La protesta degli OEPAC può interagire con il bisogno delle famiglie di assumere operatori specializzati?
La mia è solo una domanda, non ho risposte faccio solo ipotesi. Penso che aprire una riflessione potrebbe essere utile per le famiglie che cercano operatori specializzati per i loro figli autistici. Pubblico una lettera che ci è arrivata firmata e che è molto simile a altre dello stesso tipo che ci vengono inviate periodicamente. Parla delle proteste degli Operatori Educativi per l’Autonomia e la Comunicazione, che si sentono non equamente trattati dalle cooperative per cui lavorano, impiegati solo per periodi limitati e senza nessuna certezza di assunzione. Immagino siano persone che comunque si sono formate alla gestione di ragazzi disabili, che abbiano una grande esperienza, che cerchino forme stabili e più gratificanti di lavoro.
A questa persona ho risposto quello che rispondo a tutti i rappresentanti di questa categoria che mi ponevano simili domande. perché continuate a lavorare per le cooperative nelle scuole se vi sentite male utilizzati e sottopagati? Le famiglie che hanno in carico persone autistiche cercano disperatamente persone con il vostro profilo professionale. Queste famiglie quando dopo grande fatica riescono a trovarne li assumono a tempo indeterminato e li pagano regolarmente con contratti che prevedono ferie, tredicesima e tfr, insomma tutte le garanzie che prevede il contratto nazionale per colf e badanti, tenedo conto della loro specializzazione nel caso siamo già formati, altrimenti alla loro formazione pensano le famiglie stesse.
Non capisco perché noi genitori abbiamo difficoltà a trovare persone formate ad essere “compagni adulti” dei nostri ragazzi da far lavorare regolarmente, però le stesse persone devono faticare in condizioni lavorative per loro non adeguate. La persona che mi scrive potrebbe guadagnare regolarmente il doppio della retribuzione di cui parla nella lettera e con un regolare contratto di assunzione e lavorando regolarmente dal lunedì al venerdì sette ore al giorno.
Almeno a Roma dove vivo e da dove scrive l’operatore che qui sotto riporto, le famiglie con a carico figli autistici gravi (legge 104 art3 comma 3) possono disporre di un contributo di 800 euro che si chiama indennità di accompagnamento. Possono averlo in forma “indiretta” producendo ogni mese busta paga di lavoratore regolarmente assunto e bonifico bancario. Il resto lo integrano in base alle ore che a loro servono.
In forma diretta invece il comune lo gira a una cooperativa che però fornisce un servizio limitato a qualche ora a settimana. Il lavoratore in questo caso è fornito dalla cooperativa che intermedia il rapporto tra lui e la famiglia.
Così ho scritto e così mi è stato risposto da chi mi ha mandato la lettera:
Se ha un elenco di famiglie disposte a pagare il doppio di quanto guadagniamo a scuola mettendoci in regola e a tempo indeterminato (sa quando vado a chiedere un mutuo quello vogliono, io potrei farne anche a meno) lo pubblichi in una sezione del vostro sito.
Sarebbe mia cura diffonderlo tra i colleghi più stanchi ed esasperati. Fatto sta che nel mio piccolo, lavoro anche per una associazione per ragazzi con dsa e giro come una trottola tra un tutoraggio e l’altro e per racimolare qualcosa di più dignitoso.
Adesso le famiglie lo sanno.
G.N:
LA LETTERA DI PROTESTA DEGLI OEPAC
L’acronimo che leggete in oggetto sta per Operatore Educativo per l’Autonimia e la Comunicazione. È il mio lavoro. Mi occupo, come altre 70 000 persone circa in Italia, di inclusione SCOLASTICA dei bambini e ragazzi con disabilità. Non a caso ho evidenziato SCOLASTICA perché il mio lavoro si svolge ESCLUSIVAMENTE a scuola. Nonostante ciò non sono un dipendente del Ministero dell’Istruzione ( e del merito), sono dipendente di una cooperativa che, almeno a Roma, percepisce se non sbaglio, circa 21€ orari per la mia prestazione ma nelle mie tasche arrivano solo 8 € nette orarie. Ho pagato di tasca mia la mia formazione sotto minaccia di non poter più continuare a lavorare, non percepisco stipendio quando la scuola è chiusa, Natale, Pasqua, mesi estivi, nè se il mio utente si assenta. Si ricomincia a settembre, prima paga a due mesi, vuol dire che rivedrò una busta paga a novembre e sarà dimezzata perché a settembre si lavora metà mese.
Eppure siamo un popolo silente, preparato, molti plurilaureati e con grandi competenze. Purtroppo in molti lasciano, lo farei anch’io, pur amando il loro lavoro perché la nostra situazione economica è al di sotto della soglia di povertà. Se non avessi un marito, vivrei sotto un ponte probabilmente. Intano la vita costa sempre più cara, faccio la spesa tutti i giorni e non trovo nessuna verdura al di sotto dei 3 € al kilo.
Sono sempre stata a favore del reddito di cittadinanza ma molte volte mi sono soffermata a pensare che, se ancora esistesse, e smettessi di lavorare guadagnerei di più. La Mia ultima busta paga 765 € con un contratto part time a 24 ore, le stesse che fa un insegnante guadagnando esattamente il doppio e senza alcun buco estivo e contributivo.
La stanchezza, la pura di non arrivare a fine mese, lo stipendio sempre incerto, la mancanza di partecipazione alla vita scolastica ( programmazione, consigli di classe e di istituto) influiscono sulla qualità del lavoro.
Mi confronto quotidianamente con i genitori dei ragazzi che seguo, loro spesso ignorano le nostre condizioni lavorative e quando le conoscono restano perplessi perché ben sanno che un lavoratore non dignitosamente trattato non è un buon lavoratore e visto che lavoriamo con il loro bene più prezioso, li sento preoccupati.
Da ottobre 2022 alberga in parlamento un decreto il 236/22 che attende di essere approvato o respinto e che ha come oggetto la nostra internalizzazione.
Nella speranza di un vostro eventuale riscontro, invio i miei complimenti e saluti.