Autismo sindromico-6: Sindrome DiGeorge
La sindrome di DiGeorge è un disturbo genetico autosomico dominante ed è una delle sindromi da delezione più frequenti con un’incidenza di un caso su 6000 nascite. È causata da delezione di una porzione del cromosoma 22 che generalmente si manifesta sporadicamente; nel 15% dei casi c’è una familiarità con trasmissione autosomica dominante che significa che, se uno dei genitori è portatore del difetto cromosomico, ogni figlio avrà il 50% delle possibilità di ereditarlo.
Il fenotipo della patologia è causato da un disturbo embrionale della migrazione della cresta neurale che porta ad anomalie congenite, tra cui ipoplasia delle paratiroidi e del timo, con conseguente ipocalcemia e difetti cardiaci strutturali (tetralogia di Fallot, difetto del setto interventricolare). L’ipoplasia del timo determina una immunodeficienza dovuta ad un deficit dei linfociti T, mentre l’ipocalcemia è causa di tetania e crisi epilettiche.
Altri disturbi includono quelli oftalmologici, deficit uditivi, anomalie dentali, scoliosi, malattie renali e problemi dermatologici. Oltre il 75% dei pazienti presenta anomalie del palato che possono causare voce ipernasale, disturbi alimentari e della deglutizione. Le altre caratteristiche dismorfiche comprendono bassa statura, telecanto (maggiore distanza tra i canti interni dell’occhio), fessure palpebrali oblique anomale, micrognazia (mandibola piccola), naso bulboso, bocca piccola.
I disturbi dello spettro autistico sono presenti fino al 50% dei casi con riscontro, mediante neuroimaging, di riduzione del volume cerebellare e aumento di quello dell’amigdala. Possono essere presenti ritardo cognitivo con disturbi dell’apprendimento, disturbi sia nelle abilità grosso motorie (attività che riguardano la coordinazione, l’equilibrio e tutte quelle per controllare i muscoli più grandi delle braccia, delle gambe e del tronco) che in quelle fini (attività che riguardano i piccoli muscoli delle mani e delle dita). C’è ritardo nel linguaggio con difficoltà espressive.
Le manifestazioni neurologiche associate alla sindrome DiGeorge comprendono le crisi epilettiche, che possono insorgere a qualsiasi età, primarie o secondarie, sia generalizzate che focali.
I disturbi neuroevolutivi e neuropsichiatrici colpiscono più della metà degli individui affetti. Il fenotipo comportamentale dei bambini con la sindrome DiGeorge è stato descritto come iperattivo, impulsivo, emotivamente labile, timido, ritirato, aggressivo o disinibito. Rispetto ai fratelli non affetti e ai controlli con sviluppo tipico, i bambini sono descritti come aventi un temperamento più difficile, meno capaci di mantenere l’attenzione su un compito, meno regolari nelle loro abitudini quotidiane, più rigidi e inflessibili avendo più difficoltà a rispondere e a adattarsi ai cambiamenti nell’ambiente o nella routine.
L’incidenza di ADHD è del 40%, circa 5 volte più alta della popolazione generale. Sebbene l’elevato rischio di ADHD nella sindrome DiGeorge sia stato riconosciuto da tempo, si sa poco sulla patogenesi che ne condiziona l’associazione. L’ADHD è associato alla funzione più debole dei circuiti della corteccia prefrontale, che svolgono un ruolo cruciale nella regolazione delle abilità della funzione esecutiva. Nella sindrome DiGeorge la delezione comprende il gene COMT che codifica per l’enzima COMT, responsabile della degradazione della dopamina e della noradrenalina, neurotrasmettitori essenziali per il segnale nella corteccia prefrontale.
Sono presenti disturbi d’ansia che possono insorgere precocemente o in età adulta, più frequenti nelle femmine e in presenza di ritardo cognitivo. Un rischio quadruplo di sviluppare disturbi psicotici negli adolescenti e negli adulti con la sindrome è stato segnalato per la prima volta all’inizio degli anni ’90, con un crescente numero di prove emerse da allora. La sindrome DiGeorge è considerata una dei più forti fattori di rischio per la schizofrenia ed altri disturbi psicotici. Il rischio di sviluppare la schizofrenia è associato alla perdita di diversi geni coinvolti nella fisiologia mitocondriale con perdita della funzione. La manifestazione della schizofrenia associata alla sindrome è indistinguibile da altre forme di schizofrenia per quanto riguarda le caratteristiche prodromiche, l’età di esordio, i sintomi principali e il profilo cognitivo, fatta eccezione per il funzionamento cognitivo e intellettuale medio complessivamente più basso e l’assenza di differenze di genere. È stato dimostrato che il declino cognitivo precoce nella sindrome DiGeorge è un indicatore importante del rischio di sviluppare psicosi. Sorprendentemente, il rischio di schizofrenia è elevato di sei volte in coloro che presentano livelli clinicamente significativi di ansia.
L’associazione italiana che si occupa di questa malattia è
Associazione Italiana Delezione Cromosoma 22 APS-ETS (aidel22.it)
Gabriella La Rovere
I precedenti articoli sull’autismo sindromico
- Autismo sindromico-1: “Sindrome dell’X fragile”
- Autismo sindromico-2: “Sclerosi Tuberosa”
- Autismo sindromico-3; “Sindrome di Phelan-McDermid”
- Autismo sindromico-4: “Sindrome di Prader-Willi”
- Autismo sindromico-5: “Sindrome di Angelman”