Elio parla da Autism Manager: “l’autismo non interessa a nessuno!” Erika Stefani risponde: “vi aspetto al Ministero”
Elio ha parlato di noi “Autism Manager” a “Propaganda Live” su La7. Ha detto: “L’autismo è un tema che non interessa a nessuno, per questo con i colleghi papà ci siamo inventati il titolo di Autism Manager”. Se non ce l’hai non puoi renderti conto che esplosione in casa rappresenti. Purtroppo il numero dei casi è sempre più alto, si parla di 1 ogni 70 nati, per cui è un tema che bene o male, prima o poi, interesserà quasi tutti noi, meglio essere pronti!”. Elio ha quindi ricordato il nostro impegno di fare una volta al mese una chiacchierata video per diffondere cultura sull’autismo, chiamandoci “Autism Manager” appunto. “In Italia quando una cosa non va bene ci si mette una parola in inglese e tutto cambia-ha detto Elio- è come quando vai in treno e senti “Train Manager” puoi stare tranquillo.”
All’intervento di Elio ha risposto la Ministra per la Disabilità Erika Stefani dal suo profilo Facebook: “Numeri che non ci lasciano indifferenti. Una sfida che mette in difficoltà tante, troppe famiglie. Aspetto con grande piacere al ministero Elio con gli altri 2 papà “autism manager”, Gianluca Nicoletti, Mimmo Pesce per parlare di autismo e per unirmi al loro appello di sensibilizzazione, indirizzato in particolare alle nuove generazioni, in tema di promozione culturale dell’inclusione e del rispetto che tenga conto della “diversità” come un valore per la società.”
Noi “Autism Manager” ringraziamo la Ministra Stefani, se ha proposte concrete noi ci saremo sempre. Continueremo a rendere pubbliche le nostre riflessioni di padri di ragazzi autistici, lo faremo per chi non ha voce, reputandoci privilegiati di poter avere ascolto dai media.
Sappiamo che il nostro piccolo contributo, di fronte all’abisso che la gestione dell’autismo spalanca in centinaia di migliaia di famiglie potrebbe dare l’impressione che noi siamo quelli che vorrebbero svuotare il mare con un cucchiaino.
Non cambierà nulla? Noi lo faremo comunque. Speriamo che le nostre parole pesino come macigni sulla coscienza di chi avrebbe mezzi per cambiare le cose. Non è pensabile che sia stato finora impossibile costruire un modello nazionale di presa in carico della persona autistica, un protocollo a cui ogni famiglia possa accedere, che la segua dalla nascita con una corretta diagnosi e le giuste terapie evidence based, la includa realmente nel percorso scolastico con personale abilitato alle sue esigenze, provveda a dare al figlio autistico la dignità di una vita sociale piuttosto che rinchiuderlo in un ghetto.
Dando infine strumenti certi ai suoi familiari per costruire una sua decorosa e felice esistenza anche quando loro non ci saranno più. In Italia è stata fatta una legge per “dopo di noi” sulla quale si è pavoneggiata un’intera generazione di politici. Nessuno di noi genitori ha ben chiaro in che maniera possa servirci. Intanto invecchiamo e l’internamento in una galera (istituto) è l’unica prospettiva che si offre ai nostri figli, che sono gli unici cittadini italiani condannati alla prigionia senza aver commesso alcun reato, tranne forse il nascere con un “cervello ribelle”.
Questo è il solo e vero problema di cui farsi carico ad ogni livello, personale e istituzionale, il resto sono solo scuse. Di soldi pubblici sulla disabilità nel nostro Paese se ne spendono anche molti, rispetto al reale vantaggio che poi ricade realmente sulle vite dei diretti interessati. Noi parliamo dei nostri figli, della nostra carne, di belle promesse non sappiamo più che farcene.
Vorremmo non essere costretti a parlare di tutto questo solo quando dei piccoli lazzaroni usano i nostri figli come bersaglio di insulti e violenze, perché nessuno, in famiglia e a scuola, ha loro fatto seriamente capire che i disabili non sono la spazzatura della società, su cui si può esercitare “impuniti” il proprio “talento” di sopraffare i più deboli per affermarsi nella vita.
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