di occuparsi, in maniera così ideologica, di quello che io dica o scriva.
Nella sua lettera chiama in causa tutti i peggiori mali della società, di cui naturalmente lei si occupa per risolverli, vorrebbe quindi insegnarci come trattarli nell’informazione. Tutti abbiamo da imparare, io per primo, un po’ più di modestia da parte sua però non guasterebbe. Abbia almeno la delicatezza di non invocare la sua maggior competenza per trattare un tema di cui ho quotidiana esperienza personale. Cosa ne sa lei signora Breda di quello che possa passare ogni minuto della vita per la testa di un genitore come me? Come pure in quella dello sfortunato collega-padre di cui ho parlato?
Le sarò infinitamente riconoscente se ora però vorrà lasciarmi in pace, ho un figlio disabile grave di cui occuparmi e sono vecchio, non rubi altro mio tempo per replicarle di nuovo.
Signora Breda Tommy non sarà mai internato! Perché segnalarmi al Consiglio di Disciplina dell’ODG?
Gentile Sig. Gianluca Nicoletti,
Le scrivo per informarla che la segnalazione al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti non è rivolta a Lei, ma al Direttore de La Stampa, Massimo Giannini e agli altri Organi di stampa, perché affrontino la questione con il necessario approfondimento.
Informo altresì che, come ho avuto modo di pubblicare a commento dell’articolo pubblicato sulla pagina Facebook del Network “Per Noi Autistici” e attraverso un messaggio di informazione alle organizzazioni con cui lavoriamo e siamo in contatto, per trasparenza abbiamo ritenuto doveroso pubblicare per intero tutti i documenti della vicenda alla pagina internet « Archivio » [cliccare su Archivio] del nostro sito, compresa una nuova lettera all’Ordine dei giornalisti, che ha fornito a mio avviso una risposta non pertinente alla questione sollevata.
Come ribadisco all’Ordine dei giornalisti nella mia replica, la segnalazione è stata fatta per «aiutare le famiglie a conoscere i diritti vigenti e ad accompagnare “durante noi” il figlio con disabilità alla vita adulta, prima che sia troppo tardi» e ho chiesto «l’intervento dell’Ordine (…) nei riguardi del Direttore Massimo Giannini e un intervento nelle modalità che riterrà opportune, nei confronti di tutti gli organi di stampa, affinché affrontino temi così sensibili con la necessaria competenza». É da tempo, infatti, che chiediamo di intervenire ogni volta che succede una tragedia sia per quanto riguarda le persone con disabilità, sia nel caso di anziani malati non autosufficienti, specie se con Alzheimer o altre demenze o malati psichiatrici.
Come ho scritto nella mia replica all’Ordine, a titolo di esempio ricordo che siamo intervenuti per molto tempo nei confronti delle testate giornalistiche e dei loro Direttori responsabili insieme all’Anfaa, Associazione famiglie adottive e affidatarie e all’Ulces, Unione per la lotta contro l’emarginazione sociale, al fine di ottenere che, a fronte del racconto del fatto di cronaca che riportava il caso di infanticidio, venisse altresì data l’informazione alle donne del diritto a partorire in ospedale in totale anonimato e della possibilità, in base alle leggi vigenti, di chiedere interventi dei servizi pubblici, nel caso volessero scegliere di riconoscere il neonato, oppure del diritto a non riconoscerlo favorendo in tal modo la sua adozione. Questo obiettivo è stato raggiunto in molti casi, anche se è sempre necessario vigilare perché al doveroso racconto della cronaca si affianchi la responsabilità sociale dell’informazione, in particolare quella che interessa/riguarda soggetti deboli.
Analogamente le associazioni di difesa delle donne maltrattate sono intervenute e intervengono per ottenere che non solo siano istituiti, ma anche ne venga data notizia, specie in concomitanza di casi di femminicidio/uxoricidio, numeri a cui telefonare per chiedere aiuto e percorsi protetti sia all’interno degli ospedali, sia nelle sedi delle forze dell’ordine per essere accolte e sostenute, per le denunce necessarie, con la possibilità di avere luoghi protetti in cui poter vivere. C’è ancora molto da fare, ma il percorso è avviato e gli organi di stampa hanno collaborato e collaborano per una informazione corretta.
Allo stesso modo, molto si può fare per evitare che le famiglie con un figlio con disabilità intellettiva o autismo non arrivino alla disperazione che porta a gesti tragici. Bisogna fare di tutto per evitare che uccidere un figlio con disabilità sia l’unica opzione. Fermo restando che l’omicidio, anche in questi casi resta un reato e non va scusato, il mio intento non è di cercare un colpevole da punire, ma quello di sollecitare una collaborazione dei Direttori dei giornali, volta a garantire una informazione completa in modo che i familiari che leggono il fatto di cronaca abbiano una alternativa e che la loro prospettiva sul fatto di cronaca non si fermi al commento, da voi stessi definito «volutamente provocatorio» di un giornalista e padre di un figlio con autismo, la cui influenza sui lettori nelle stesse condizioni, ma con meno strumenti di difesa a disposizione, può essere deleteria.
In relazione a quanto pubblicato sulla pagina www.pernoiautistici.it nell’articolo “Signora Breda Tommy non sarà mai internato! Perché segnalarmi al Consiglio di disciplina dell’Odg?”, Lei scrive: «É possibile che ogni volta che io provi a spiegare episodi di omicidio-suicidio in tale contesto, si solleva il disappunto di chi si sente investito da quanto dico e non ammette che in Italia le condizioni delle famiglie in cui esiste tale realtà sia drammatica? La proposta finora era stata sempre la stessa: ‘venga a vedere come stanno bene gli ospiti del nostro istituto, non faccia di ogni erba un fascio!’. Poi è arrivata anche la denuncia all’Ordine…». La frase risulta dal contesto assegnata alla sottoscritta e ovviamente alla Fondazione promozione sociale onlus.
Al riguardo preciso che la Fondazione promozione sociale onlus non gestisce, per Statuto, alcun servizio né privatamente, né in convenzione con gli Enti pubblici. Pertanto, non esiste alcun «nostro istituto» presso il quale la scrivente le avrebbe detto di «venire a vedere come stanno le cose». Probabilmente mi confonde con qualcun altro, anche perché ci siamo incontrati una sola volta, entrambi relatori ad un convegno, promosso dall’Angsa di Novara, sul disegno di legge allora in discussione in Parlamento sul «dopo di noi» (oggi legge 112/2016), dove ciascuno ha liberamente esposto il suo pensiero.
La frase riportata è pertanto assolutamente non rispondente al vero, non solo perché non c’è mai stata tale «proposta» da parte della scrivente, ma anche perché è impossibile che ci sia, in quanto non ci sono le condizioni materiali perché essa sia anche solo possibile o ipotizzabile.
Il « Memoriale » pubblicato sul nostro sito, esplicita senza ombra di dubbi qual è la posizione rispetto agli istituti emarginanti tanto della Fondazione, quanto delle associazioni aderenti al Csa, quattro delle quali sono tra i costituenti della Fondazione stessa.
Quindi per correttezza e non per avviare nuove polemiche ma nel rispetto della verità, Le chiedo di pubblicare questa mia lettera di precisazione sul sito del Network “Per Noi Autistici”.
Cordiali saluti.
Maria Grazia Breda
Presidente
Fondazione promozione sociale onlus