65 (e più) movimenti in piazza contro il decreto inclusione a scuola
Non bastano le aperture e le promesse della ministra dell’Istruzione: la promessa, tanto per cominciare, che il diploma di licenza media non si toccherà, che anche i #teppautistici continueranno a prenderlo. E la promessa che i decreti attuativi della Buona scuola, soprattutto quello su l’inclusione, criticato e addirittura “rigettato” dalle principali associazioni, sarà migliorato, accogliendo le istanze di famiglie e organizzazioni. Non basta, perché alle promesse si può credere o non credere. E tanti non ci credono. Come la “Rete dei 65 movimenti per il sostegno”, che chiama a raccolta tutti, insegnanti, studenti, famiglie e associazioni, il 23 febbraio a Roma, per chiedere, senza giri parole, il “ritiro delle deleghe”.
#RITIRODELEGHE
E’ questo il nome e lo slogan del convegno-presidio, che si svolgerà sotto Montecitorio, a partire dalle 14. Per dire con forza che i diritti non sono privilegi e quindi non vanno toccati.
In un documento redatto dopo un’attenta lettura dei testi normativi, la Rete ha messo nero su bianco le proprie osservazioni critiche e le proprie proposte concrete. Il 23 febbraio saranno il “canovaccio” della protesta, la ragione e lo scopo della manifestazione. Ne pubblichiamo uno stralcio:
Emendare tutto il testo non ha senso, va assolutamente ripristinata la legge 104 del 92, depotenziata dalla Legge delega. Bisogna restituire la licenza media agli studenti con disabilità. E’ inumano infatti negare la licenza media, come previsto dalla delega 384, ai ragazzi che presentano delle disabilità, se non sosterranno prove equipollenti.
Lo snellimento burocratico relativo all’accertamento della disabilità, propagandato dal Governo, non c’è, anzi si allungano i tempi a 60 giorni contro i 6 giorni che servivano prima per attestare la condizione di disabilità e attivare così le tutele di legge. Questo decreto attuativo finge di promuovere l’inclusione, in realtà attiva meccanismi perversi, anche quando rilancia il comma 79 della Legge 107 secondo cui il DS può assegnare lo studente con disabilità ad un docente di classe che abbia la specializzazione per le attività di sostegno. E’ questa l’inclusione?
Il PEI, nella sua elaborazione, sganciato dalla collaborazione dei servizi socio-sanitari e dalle famiglie non ha alcun senso. Con la delega 378 è stato istituito il GIT (Gruppo per l’inclusione territoriale) di ambito, organo politico avulso dalle reali esigenze degli studenti con disabilità, composto da 4 ds e 2 docenti scelti dai ds. Il Git d’ambito sostituisce i Gruppi di lavoro provinciale (110 gruppi), i Gruppi di studio e di lavoro (uno per ogni istituzione scolastica: 8.519), i Gruppi per la stesura del PEI (uno per ogni alunno con disabilità). Il GIT avrà sede presso gli USR, i membri sono scelti dal Dirigente dell’USR, e avrà lo scopo di razionalizzare le risorse. Con tale riforma, si passa così da circa 234 mila gruppi di lavoro per l’integrazione scolastica a soli 300 GIT che razionalizzaranno le risorse sulle ore di sostegno da assegnare agli studenti, senza tener conto della sentenza di Corte costituzionale, la 80 del 2010 che deroga ai risparmi di spesa in nome del diritto all’istruzione degli studenti con disabilità. Pertanto il GIT è inaccettabile.
Ed ecco come rilancia queste richiesta Federico Modica, papà di un ragazzo autistico, che con l’associazione Adelante di Palermo porta avanti battaglie su battaglie, in difesa dei diritti. E in questo caso ha incrociato i 65 movimenti, unendo le forze con insegnanti e sindacati, perché le ragioni e le richieste, per quanto riguarda i decreti, sono condivise:
Questa rete che si è creata, e che il 23 scenderà in piazza, è un modo pacifico di strumentalizzarci l’uno con l’altro. La delega sull’ inclusione è inaccettabile, mi sembra una sorta di legge di autotutela affinché genitori, insegnanti, operatori scolastici non possano più impugnare sentenze e andare contro lo Stato. Perché le nostre vittorie, fino ad oggi, sono costate. Mi pare evidente, nel decreto inclusione, la volontà di non mettere in atto il corpus legislativo sull’inclusione. Perché questo corpus esiste, le leggi ci sono e sono tra le più avanzate in tema d’inclusione. Questa delega non ci serve, perché non c’è nessun vuoto legislativo: c’ invece la carenza cronica di insegnanti di sostegno titolati, c’è il problema degli enti locali, che rimandano alle regioni e poi queste allo Stato. Problemi che sono comuni a noi genitori e a loro insegnanti: e in questa battaglia uniamo le forze, per chiedere non che i decreti siano rivisti o migliorati, ma che siano ritirati. Una richiesta che, ne siamo consapevoli, difficilmente andrà a buon fine. Ma noi ci proviamo, protestando contro uno Stato che, evidentemente, non è all’altezza delle leggi che si è dato.
Giovedì 23 febbraio 2017 14:00 – 15:00 Sala Nassirya del Senato Conferenza stampa sul tema “Delega sostegno e profili di criticità” 14:00 – 19:00 Piazza Montecitorio Manifestazione indetta dalla “Rete dei 65 Movimenti” con lettura di testi, flash mob e testimonianze Venerdì 24 febbraio 2017 8:30 – 14:30 Liceo “Torquato Tasso”, via Sicilia 168 Corso di formazione con esperti del settore sul tema “La delega del sostegno, inclusione o esclusione? Il docente di sostegno e la continuità didattica. Come cambia la 104” |