Io Ufficiale a mia insaputa
Dopo nove anni mi chiedo perché ma ricordo che allora pensai un evento memorabile
Sono Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Lo sono dal 2 giugno 2015, sono passati nove anni da quando il titolo mi fu conferito ma io non l’ho mai saputo prima. Solo in questi giorni mi è arrivata la pergamena che attesta l’onorificenza, con allegato il distintivo smaltato con la croce dorata. È un duplicato che ho richiesto io, l’attestato originale si è perso perché al tempo nessuno me lo consegnò. Ho saputo della nomina da un amico che mi ha mandato il link al sito del Quirinale.
Sono confuso e completamente fuori strada. Immaginavo che un onore simile sarebbe corrisposto a cerimonie solenni, consegne ufficiali, tocchi di spada e mantelli. A me invece nessuno disse alcunché.
L’Ordine al merito della Repubblica Italiana è il primo tra gli Ordini cavallereschi nazionali, è conferito per ricompensare benemerenze acquisite nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, o per attività sociali, filantropiche ed umanitarie.
Nella pergamena che mi è arrivata non è specificata la motivazione per cui sono iscritto all’ Albo degli Ufficiali a N. 561 Serie VI. Il conferimento è firmato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e sottoscritto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Davvero è un mistero capire chi a loro mi abbia segnalato, soprattutto per me è ancora insondabile immaginare cosa abbia io fatto per meritarmi un riconoscimento così ambito. Nemmeno so chi dovrei ringraziare, giuro che se lo sapessi lo farei subito, con sincera gratitudine.
Dopo nove anni è veramente difficile risalire a propri possibili comportamenti encomiabili, l’ipotesi più plausibile è che io sia stato indicato per le battaglie che in quel periodo mi videro molto attivo nel pretendere dignità di cittadini per le persone neuro divergenti. Il 2 aprile di quell’anno, organizzai un incontro al Maxxi di Roma con le Ministre Beatrice Lorenzin e Stefania Giannini, che firmarono un impegno importante per il primo studio di prevalenza sull’autismo in Italia.
Quella desolata cattedrale d’archistar non vide mai tanti visitatori come in quel giorno. Straboccava di gente e di gioia perché Il tema era bellissimo: “I nostri figli sono opere d’arte”, per nostri figli intendevo i “cervelli ribelli”, come il mio Tommy s’intende. Avevo già scritto due libri arrabbiati, mi davo molto da fare e mi sembrava che qualcosa potesse finalmente cambiare.
Ero completamente fuori strada anche allora. Dopo nove anni nulla è cambiato. Sono cambiati Ministri e Presidenti ma lo stigma sui cervelli fuori standard permane più che mai, non fa persino quasi più scandalo.
In compenso però ho scoperto di essere Ufficiale e quindi non posso nemmeno lamentarmi. (LA STAMPA 04/02/2024)
L’arrivo dell’onorificenza mi ha sbloccato un ricordo di nove anni fa. Fu un evento epico in cui riuscii a mettere insieme due ministeri chiave: la Salute e la Scuola. Sembrava fatto, tutto sognavo darebbe cambiato da allora. In realtà dopo nove anni posso solo dire che nulla cambiò, non per colpa di chi allora prese impegni, non per colpa nostra che continuammo per anni a darci da fare. Un giorno ci siamo guardati dietro alle spalle e non c’era più nessuno. Abbiamo guardato in altro e le porte si erano tutte chiuse. Abbiamo quindi guardato avanti e continuiamo ancora a guardare ancora avanti, senza timore di essere soli, senza contare il tempo che passa.
In quella giornata irripetibile oltre alle alte cariche della Repubblica c’erano pure moltissime famiglie e moltissimi ragazzi artisti. Disegnammo un gigantesco murale composto da graffiti ribelli di tanti cervelli ribelli di passaggio. Tommy cominciava allora a disegnare e nessuno pensava che avrebbe continuato. Molti amici dimostrarono in quel piazzale presuntuoso e sempre desolato come far sorridere chi sembra nato accigliato non è certo impossibile. Questo video lo girò Massimiliano Sbrolla e da qui ci venne l’idea di fare un film. Raccolsi i soldi alla disperata e partimmo per il primo shooting…Il resto fa parte della nostra caduca e transeunte storia.