Tommy muratore felice
Tommy da un paio di settimane fa il muratore. Mai visto così felice…A Roma un gruppetto di padri di ragazzi autistici ogni mercoledì apre un cantiere edile, in un terreno comunale che sono stati costretti a occupare perché nessuno se li filava. Stanno costruendo una chiesetta (io se devo essere sincero avrei preferito un pub!), per la prima volta Tommy ha l’ euforia di fare qualcosa che lo faccia sentire importante!!!
Quindici ragazzoni adolescenti con problemi dello spettro autistico ogni mercoledì pomeriggio si ritrovano in uno spazio verde pubblico a Tor di Quinto (non lontano dal Poligono di tiro) per lavorare in un cantiere edile. Succede da tre anni grazie a un progetto che l’associazione «Anpet» ha messo a punto con l’associazione «L’emozione non ha voce» costituita da sei padri di ragazzi autistici seguiti dall’Istituto di Ortofonologia.
«All’inizio pensavamo di fare cantieristica occupazionale ovvero costruire una specie di ricovero per attrezzi in mattoni da ributtare giù per tenere occupati i ragazzi» dice Enzo Cardogna di Anpet. Che racconta poi la sua storia. «Io e mia moglie Federica Borchicchio che è psicologa e collabora con l’istituto di Ortofonologia facciamo petherapy e nuoto terapia. I genitori dell’associazione ci hanno voluto come operatore sociale e psicoterapeuta. Già sedici anni fa avevamo chiesto al Comune di poter usufruire di questo spazio verde di cinquemila metri quadri a Tor di Quinto.
E siccome era impossibile farsi sentire alla fine l’abbiamo occupato. Ci hanno detto: avete fatto benissimo. Prima di allora c’erano solo rovi, rifugi di rumeni e discariche». Ora ci fate petherapy e il cantiere ma avete cambiato progetto. «Tre anni fa abbiamo conosciuto la famiglia di Nennolina, vezzeggiativo di Antonietta Meo, una bambina venerabile, nata il 15 dicembre 1930 e morta il 2 luglio 1937 di tumore osseo. Sta avendo la causa di beatificazione. Abbiamo deciso di costruire qui una chiesetta dedicata a Nennolina. Gli eredi e il postulare della causa sono rimasti colpiti da questa iniziativa e ora vogliono incontrare i ragazzi». Come funziona il cantiere? «In tre anni ci hanno lavorato circa trenta ragazzi. Attualmente sono un gruppetto di 15 ragazzi con spettro autistico che vanno dai 15 ai 26 anni, una fascia d’età problematica perché è il momento in cui le istituzioni ti abbandonano. E i genitori non sanno come far passare il tempo ai loro figli. Siamo in tre a coordinare il lavoro.
C’è chi impasta il cemento, chi trasporta il materiale, chi lo installa. Da lontano sembrano carpentieri veri». Come vi finanziate? Le attività sono gratis? «Abbiamo un ferramenta “Milton 2008” che ha sposato la nostra causa e fornisce materiali edilizio, attrezzi e anche l’abbigliamento. Il progetto della chiesetta è stato realizzato da un papà costruttore e ricorda la Porziuncola di San Francesco ad Assisi». A che punto siete? «A metà dell’opera. Non abbiamo fretta. Seguiamo il tempo dei ragazzi che sono entusiasti del loro lavoro. E fanno progressi. All’inizio alcuni di loro non prendevano neanche la carriola. Ora caricano, scaricano, mettono il cemento sui mattoni. E’ un lavoro di fatica che dà soddisfazione. Noi lo chiamiamo Lego gigante».
Cardogna e compagni organizzano altre attività per i loro autistici. «Il venerdì pomeriggio ci sono i tuffi con “Mr Marconi al Foro Italico. Il sabato il progetto rugby con la Primavera rugby all’Acqua Acetosa. Il giovedì mattina e primo pomeriggio la terapia assistita a cavallo al centro ippico nomentano. E per questa estate stiamo organizzando la passeggiata a cavallo da Montelibretti a Avigliano all’Università della Musica di Mogol che è il nostro patron».
Natalia Poggi (“casualmente” madre di Tommy) IL TEMPO