Il teppautistico e l'insegnante-carceriere che lo (in)segue
E’ tempo di estate e di vacanze, la scuola sembra lontana, ma non possiamo permetterci di non pensarci più. non possiamo mandare in ferie le questione irrisolte, il sostegno mancato, con le sue aule segreganti e le vere e proprie esclusioni, che tutto l’anno abbiamo raccontato. per questo, accogliamo e pubblichiamo con piacere la testimonianza, che ci pare preziosa, di un “insegnante precario” di cui rispettiamo l’anonimato. Ci scrive dopo aver letto uno dei nostri tanti articoli sul sostegno: quello in cui il sottosegretario Faraone auspicava lo smantellamento delle cosiddette aule di sostegno. E così ci scrive l’insegnante precario.
Ho passato parecchi giorni a fare il sorvegliante in una di queste aule di sostegno. Nonostante le Linee-guida emanate dal Ministero il 4 Agosto 2009 (che espressamente vietano l’uscita degli alunni con disabilità dalla classe, se non in base ad un Pei e per periodi stabiliti, io penso che queste aule del sostegno ci saranno ancora.
Quando qualche anno fa ho fatto domanda per l’inserimento nelle graduatorie di terza fascia, pensavo che la scuola avesse bisogno di insegnanti e mai avrei immaginato di trovarmi, un giorno, relegato in un aula di sostegno a fare da sorvegliante a un ragazzo parcheggiato lì. E invece 6 mesi fa è successo: chiamato da una scuola secondaria di II grado per un incarico sul sostegno non specializzato , per due giorni a settimana dovevo seguire, ma soprattutto INSEGUIRE un ragazzo autistico.
Cosa c’era da fare ? Attività che sarebbero tipiche della scuola materna: mangiare, bere, andare in bagno, giochi a incastro, attività grafiche, passeggiate sia all’interno della scuola che per il paese.
Tutte queste attività erano previste dal PEI, così come era previsto di portare il ragazzo in classe solo per brevi periodi. In realtà il ragazzo era sempre nella stanzetta, seguito dall’insegnante e/o educatore. E in questa stanzetta era quasi sempre insieme a un altro ragazzo, con problematiche diverse dalle sue. E’ uno dei tanti casi di scuola-parcheggio, in cui l’insegnante di sostegno si trasforma in carceriere. Nonostante le linee guida, le belle parole sull’inclusione e le promesse del ministero