Ritirare il decreto inclusione? Per il ministero, non se ne parla
Il decreto inclusione si può “toccare”, ma non ritirare: non se ne parla proprio. E’ stata chiara e determinata, cui dicono, la ministra Fedeli, che ieri ha incontrato la Rete dei 65 movimenti, insieme ad altre associazioni che contestano quanto previsto, in materia appunto di inclusione, nei decreti attuativi della Buona Scuola.
A riferirci dell’incontro è Federico Modica, che del movimento fa parte in qualità di papà.
Per il padre l’incontro non è stato esaltante, anzi è stato proprio deprimente. La scelta politica delle deleghe è stata fatta, punto. Cambieranno qualcosa, tenteranno di aggiustare ma, sostanzialmente, il danno è fatto. Danno che credono invece sia una soluzione accettabile. Persone che sanno male di cosa parlano; persone che si sono espresse con i luoghi comuni della peggiore specie… “Bisogna cambiare la 104 perché datata…” “La scuola ha bisogno di una vera riforma…” “Ma voi siete contenti di come funzioni adesso la scuola? “. Alle domande specifiche dell’avvocato Benincasa e di Leonardo Alagna – sociologo e insegnate di sostegno -, domande per entrare nel merito di queste esigenze di cambiamento, la risposta è stata il silenzio, l’imbarazzo dell’impreparazione. Il problema è che i governanti continuano a spendere molti soldi per risarcimenti, ricorsi. Stanno tentando di creare legge che li tuteli ma relativamente. Se cambiano alcune cose come chiesto da tutte le associazioni e rientrano in campo attivamente i genitori, non riusciranno a risparmiare.L’incontro di ieri, purtroppo, ha confermato che la classe politica non è all’altezza delle leggi che proprio la politica era riuscita a produrre. Siamo tristi e preoccupati.” E in occasione dell’incontro, il movimento ha prodotto un altro documento, in cui passa in rassegna, criticamente, il decreto inclusione.
Qui trovate il testo integrale.
Audizione Ministero della Pubblica Istruzione Schemi di decreti attuativi della Legge 107/2015 (Atti del Governo n. 377, 378, 380, 384) Memoria della Retedei65movimenti PremessaLa rete dei 65 movimenti, ribadisce in questo documento i motivi che determinano una richiesta di ritiro delle leggi delega La legge 107 ha danneggiato tutti. E tutti, docenti, associazioni, comitati, operatori, assistenti e famiglie, uniti, per la prima volta, fanno sentire la loro voce. Dopo il tavolo tecnico tenutosi a Palermo nelle giornate del 28 e 29 gennaio e le azioni di protesta che si sono già tenute a Roma il 23 e il 24 febbraio, esaminata la legge delega Sostegno, articolo per articolo, la Rete (105 tra associazioni e comitati, gruppi docenti e genitori) redige il seguente documento unitario per giustificare l’inemendabilità degli articoli e quindi il ritiro del DDL n. 378 e con essa le altre sette deleghe, perché l’incontro con il ministro On. Fedeli possa invece rappresentare la base di un confronto tra il Parlamento e la società civile. Nonostante la rete, in fase costituente nel mese di ottobre, avesse già richiesto di prendere visione della bozza della legge delega sull’inclusione, il Miur non ha mai dato alcuna risposta. Il dialogo non è mai esistito e le leggi delega sono il frutto di un lavoro svolto esclusivamente da parte di uno staff tecnico che non si è mai confrontato con il mondo associativo rappresentativo delle persone con disabilità e delle loro famiglie, nè con il mondo associativo rappresentativo dei lavoratori del comparto scuola. Anche in chiaro dispregio di quanto previsto dall’articolo 4.3 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, circa l’obbligo di coinvolgimento delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità in tutti gli atti “relativi a temi concernenti le persone con disabilità”.
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