Pensare Ribelle

Maggiorenni autistici senza identità digitale. E neanche il bonus

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Non tutti i maggiorenni autistici possono avere il bonus di 500 euro come i loro coetanei. Non ci riescono, almeno per il momento, quelli che hanno un amministratore di sostegno, o un tutore. E’ il caso di molti #teppautistici gravi: perché a tanti genitori viene consigliato – più o meno opportunamente – di percorrere questa strada.

La questione, in sintesi, è questa: chi ha un amministratore di sostegno non può ottenere un’identità digitale, quella che serve per accedere al sistema informatico tramite cui scegliere e ricevere il bonus di 500 euro da spendere in intrattenimento e cultura. La procedura non lo prevede: nessuno ci ha pensato. E nessuno, in questo momento, sa come fare.

identita-digitaleQuindi, #teppautistici “amministrati” e relativi familiari, bisogna mettersi l’anima in pace: poco male, dirà qualcuno. Però c’è chi vive questo come l’ennesima discriminazione, o colpevole dimenticanza, da parte di un’ottusa, o miope burocrazia. E considera questo rifiuto come l’ennesimo rifiuto, l’ennesima barriera:

la barriera digitale, che condanna inesistenza digitale,
quando già tante barriere reali rischiano di far scomparire dalla realtà.

Fabiana Gianni, per esempio, giornalista e mamma di Diletta, una ragazza gravemente disabile di cui è lei stessa amministratrice di sostegno, l’ha presa molto male. Ecco quello che racconta nel suo blog sul Fatto quotidiano. Ve lo riportiamo qui, perché ci pare interessante scoprire e smascherare questa nuova falle del sistema inclusione: piccola o grande che possa sembrarvi.

Per ottenere il bonus tutto avviene online – scrive – Chi vuole usufruire del bonus deve prima ottenere lo Spid, l’accredito elettronico presso la Pubblica amministrazione, che comprova l’identità digitale e poi può scaricare l’app predisposta appositamente per questo scopo registrandosi attraverso vari canali predeterminati. Peccato che in tutto questo sia richiesta l’identificazione via web, o presso alcuni uffici tramite la persona interessata. Nessuno si è ricordato degli Amministrati e dei tutelati”.

fgianniFabiana Gianni scrive quindi all’indirizzo indicato sul sito per chiedere chiarimenti sulla procedura da seguire. Riceve velocemente la risposta:

Per la casistica di una persona con disabilità accompagnata/assistita da un amministratore di sostegno legalmente riconosciuto non abbiamo ancora una risposta da parte dell’autorità che norma le attività degli Identity Provider (AgID). La richiesta, quindi, va tenuta in attesa del pronunciamento di AgID.

Abbiamo provato anche noi a chiedere delucidazioni all’ufficio preposto, facendo riferimento proprio alla segnalazione di alcuni lettori disabili. E la risposta che abbiamo ricevuto non è molto diversa:

Il sistema Spid non definisce procedure relative alle deleghe, che sono parte di normative di rango generale o di procedure già in uso presso amministrazioni pubbliche o gestori di servizi di pubblica utilità. Per definire un percorso chiaro e comune stiamo lavorando con gli Idp per uniformare la prassi di erogazione delle credenziali Spid per i quali in determinati casi alcune persone possono agire per conto di altri, secondo i principi di delega previsti dalle regioni per l’attivazione della Cns. Nei prossimi giorni saremo in grado di fornirle una risposta più dettagliata.

Una serie di sigle criptiche, per dire che, per il momento, una procedura non esiste: quindi niente bonus per chi ha un amministratore di sostegno, almeno fino a nuovo ordine. Forse un semplice ritardo burocratico, una “svista” dell’amministrazione, una dimenticanza che però fa indispettire chi ogni giorno si trova a combattere contro tante barriere, fisiche, culturali o digitali che siano.

L’ennesima piccola grande discriminazione buttata sulle spalle di chi pensava di aver conquistato gli stessi diritti – commenta amaramente Fabiana Gianni – Dopo 18 anni a volte mi sento davvero ancora troppo ingenua. Cado, come nel peggiore dei concorsi a premi, nella rete della nostra Pubblica Amministrazione, convinta che Diletta esista come cittadina e invece scopro che non è una delle tante persone di serie B. In realtà lei e tutti coloro nella sua situazione non esistono proprio. In nessuna categoria. Anche in questo andrò fino in fondo. Perché considerato che esiste una esclusione, il governo deve avere il coraggio di scriverlo: vietato e non riconosciuto ai giovani di 18 anni affetti da handicap grave e costretti a essere legalmente amministrati.

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