Le folli scimmie della bambina prodigio Wang Yani
L’arte ha da sempre bisogno di creatività neurodiversa, di quello sguardo “altro” utile a rappresentare la realtà e il pensiero. Ne sono stati esempio Kandinsky, Mondrian e Warhol. Un caso particolare e forse meno noto è quello di Wang Yani, bambina prodigio, che iniziò a dipingere all’età di due anni sotto la guida del padre, anche lui pittore, che aveva notato un particolare talento nella figlia, che andava ben oltre la spinta a riempire spazi con segni grafici più o meno articolati che caratterizza lo sviluppo fisiologico del bambino.
Il percorso artistico di Yani può essere diviso in periodi: tra i tre e i sei anni ha ritratto soprattutto scimmie, tra i sette e gli undici anni i paesaggi, tra gli undici e i quindici anni i fiori e gli uccelli. Tra questi tre stadi artistici, quello delle scimmie è senza dubbio il più importante, quello che l’ha resa famosa in Cina e all’estero.
Su di lei si sono espressi studiosi e critici che l’hanno considerata “un meraviglioso fenomeno”, capace di dare vita alle immagini di un bambino con il lavoro a pennello di un adulto esperto. Fin da molto piccola, Yani è stata in grado di padroneggiare alcune abilità pittoriche cinesi importanti e fondamentali e anche alcune tecniche complicate, di solito evidenti solo nelle opere di pittori adulti. Quello che ha rappresentato una sorta di spartiacque importante nella valutazione delle sue opere è stata la presenza di spirito realistico, che si trova soprattutto nelle opere del primo periodo, quello delle scimmie.
Queste rappresentazioni erano chiaramente simili ai disegni e ai dipinti fatti da bambini; d’altronde Yani aveva solo tre anni. I suoi tentativi di affrontare la rappresentazione delle posizioni degli animali nello spazio, se da un lato indicavano la difficoltà a ritrarre gli oggetti in modo accurato, allo stesso tempo era già chiaramente evidente una innegabile maestria nella tecnica cinese dell’inchiostro a pennello. All’età di sei anni, il lavoro di Yani ha mostrato l’universalità di una tipica scena bi-dimensionale ma, all’interno di quella struttura, ha stratificato figure di scimmie in modi che indicano la sua maggiore comprensione della rappresentazione tridimensionale. Inoltre è evidente l’uso magistrale del pennello per ritrarre le superfici lisce e pelose degli animali e la varietà delle emozioni mostrate dalle scimmie durante la lotta. A quel tempo aveva già prodotto circa 4000 dipinti.
All’età di sei anni Yani è entrata in una fase successiva della sua produzione artistica usando in maniera sofisticata le abilità spaziali concettuali a disposizione, intrecciando composizioni a strati e scene multiple tramite vibranti pennellate, operando adattamenti di stili tradizionali e contemporanei e manifestando un’incredibile sensibilità alla forma. Le sue abilità artistiche si sono nutrite delle sue rappresentazioni spaziali, dando loro vita in modi completamente unici.
I viaggi all’estero per presentare le sue opere sono stati importanti. Uscire dai confini ha facilitato l’apertura ad altre rappresentazioni artistiche che hanno alimentato la creazione di nuove direzioni nell’espressione.
Con la fase successiva Yani ha dimostrato la sua capacità a rappresentare una varietà di scene tridimensionali in versioni drammatiche, spontanee dei paesaggi tradizionali cinesi costruiti verticalmente. Il paesaggio è considerato “il soggetto più alto ed esigente nella pittura cinese matura” e Yani ha mostrato una notevole padronanza del genere.
I want the most beautiful flower, dipinto nel 1985, è una versione bella, complessa, su più livelli di una scena caratterizzata da una sintesi sofisticata di forma e tecnica. Essa anticipa un cambio nell’astrazione nel lavoro successivo – Let’s play together – anche questo dipinto nel 1985, che mostra un’ulteriore sintesi complessa della struttura e della tecnica in una versione del paesaggio cinese che fonde le scene verticali in modo potente.
Talento, esperienza, passione per la sua arte, il giusto insegnamento e l’apertura alle altre culture hanno sostenuto la creatività di Yani. Si sa poco della sua adolescenza, ma attualmente è una pittrice astratta di successo in Germania.
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Gabriella La Rovere