I teppautistici di Palermo hanno una casa. Grazie anche a noi
La tenacia, qualche volta, premia e vince: ieri il centro Corradini di Palermo, che da anni si è inventato un “durante” e Dopo di noi per una ventina di #teppautistici, ha ricevuto le chiavi della sua nuova casa. La storia l’avevamo raccontata qui, qualche settimana fa, raccogliendo l’indignazione dell’associazione. Oggi torniamo a parlarne, raccogliendo invece la soddisfazione di Rosi Pennino, che con il gruppo di associazioni ‘Perlautismo’ ha seguito il caso e sostenuto la battaglia delle famiglie.
Ieri è stata consegnata al Corradini una villetta fuori bando, che cioè non era nell’elenco dei beni confiscati da assegnare. Dopo aver perso al sorteggio, ora finalmente abbiamo vinto. Grazie alla nostra determinazione, ma anche grazie all’attenzione mediatica che ci avete aiutato a sollevare
Dopo la sconfitta al sorteggio, con cui avevano visto sfumare la possibilità di avere una villa che faceva proprio al caso dei loro ragazzi, le famiglie avevano esaminato gli altri immobili che il bando doveva ancora assegnare. Avevano i requisiti e il punteggio massimo e il sindaco orlando li aveva rassicurati: avrebbero avuto una casa per quel “Dopo di noi” che da anni e famiglie sostengono, pagando di tasca propria 3 mila euro al mese di affitto per una struttura peraltro inadeguata alle esigenze dei ragazzi.
Ma nessuno degli immobili che abbiamo visionato andava bene per noi. Servivano grossi lavori di ristrutturazione, che non potevamo permetterci. E tra l’altro, su alcuni c’erano pendenze giudiziarie, quindi si prevedevano tempi lunghi e modalità complesse. Ma devono aver capito che facevamo sul serio e non ci saremmo arresi. Così hanno trovato il modo per assegnarci un bene fuori bando. Una villetta con cinque appartamenti, all’interno di un complesso residenziale e quindi in un contesto non isolato. Buone le condizioni strutturali, quindi non serviranno grandi lavori. già in autunno trasferiremo lì i nostri 20 ragazzi, ma contiamo di poterne accogliere lì fino a 30. Un po’ per la disponibilità degli spazi, un op’ perché anche chi non poteva permettersi le spese dell’affitto ora, finalmente, avrà una risposta
Resta l’amaro in bocca, soprattutto per la reazione delle istituzioni
Non hanno mostrato alcuna attenzione umana, ma piuttosto fastidio. L’assessore alle Politiche sociali ci ha definito un “rumore”. E ci ha così offerto lo spunto per formare presto un nuovo comitato, che chiameremo appunto “Rumore”, formato da varie realtà del sociale. Rumore è un nome adatto sopratutto a noi famiglie di autistici, genitori di figli del silenzio, che sappiamo bene cosa sia il rumore, quello vero.
Ma oggi è sopratutto il giorno dei festeggiamenti e della soddisfazione
Siamo felici non solo per la vittoria, ma per la presa d’atto: non riuscivano a fermarci e hanno dovuto ascoltarci. Questo è importantissimo, soprattutto in termini di risveglio di coscienza civica in una città come la nostra, in cui il sociale è in ginocchio. La nostra vittoria dimostra che si può fare molto, per chi ha bisogno, senza ricorrere al sorteggio. E su questo punto continueremo a combattere, per cambiare i criteri di assegnazione: non il bando, ma griglie di valutazione del bisogno. Intanto, ci portiamo a casa questa vittoria, che fa certamente tanto bene a famiglie che vivono nella disperazione dell’invisibilità. E diciamo ancora grazie a tutti quelli che ci hanno ascoltato e sostenuto.