Il Natale di noi fumatori d’oppio
Ho un figlio di 24 anni per cui il Natale è ancora una festa per bambini. Sono andato con lui dagli amici di Leroy Merlin Roma Salario a prendere l’albero che ci hanno regalato. Tommy resta sempre estasiato a vedere le lucine colorate, i pupazzi di babbo natale, gli elfi, le renne e tutto quello un essere umano nella norma considera un ricordo di fanciullezza o una prassi annuale da subire, magari solo per far contenti i figli piccoli.
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Per noi invece il Natale è una delle tappe fondamentali che scandiscono il nostro anno autistico. Vine immediatamente dopo Halloween e quindi praticamente dal primo novembre comincia la richiesta di fare l’albero e già inizia l’incubo di dover pensare a dei regali. Non sarà importante cosa regalare, quello che conta è che come accadeva decenni fa sotto l’albero ci siano montagne di pacchetti da scartare. Tutto avverrò in pochi minuti e il rito sarà così compiuto. Poi forse si dovrà far qualcosa di simile per la befana.
Ricordo gli anni lontani dei figli piccoli quando ancora aveva un senso pensarsi come famiglia. La raccolta del muschio tra le brume della montagna dove avevamo una casetta ora abbandonata alla desolazione dell’essere sempre vuota. Il sotterfugio dei regali da nascondere perché mai qualcuno sospettasse la loro reale provenienza. I pomeriggi sonnacchiosi strafatti di panettone, torrone e cartoni animati. Tommy è già inchiodato da settimane su Disney Channel a spararsi uno dopo l’altro tutti i film natalizi della piattaforma streaming.
Nell’horror vacui a cui questo tempo ciclico in continuo loop ci destina, almeno possiamo assaporare la nostalgia come condimento del presente e non di un passato remoto, come tutti gli altri genitori con figli dell’età dei nostri. Questo ci consola, non nel senso comune del consolarsi, ma come fossimo fumatori d’oppio. Fare l’albero e infiocchettare pacchetti di nulla per i nostri figli barbuti ci fa evaporare per qualche settimana i pensieri più cupi, sempre i soliti che ci avvelenano sempre più mentre vediamo crescere la canizie sulle nostre teste sovraccariche.