Cosa fare
Estate teppautistica, ecco cosa si sono inventati a Olbia
Scuola chiuse, centri diurni pure, servizi in buona parte sospesi, centri estivi inaccessibili o quasi. E siamo solo a metà strada, settembre è ancora lontano e le scuole sono più chiuse mai. Mentre l’autismo non va certo in vacanza, lo sanno bene le famiglie che ci leggono ogni giorno. E qualche volta ci scrivono. Come ha fatto oggi Veronica Asara, che oltre a essere mamma è anche presidente di un’associazione di Olbia, Sensibilmente onlus. Leggendo sul nostro sito diversi articoli sulla complicata estete #teppautistica, ha pensato di raccontarci cosa si sono inventate quest’anno loro, le famiglie di Sensibilmente.
Ci siamo mossi su due fasce d’età, la prima comprende i bambini dai 3 ai 12 anni e la seconda gli adolescenti dai 16 ai 22 anni circa.
Bambini
Come ogni famiglia che ha i bambini che d’inverno frequentano la scuola, durante il periodo estivo i benefici di avere la giornata strutturata si perdono completamente. Il risultato è perdita di abilità, aggressività, stereotipie e tutto ciò che ben conoscete.
Sistemare i nostri bambini nei campi estivi della nostra zona non è affatto facile, non sono attrezzati per ospitarli e spesso non accettano di buon grado la presenza di un operatore esterno e dal canto loro non propongono di fornirne uno loro anche con una maggiorazione del costo. Quindi abbiamo collezionato negli anni esperienze pessime di campi finiti prematuramente alla seconda o terza giornata.
Quest’anno ci siamo strutturati contattando i diversi campi e coinvolgendoli in un progetto strutturato: i bambini sono stati distribuiti nei vari campi, ognuno con il proprio operatore che a sua volta faceva riferimento ad una rete supervisionata da una psicologa comportamentale, esperta di disturbi dello spettro autistico. Ogni bambino aveva degli obiettivi da raggiungere: chi doveva migliorare le abilità sociali o gestire la frustrazione e l’aggressività, chi doveva lavorare sulla selettività alimentare o sulle autonomie etc. La supervisione ha consentito un percorso articolato che ha dato ottimi risultati. I bambini hanno raggiunto i loro traguardi e hanno avuto la possibilità di stare insieme agli altri, senza creare campi specifici per l’autismo o la disabilità, che talvolta precludono l’inclusione sociale oltre ad avere costi improponibili per la nostra piccola associazione. Le famiglie hanno ricevuto un contributo una tantum a bambino per il progetto specifico del campo e la supervisione è stata a completo carico dell’associazione.
Non sono mancati gli intoppi, ne segnalo uno su tutti: una struttura accettava di ospitare uno dei nostri bambini e l’operatore purché non avessero contatti con gli altri bambini!!!! Il bambino è stato prontamente spostato ad altra struttura nella quale ha trovato piena accoglienza. Quest’anno di sperimentazione ci ha permesso di individuare quelli che saranno i prerequisiti dei campi del prossimo anno. Bilancio comunque più che positivo.
Adolescenti
Una mamma venne da me a lamentarsi, dicendomi che non ci sono solo i bambini, che non ci sono centri diurni per gli adolescenti e che non sapeva cosa avrebbe potuto fare il figlio di 17 anni durante l’estate. Questa sacrosanta (in parte) lamentela mi ha fatto sorgere la domanda: “cosa fanno i ragazzi a 17 anni durante le vacanze scolastiche estive?” Ho pensato anche a cosa facevamo noi a quell’età e mi ricordo perfettamente che tutti o quasi ci trovavamo un lavoretto estivo e visto che il nostro è un territorio a forte vocazione turistica balneare, succede la stessa cosa ancora ai diciassettenni di oggi.
Ci siamo detti
Troviamogli un lavoretto piuttosto che chiuderli un centro diurno
Ci siamo attivati e sui tirocini e stage estivi abbiamo trovato una vero marasma burocratico. Purtroppo soffriamo un periodo di riorganizzazione degli enti locali sardi che non ci aiuta. Ma non ci siamo arresi e abbiamo trovato una parziale soluzione nella alternanza scuola lavoro. A luglio sono stati fatti 3 inserimenti, che fanno parte di un progetto più ampio sul tema “disabilità e turismo” promosso oltre che dall’associazione sensibilMente onlus anche dalla Confcommercio Olbia, FederAlberghi Sardegna, Comune di Olbia, Enac (ente nazionale aviazione civile) Geasar (società gestione aeroporto Costa Smeralda Olbia) e la facoltà di economia del Turismo dell’Università degli studi di Sassari. Il primo inserimento è stato quello di Chicco, che per un mese ha seguito un percorso con l’istituto agrario di Olbia sulla gestione di un’azienda agrituristica. Poi Davide, che ha iniziato un percorso in un parco giochi cittadino, con mansioni che variano dalla gestione dei tempi e turni dei bambini che usano i giochi, alla emissione dei biglietti alla cassa, al mettere in ordine il parco e varie altre piccole mansioni. L’ultima è stata Ilaria, che frequenta il liceo psicopedagogico ed è stata inserita in un campo estivo per bambini (uno di quelli che ospitava anche qualcuno dei nostri) e ha fatto la maestra con grande soddisfazione di tutti. Gli inserimenti riprenderanno a settembre, sempre in regime di alternanza scuola lavoro, e due saranno in hotel della zona, uno nell’ufficio turistico del Comune di Olbia e uno in un negozio si abbigliamento. Ognuno dei ragazzi ha con sé un tutor esterno che lo segue nell’inserimento e il costo dell’operatore è sostenuto dall’associazione sensibilMente onlus. Ci tengo a precisare questo, perché la nostra è un’associazione fortemente sostenuta dalla gente e teniamo a rendere noti i progetti in cui le risorse vengono poi spese.