Noi padri per sempre
Oggi è la festa del papà… E che vuol dire? Un giorno del’ anno dedicato ai lavoretti orribili, frutto d’impegno coatto per compiacere maestre con velleità creative. Cravatte di cartoncino segnaposto, portatovaglioli fatti di mollette stendipanni incollate, cioccolatini con la ciliegina al liquore (quello della mamma con la nocciola invece), poesiole, cuoricini, coccole e sorrisini.
La festa del papà il funerale della dignità paterna, serve a commemorare una reliquia del passato, sta al padre come il Calendimaggio di Assisi sta al Dolce stil novo. E’ una farsa organizzata dalla Pro Loco dello strapaese famiglia per confezionare memoria fittizia di un tempo passato per sempre.
Per fortuna noi guardiani dei folli colossi dell’ irrequietezza balzana di essere loro padri ce lo ricordiamo ogni minuto della nostra giornata, non ci serve un santo patrono che padre lo è stato per procura divina, beato lui. Il nostro patrono è il figlio manesco di cui siamo custodi e prigionieri allo stesso tempo. Colui che ci consuma, ma ci fortifica, facendoci bersaglio quotidiano di sberle e di carezze.
Noi saremo padri dei nostri figli taciturni per sempre, fino a che saranno loro a portarci sule spalle perché ancora non potranno fare a meno di noi. Gli altri garruli paparini dalle cravatte e dei ciooccolatini, saranno stati già sbattuti in qualche discarica per vecchi dai loro figlioletti poeti e canterini.