Cosa fare

Giovanna Boda è e sarà sempre per me un’amica a cui voler bene

Giovanna Boda è una mia amica e le voglio bene. In queste ore l’angoscia per la sua sorte mi attanaglia le viscere. È in rianimazione, ha tutte le ossa rotte. L’hanno operata ieri notte, continueranno oggi, le prossime ore saranno per lei decisive. La immagino sospesa a un filo sottilissimo sull’abisso tra vivi e morti. Vorrei tanto poterla rivedere sorridere. Sono anche andato a vedere quel palazzo grigio da cui si è buttata. Non è lontano da casa mia, chissà quante volte ci sono passato davanti e ora, senza spiegarmi perché, ho voluto immaginare quale possa essere stato l’ultimo colpo d’occhio di uno scricciolo come lei mentre spiccava il suo volo verso la fine.

Ho conosciuto Giovanna dieci anni fa, ho sempre avuto da lei sostegno alle mie iniziative da “Cervello Ribelle” e consiglio su come muovermi tra le istituzioni, che lei conosceva bene e con cui io ero geneticamente incapace a confrontarmi.  L’ha sempre fatto  dicendo che la mia era una missione per il bene, la prendevo in giro perché non mi ritrovavo proprio in questo ruolo, le dicevo “guarda Giovanna che io non sono un missionario! Ma era forte l’affetto che sentivo verso  di me sempre in battaglia,  la mia famiglia, Tommy e i suoi amici.

Questo stesso sito nasce grazie a un contributo della sua Direzione per lo studente, il tour del film  “Tommy e gli altri” per i licei d’ Italia lo ha voluto lei, come pure “Autistici e Giardinieri” alla Luiss nasce da un link che mi ha creato lei. Dietro ogni due aprile che abbiamo organizzato con partecipazioni importanti, dietro ogni nostra iniziativa che avesse a che fare con autistici e scuola c’è stata sempre Giovanna. In tutta la guerra di anni per “Il casale delle Arti” Giovanna ha sempre cercato di sostenerci e stimolarci ad andare avanti. Ogni volta che un genitore di autistico mi cercava per un problema a scuola io chiedevo a Giovanna ci fosse stato possibile far qualcosa, lei dove aveva voce in capitolo cercava  sempre la soluzione migliore.

Quando due mattine fa ho letto i titoli che la trattavano da corrotta, prima ancora che un tribunale potesse giudicarla, devo essere sincero, non mi sono posto il problema se avesse o meno fatto qualche sbaglio; ho pensato subito che quel momento sarebbe stato per lei atroce e le ho mandato un messaggio su Whatsapp. Le ho scritto che qualunque cosa avesse o non avesse fatto io sarei sempre e comunque stato un suo amico. Ho pensato che l’avrebbe letto e magari l’avrebbe aiutata a stare meno peggio, mi sarebbe piaciuto parlarle ma so che in questi casi non si parla se non con gli avvocati.

A metà pomeriggio ho visto che il mio messaggio non l’aveva ancora letto, verso sera Mentana in coda al tg dava la notizia del suo tentato suicidio. Un giornale on line la dava già per morta.

*Le foto sono di Fabrizio Intonti, era il 2 aprile 2019 e Giovanna faceva festa con i nostri ragazzi. 

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Non me la sento proprio di riassumere la cronaca di queste ultime ore, commentare atti giudiziari tuttora in corso, tanto meno ripercorrere la storia di cosa Giovanna avese fatto nella sua vita professionale. Non voglio essere  ulteriore, seppur involontario, alimento della crudeltà gratuita con cui la sua vicenda è stata usata come scoop da lanciare in prima pagina. Qualche ora dopo la pubblicazione di quell'”esclusiva” su “La Verità” Giovanna ha tentato di uccidersi, non certo per finta, era determinata a morire tanto che ci è quasi riuscita.

Riporto quindi  il pezzo del collega Aldo Torchiaro scritto per Il Riformista. Lo condivido in pieno e non saprei raccontarla diversamente. 

Il caso della dirigente Miur

Indagata e messa alla gogna, Giovanna Boda in fin di vita: ma le accuse non tornano

Adesso a Roma sono tutti con lei. Giovanna Boda, la dirigente Miur che ha tentato di suicidarsi dopo essere finita in un improvviso shitstorming mediatico-giudiziario, lotta tra la vita e la morte. È in prognosi riservata dopo essersi lanciata nel vuoto, fuori dalla finestra del suo avvocato in Piazza della Libertà. È stata travolta dal combinato disposto tra le incursioni delle Fiamme Gialle e quelle dei cronisti intercettatori. Sconvolta, non ha retto all’impatto con lo choc.Il personaggio è notissimo, Boda è entrata al Miur per concorso nel 1999, con Giovanni Berlinguer, ed è stata promossa poi da Beppe Fioroni, Maria Letizia Moratti, Francesco Profumo, Lucia Azzolina. Anche il nuovo ministro Patrizio Bianchi si è detto sconvolto per la notizia, e si è stretto subito intorno alla famiglia. Le accuse a suo carico sono per corruzione: avrebbe fatto leva sul suo ruolo di Capo del dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, grazie all’ultima decisiva promozione disposta dal ministro Lorenzo Fioramonti, secondo governo Conte. Le accuse sono tutte da provare, e per il momento risultano, a dire di chi la conosceva bene, del tutto inammissibili.

Nell’ordinanza che ha dato vita anche a tre perquisizioni (a casa, al Ministero e presso una soffitta di sua proprietà), si parla di una ipotesi corruttiva che vede coindagato Federico Bianchi di Castelbianco, editore dell’agenzia Dire. Bianchi si sarebbe aggiudicato due affidamenti da quasi 40.000 euro ciascuno, mentre la Boda avrebbe ottenuto una contropartita «con somme di denaro e utilità per sé e per terzi per complessivi 679.776,65 euro». I numeri non tornano, come è facile capire: a fronte di un vantaggio per ottantamila euro scarsi, l’imprenditore gliene avrebbe versati otto volte e mezzo tanti. Se per tutto c’è una prima volta, questa è dunque la prima volta che il concusso versa al concussore l’850% del suo ricavo. C’è però da tener conto dell’aggravante, sulla quale ci mette in guardia La Verità, che con un velenoso affondo l’altro ieri aveva rivelato i dettagli dell’indagine, mettendo a nudo le proprietà dell’indagata e pubblicando – anche se non rientravano nell’inchiesta – le sue intercettazioni per fissare un appuntamento di lavoro con Palamara, quando era al vertice Anm.

L’aggravante con cui sottolineava le accuse La Verità era quella di essere “renziana”: e l’accusa veniva reiterata evidenziando le telefonate con Maria Elena Boschi. Un certo accanimento mediatico e forse non solo mediatico si adombra a carico di questa asserita prossimità. «La conosco molto bene, è davvero incredibile tutta la vicenda. Non so se sia possibile dare un’etichetta a una stimata dirigente che ha assunto responsabilità ventennali», ci dice la deputata di Italia Viva, Silvia Fregolent. «Ma a maggior ragione, se fosse renziana è ora di farla finita con questa caccia alle streghe che tende a colpire, quasi a perseguitare chi è a vario titolo vicino a Italia Viva».

Al momento Giovanna Boda rimane in prognosi riservata, sotto sedazione. Operata due volte, i medici stanno facendo il possibile per salvarla. Si parla dello schiacciamento della colonna vertebrale e di un trauma cranico importante: la dirigente, mamma di una bambina di cinque anni, si è lanciata giù dal secondo piano. Si fa urgente una riflessione deontologica e normativa sulla diffusione delle intercettazioni e sulla diffusione dei nomi degli indagati. L’esposizione al pubblico ludibrio, condanna di lontana tradizione, è tornata oggi come inaccettabile pena accessoria.

Aldo Torchiaro

Gianluca Nicoletti

Giornalista, scrittore e voce della radio nazionale italiana. E' presidente della "Fondazione Cervelli Ribelll" attraverso cui realizza progetti legati alla neuro divergenza. E' padre di Tommy, giovane artista autistico su cui ha scritto 3 libri e realizzato due film.

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