Cosa fare
In piazza con le lacrime agli occhi, per dire no al decreto "ignobile" sull'inclusione
“Docenti e genitori sono scesi in piazza, ieri, per chiedere l’unica azione accettabile: il ritiro delle deleghe della Buona Scuola”: così Manuela Serra, senatrice 5 Stelle, sul presidio dei 65 Movimenti per il sostegno, a cui lei stessa ha preso parte. Niente mezze misure, insomma, nessun comprommesso, perché le “migliorie” promesse dalla ministra Fedeli non basterebbero a rendere accettabili questi decreti: specialmente quello sull’inclusione, definito da Serra addirittura “ignobile”, “la più odiosa di queste deleghe”. Ecco come ci risponde la Senatrice Serra
Perché? Cosa c’è che non va, nell’ormai famigerato Atto 378?
Il decreto sull’inclusione scolastica e’ un vero e proprio attacco al diritto allo studio, che resta sulla carta ma viene sempre più svuotato di senso. Ricordiamo alcuni dei passaggi previsti da questa misura, che non esitiamo a definire ignobile: gli studenti che non hanno una disabilita’ grave certificata rischiano di perdere le ore di sostegno. Le ore di sostegno saranno decise da un Gruppo di Inclusione Territoriale (GIT), composto principalmente da dirigenti scolastici che non avranno conoscenza diretta dei singoli alunni e dei loro bisogni.
Altro punto critico, evidenziato con forza anche dalle associazioni, riguarda la composizione delle classi…
Contrariamente a quanto avveniva fino ad oggi, le classi con studenti con disabilita’ potranno essere composte da più di 22 studenti. Ci saranno ancora decine di migliaia di posti di sostegno che continueranno a restare scoperti, perpetrando i cronici scompensi della continuità didattica. L’approccio per valutazione diagnostico-funzionale degli studenti sara’ affidata a commissioni composte da medici e, dunque, viene a cadere la compartecipazione fondamentale di famiglie, educatori, pedagogisti, psicologi assistenti sociali.
Chi c’era ieri pomeriggio in piazza?
C’erano genitori con le lacrime agli occhi per un provvedimento che rischia di riportarci indietro di decenni rispetto all’approccio culturale nei confronti della disabilità. Questo provvedimento sancisce che i bilanci degli istituti vengono prima dei diritti. C’e n’e’ abbastanza per chiarire come stiamo parlando di un provvedimento non solo iniquo, ma che dimostra anche una disarmante approssimazione e ignoranza nell’approccio verso la disabilità. Al Pd e compagnia bella, la dura lezione della Buona Scuola non e’ bastata, vogliono inimicarsi definitivamente studenti, genitori, e insegnanti.