Al Policlinico di Tor Vergata a Roma dal 10 marzo saranno vaccinati gli autistici gravissimi e i loro caregiver.
A volte vale la pena di far sentire la propria voce. Come qui già scritto ho passato un paio di giorni a chiedere da ogni media possibile che le persone disabili gravissime, (legge 104/92 articolo3 comma3) fossero considerate senza distinzioni di codici tutte appartenenti alla categoria della fragilità estrema e quindi vaccinate quanto prima per il Covid19. Di sicuro prima dei giudici, degli avvocati, dei notai, dei giornalisti, dei professori universitari che lavorano da casa…
Solo oggi mi è stato detto il Ministero della Salute ha ufficialmente risposto al presidente della Fish confermando che tutte le persone disabili gravissime “articolo 3 comma 3” saranno finalmente inserite. Non solo… Anche gli autistici “gravissimi” saranno vaccinati da domani, con un protocollo apposito che tiene conto della loro non sempre spiccata attitudine a essere collaborativi.
La Regione Lazio ha pure disposto ieri indicazioni più ampie (VACCINO COVID-19_ ulteriori indicazioni per i disabili gravissimi- 8 marzo 2021) sulla possibilità di vaccinare persone disabili, includendo finalmente in maniera esplicita: “persone con gravissima disabilità comportamentale dello spettro autistico ascritta al livello 3 della classificazione del DSM-5”.
Al Policlinico di Tor Vergata di Roma da mercoledì saranno quindi specificamente vaccinati, per la prima volta in Italia, gli autistici gravi e i loro caregiver. Un primo passo concreto di risposta all’appello finora inascoltato che da mesi hanno lanciato tutte le maggiori associazioni che difendono i diritti delle famiglie con persone disabili a carico. L’iniziativa è partita venerdì con una lettera all’Assessore Regionale alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’amato, inviata dal Direttore Generale del Policlinico di Tor Vergata Giuseppe Quintavalle. Nella lettera si specificava che in relazione alle criticità sanitarie dei Pazienti con Disturbo dello Spettro Autistico, che al momento non sono ancora inseriti nel piano vaccinale del Sistema Sanitario Nazionale, il Policlinico di Tor Vergata si sarebbe offerto da apripista di effettuare la vaccinazione.
La proposta è stata accolta dall’Assessorato regionale e già lunedì a Tor Vergata si è iniziato a lavorare per creare un protocollo, ancora inedito in Italia per iniziare a vaccinare le persone autistiche con maggiori problematiche, in termini tecnici i pazienti di livello 3, specificato dal neuropsichiatra del servizio pubblico. Agli effetti della legge 104/92 sarebbero le persone classificate: articolo3 comma3, vale a dire portatori di “disabilità gravissima”. Esattamente quello che da più parti era stato richiesto al Ministero della Salute.
La U.O.S.D. di Neuropsichiatria Infantile diretta dal Prof. Luigi Mazzone del D.A.I. Benessere della Salute Mentale e Neurologica, Dentale e degli Organi Sensoriali della Fondazione Policlinico Tor Vergata, da mercoledì 10 marzo offrirà un percorso di vaccinazione anti Covid-19 ideato specificatamente per le esigenze delle persone affette da disabilità psichiatriche e neurologiche e le loro famiglie.
PER VACCINARE GLI AUTISTICI E’ STATO MESSO A PUNTO UN PROTOCOLLO SPECIFICO
Le famiglie verranno accolte da un’equipe multidisciplinare, costituita da medici specialisti in neuropsichiatria infantile e psicologhe esperte in tecniche comportamentali, che assisteranno il paziente durante l’intero percorso di vaccinazione, dall’iniziale fase di adattamento all’ambiente, l’inoculazione del vaccino, fino all’osservazione post somministrazione. L’intero percorso si svolgerà in una stanza appositamente predisposta per pazienti con disabilità. In particolare, al fine di favorire una sensazione di rilassamento e adattamento ambientale, l’illuminazione della stanza potrà essere regolata nella sua intensità e nel colore, in associazione a un sottofondo musicale, al fine di stimolare il canale visivo e uditivo durante l’intera procedura.
Dopo un primo momento di accoglienza, il paziente sarà preparato dal personale sanitario all’ospedadale alla procedura di inoculazione attraverso l’utilizzo di strumenti visivi sotto forma di task analysis, in cui saranno illustrate attraverso le immagini le singole fasi della procedura. Il paziente verrà quindi fatto accomodare sulla poltrona e desensibilizzato mediante la stimolazione tattile del braccio, ed esposto gradualmente agli strumenti che verranno utilizzati per portare a termine la vaccinazione (esposizione visiva della siringa, esposizione tattile della siringa senza ago).
Seguirà pertanto la fase vera e propria di inoculazione del vaccino, durante la quale il paziente sarà assistito dalla figura dello psicologo che predisporrà dei distrattori (audio/video/bolle di sapone/plastilina) per abbassare il livello di ansia e favorire la collaborazione. Sarà inoltre previsto l’utilizzo di un rinforzo di natura sociale o materiale a seconda delle esigenze della persona. Al termine della vaccinazione sarà richiesto al paziente e al caregiver di attendere 15 minuti all’interno della stanza al fine di osservare la comparsa di eventuali effetti collaterali e favorire la riduzione dello stato di tensione conseguente all’inoculazione tramite tecniche comportamentali specifiche.
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