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Ecco il "videomodelling" che aiuta gli autistici. Anche in ospedale

videomodeling


Si chiama “videomodelling”: tecnicamente, è una serie di video brevi, che rispondono grazie a determinati requisiti riescono a catturare e trattenere l’attenzione del #teppautistico, facendo in modo che gli arrivino alcuni semplici messaggi e informazioni. A introdurre questo metodo in Italia è la onlus “Progetto Autismo FVG“, che tempo fa ha pubblicato la prima “serie”: “ABC videomodeling”, per fornire agli autistici le indicazioni utili per alcune attività più o meno quotidiane: lavarsi i denti, fare la spesa ecc.

Oggi la onlus ci propone un altro contributo, con la serie “Dottore amico – Andiamo in ospedale“, sperando che possa essere utile a #teppautistici e famiglie, in quella che forse è una delle imprese più complicate: l’impatto con i servizi sanitari e, in particolare, con l’ospedale. La tecnica è sempre quella: video brevi, parole semplici, immagini chiare, parole pronunciate lentamente e concetti ripetuti più volte. Obiettivo: non solo mostrare al #teppautistico cosa avverrà quando si sottoporrà a tale esame o a tale intervento, ma anche suggerirgli qualche semplice indicazione sulla condotta che sarebbe opportuno tenere in quella circostanza. Questo, per esempio, è il video sul prelievo del sangue: uno dei 13 della serie.

Sulla fondatezza scientifica e l’efficacia di questa metodologia comunicativa, ecco cosa scrive l’associazione:

Il Videomodelling è un tipo di intervento che sfrutta la potenzialità dell’apprendimento osservativo per insegnare vari tipi di abilità. Consiste nell’ insegnare attraverso l’esposizione ripetuta ad una videoregistrazione della durata non superiore ai 3-5 minuti nella quale un modello esegue correttamente e lentamente un compito costituito da una sequenza di comportamenti. Nel video deve risaltare solo il comportamento che intendiamo insegnare. Non ci devono essere pause o stimoli percettivi che distraggono l’attenzione. Ci possono essere rinforzi uditivi (es. un “Bravo!” o un applauso) oppure, durante ogni azione, ci può essere la descrizione verbale di quello che viene fatto.

Le ricerche dimostrano che i trattamenti di video modeling risultano efficaci con diverse popolazioni, di diverse età e con diversi tipi di comportamento (Dowrick, 1999; Dowrick & Dove, 1980; Dowrick & Hood, 1981; Lasater & Brady, 1995; Maione & Mirenda, 2006). Questo ha fatto recentemente accrescere l’interesse verso l’uso di tali tecniche, che si rivelano particolarmente utili per insegnare a persone con disturbi dello spettro autistico (Sherer et al., 2001).

E’ una tecnica derivante dal concetto di apprendimento per imitazione (= modeling) introdotto dagli studi di Bandura (1969, 1977), che dimostrarono come il modeling abbia un profondo impatto sullo sviluppo dei bambini i quali tendono ad acquisire una vasta gamma di abilità non attraverso la propria esperienza (apprendimento per prove ed errori), ma attraverso l’osservazione di altre persone che compiono quelle azioni. Le recenti ricerche sui neuroni specchio (Rizzolatti e Gallese) supportano a livello fisiologico le affermazioni relative all’apprendimento via modeling.

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