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Che significa “eccentricità”?

Quando si digita la parola “eccentricità”, l’universo delle informazioni in rete tira fuori saggi di astronomia e matematica, pagine e pagine di analisi e calcoli. Eppure per un periodo il termine è stato unito a quello di stranezza mentale e di genere. Ricordo ancora un uomo, molto curato, orgogliosamente calvo, che soleva vestire di nero, una raffinatezza mal compresa dai suoi concittadini di un piccolo paese alla fine degli anni 60. Il nero era riservato solo alle situazioni di lutto e questa deviazione dalla norma era motivo di chiacchiere da bar, di beceri sottintesi.

L’eccentricità comportamentale è stata associata alla follia. Si può subito ammettere che non è possibile stabilire un test applicabile a tutti i casi che consenta di distinguere l’eccentricità dalla follia – scriveva Daniel Hack Tuke (1827 – 1895) medico, esperto in malattie mentali. Ciò che in una persona sarebbe la prima cosa, in un’altra potrebbe essere la prova conclusiva della seconda; in altre parole, una presunta particolarità di un atto o di un modo di parlare non può essere isolata dall’individuo.

Nel secolo scorso si è molto discusso di questo argomento. Secondo lo psichiatra Paul Moreau de Tours (1844 – 1908), l’eccentricità sarebbe soltanto una follia incompleta, che riconosce le stesse condizioni patologiche ereditarie e idiosincrasiche come la follia vera e propria. Egli descrisse l’eccentricità in termini di patologia senza confonderla con la pazzia.

Più avanti aggiunse: da qualche tempo l’attenzione del pubblico è stata attirata da un numero relativamente considerevole di individui i cui discorsi, azioni, modi di essere e di vivere sembrano indicare, anche agli occhi meno prevenuti, uno stato mentale anormale e le cui facoltà intellettuali, senza essere assolutamente danneggiate, non sono tuttavia intatte. C’è qualcosa di inquietante in tutti loro e se, a un certo punto, le circostanze lo permetteranno, scopriranno che sono davvero impazziti, nessuno ne sarà sorpreso. […] Gli “eccentrici”, per dar loro il nome più comprensibile di tutti, sono davvero persone il cui carattere nervoso lascia un po’ a desiderare, e ciò che dimostra che solo lui deve essere dichiarato responsabile è che se studiamo attentamente lo stato psicologico speciale di uno di questi individui, vedremo senza sorpresa che il vero eccentrico è soggetto alle leggi neuropatiche così ben note a tutti. […] In una parola, l’eccentrico è un candidato perpetuo alla follia, ma non vi cade; si fermano sull’orlo dell’abisso. Perciò la distinzione tra un folle ed un eccentrico consisteva in diversa dose e misura. Ulteriore elemento il sesso; lo psichiatra Bénédict Augustin Morel (1809- 1873) affermò che la trasmissione ereditaria della “stranezza” era più completa per le donne rispetto agli uomini e portò esempi di donne accomunate da una grande vivacità mentale e da un comportamento che si modificava con il matrimonio e la gravidanza.

Attualmente il termine eccentrico è ricomparso per definire comportamenti di persone nello spettro autistico, ossessionati da stereotipie e interessi ristretti che vengono accettati solo quando è innegabile la straordinaria capacità intellettiva. Al genio si perdona tutto e l’incontro con lui rappresenta un vanto per l’uomo comune. Diverso il discorso quando ci si trova di fronte ad un idiot savant, termine usato per la prima volta da John Langdon Down ad indicare persone con un’attitudine eccezionale in campi come la matematica e l’arte, nonostante una significativa disabilità intellettiva e sociale. Per loro, all’iniziale stupore segue sempre lo sguardo di commiserazione che li colloca in quella fascia socioeconomica che un politico di qualche anno fa definì spesa improduttiva.

L’eccentricità è un altro aspetto distintivo della sindrome di Tourette, nella quale i pazienti presentano tic multipli e movimenti involontari, soprattutto al volto e agli arti superiori, accompagnati da brevi, violenti, irrefrenabili scoppi verbali, solitamente insulti  e parolacce. Le parole di una persona con sindrome di Tourette sono un esercito invisibile impegnato in una missione di pace, un’orda pacifica (…)Ma quando è tutto perfetto, ecco che irrompe improvviso il desiderio di sconvolgere tutto, il bisogno irrefrenabile di urlare nella chiesa, nella nursery, nel cinema affollato. Dapprima è appena un tic. Ma presto il tic si trasforma in un torrente che travolge la diga. Il diluvio di Noè. Quel tic è la mia intera vita. Ecco che arriva anche adesso. Tappatevi le orecchie. Costruitevi un’arca. «Fottiti!» strillo. (tratto da “Brooklyn senza madre”)

Si può fare dell’eccentricità l’aspetto distintivo in comune con la propria figlia autistica perché la stranezza che gli altri hanno nei suoi confronti sia comprensibile e tollerata.

«Mamma, perché quella signora mi guarda fisso?» «Perché vede che sei una ragazzona alta, sorridente ed è invidiosa. Lei vorrebbe tanto essere come te!» Allora un grande sorriso le illumina il volto e si sente una principessa (tratto da “L’orologio di Benedetta”)

Sono passati tanti anni da allora, meno di quanti me ne senta addosso; le sfide affrontate sono state montagne da scalare a mani nude. L’eccentricità, intesa come pensiero divergente, ha reso possibile la crescita e l’evoluzione comportamentale. Essere fuori dalla norma ha fatto la differenza.

Gabriella La Rovere

gabriella la rovere

Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

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