L'alternanza scuola lavoro a misura di autistico: dall'Archivio di Stato di Rieti alle camminate solidali per Amatrice
Alle 7.25 del 21 Marzo, il bus bipiano del Cotral in partenza per Rieti dal Piazzale della Stazione Tiburtina, è preso d’assalto da una cinquantina di liceali che lo attendono impazienti fin dalle 7.00, preoccupati di far tardi all’appuntamento con il direttore dell’Archivio di Stato, Roberto Lorenzetti
Tra loro, anche due autistici che frequentano la stessa classe, uno dei quali è Tommaso le cui vicende sono spesso narrate su queste pagine ed è ancora di lui che stiamo per raccontare e della sua esperienza nel capoluogo sabino per scoprire come nasca la progettazione di una attività di alternanza scuola lavoro a misura di autistico.
L’alternanza scuola-lavoro, prevista dalla Legge 107/2015, è una metodologia didattica che amplia l’offerta formativa della scuola, entro la dimensione curriculare e culturale ma anche esperienziale, in quanto svolta in altri contesti di apprendimento, anche lavorativi, nel nostro caso, abbiamo trascorso tre giornate presso l’Archivio di Stato.
Per essere davvero efficace, l’alternanza richiede una sinergia progettuale tra i soggetti coinvolti: Scuola, Associazione, Ente locale o altra Istituzione, saranno in grado di garantire il sostegno formativo agli studenti, a patto che si determini la necessaria alchimia tra obiettivi da raggiungere ed azioni da svolgere, collaborazione per quanto concerne l’organizzazione dell’intero percorso, per giungere alla certificazione congiunta e condivisa delle competenze. Inoltre, sia la didattica in aula che i periodi di permamemza nella struttura ospitante, deve essere approvata dai Consigli di Classe e condivisa dallo studente e la sua famiglia.
Tommaso, che frequenta il quarto anno del Liceo Artistico, fin dal Maggio dello scorso anno, è alle prese con le attività di alternanza. Dapprima, dedicandosi agli apprendimenti per la realizzazione di pupazzi in gommapiuma per il teatro di figura sotto la guida di Claudia Federici, docente dell’Accademia di Belle Arti, successivamente, dallo scorso Giugno, impegnandosi con i suoi compagni di classe ad imparare le tecniche di ripresa video e fotografica. <Autobiografie Fotografiche. Fotografia digitale e video arte per l’inclusione> è, infatti, il nome del progetto che si è da poco concluso ed era stato pensato e strutturato appositamente per l’inclusione dei tre studenti autistici che frequentavano il terzo anno del Liceo, anche nelle attività di alternanza scuola – lavoro, dalle quali, altrimenti, sarebbero restati esclusi e che ha inteso costruire nuove relazioni tra adolescenti, familiarizzandoli alla neurodiversità.
Il progetto, infatti, prevedeva anche la presenza di altri ragazzi autistici dell’Associazione Insettopia, con l’intento di favorire non solo la relazione ma anche l’apprendimento fra pari. Adolescenti neurotipici e neurodiversi, hanno avuto modo di partecipare ai numerosi reportage fotografici in giro per la città, con l’intento di realizzare una mappatura metropolitana della Street Art, anche in chiave autobiografica rispetto ai quartieri per lo più periferici esplorati, ai muri dipinti ed alle relazioni, anche emozionali, con luoghi e persone.
Il progetto, realizzato in collaborazione con il regista Federico Triulzi di AMM – Archivio delle memorie migranti e Insettopia Onlus, ha inteso proseguire il dialogo già iniziato nel 2015, tra la neurodiversità e la cultura del mondo della migrazione di cui si racconta nel video Click! Autobiografie fotografiche e negli articoli: Gli scatti dei ragazzi autistici, il “maestro” è un fotografo migrante e Autismo incontra arte migrante.
Torniamo alla ragione della partenza degli studenti del Liceo Artistico Ripetta da Roma in direzione Rieti.
Quella che vi stiamo raccontando è una storia di scuola, certamente ma è anche la storia di come il terremoto dello scorso 24 Agosto ad Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto, sia stato il motore proprio del nuovo progetto di alternanza scuola lavoro pensato per Tommaso e la sua classe che, per quanti di voi fossero interessati, possono leggerne in L’anima dei luoghi, oppure visitare la pagina Facebook Passi solidali. Gli studenti del Liceo Artistico Ripetta per Amatrice .
<Passi solidali. Gli studenti del Liceo Artistico Ripetta per Amatrice> così il nome del progetto, si è svolto, nella sua prima parte, proprio all’Archivio di Stato di Rieti, in sinergia con il direttore Roberto Lorenzetti e proseguirà con l’intento di portare gli studenti a camminare nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, educandoli all’ambiente naturale ed antropico, alla cura ed alla tutela del paesaggio e dei beni culturali ed ambientali, promuovendo il camminare come competenza chiave di cittadinanza. In queste camminate saremo accompagnati dalle Associazioni FederTrek – Escursionismo e Ambiente e Movimento Tellurico Ecologia e Solidarietà.
Il grande dolore che ha provocato il terremoto del 24 Agosto ha fatto si che si intrecciasse la drammatica esperienza di quanto stesse accadendo nei paesi di una vasta area dell’Italia centrale, proprio con il mondo della scuola, inducendo chi scrive ad una presa d’atto: affrontare la realtà in tutta la sua complessità e, al contempo, attivare strategie di insegnamento/apprendimento che prendessero le mosse proprio dalla contemporaneità e dal vissuto di quei drammatici giorni.
Si trattava di mettere in campo una didattica esperienziale che, necessariamente, contenesse quanto stesse accadendo e che, al contempo, tenesse conto della crescita personale degli studenti, alcuni dei quali autistici e fosse trasformata in attività di alternanza.
Ho sempre ritenuto che gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.) dovessero essere nella scuola i primi fruitori di azioni didattiche individualizzate e personalizzate, in equilibrio ed in armonia con quanto sia proposto a tutto il gruppo classe, seppure con altri linguaggi ed altre metodologie e che, nel caso degli studenti autistici, i contenuti dovessero passare attraverso la mediazione delle immagini, uniche a rendere efficaci ed immediatamente comunicativi, contenuti anche complessi.
La domanda, non da poco e che, fin da subito, ho iniziato a pormi è stata: come avrei potuto fare ad intrecciare il terremoto e le sue distruzioni, la solidarietà per le popolazioni colpite, la sensibilizzazione nei confronti del patrimonio storico artistico a rischio dispersione – ove non fosse stato già distrutto – i contenuti disciplinari della storia dell’arte e l’inclusione dell’autismo in classe?
Un vero e proprio rompicapo che, se avessi potuto sciogliere, avrebbe potuto generare una sperimentazione didattica degna di essere messa in campo.
In questi anni in cui ho avuto il piacere di conoscere ed avere molti studenti autistici in classe, ho cominciato ad arrovellarmi attraverso quali modalità relazionarmi ed insegnare loro qualcosa di utile, di gratificante, che creasse un’attenzione congiunta ed una condivisione con il resto della classe, che li aiutasse ad essere autonomi e creasse le condizioni anche per una loro futura professionalizzazione.
Di autismo davvero non ne sapevo nulla ma avevo deciso di imparare ad imparare proprio da loro, eleggendoli a veri e propri Maestri, non smettendo mai di osservare, in silenzio, senza mai valutare, ma, soprattutto, senza la pretesa di farli diventare altro da quello che loro non fossero, rispettando le loro identità e valorizzando le loro grandi capacità che è stato semplice scoprire non appena usciti dalla scansione del tempo imposto dalla scuola e sperimentare la lentezza, della quale non smetto di tesserne l’elogio, predisponendomi all’ascolto, profondo e mai distratto, per provare a comprendere quello che gli autistici non smettono mai di comunicarci, affinchè si possa provare a comprendere, dai loro comportamenti, chi siano loro e chi siamo noi.
Per trovare risposta al mio arrovellamento, è bastato entrare nella dimensione della didattica in-situazione affinchè potesse nascere un’esperienza di vita, di insegnamento/apprendimento, di solidarietà umana, a dimostrazione di come attraversando la difficoltà ed il dolore e provando a trasformare l’ esperienza del terremoto, in risorsa per ricomporre l’infranto, si riesca a creare una didattica altra, certamente fuori dalle righe ma autentica, solidale ed anche inclusiva.
Fatto salvo perfino il programma di storia dell’arte, ho impostato nella programmazione del quarto anno, un percorso che ci portasse a seguire i pittori che dipinsero nella Conca Amatriciana, dapprima in aula, attraverso la lettura delle immagini che, sempre, i miei studenti autistici hanno oramai la consuetudine di rielaborare, facendole proprie attraverso il disegno ed interpretando, a loro volta, le opere degli artisti mostrate loro. Ed ancora, il progetto di alternanza scuola lavoro si sarebbe ulteriormente arricchito sapendo che, nella seconda parte del progetto, dopo l’esperienza diretta sui libri ed i documenti recuperati dal terremoto fatta nell’ Archivio di Stato di Rieti, avremmo davvero potuto ripercorrere proprio quei sentieri di montagna nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, ritrovando quegli stessi passi che avessero percorso Cola dell’Amatrice, Dioniso Cappelli Paolo da Fermo. Quello che fosse stato loro mostrato in classe con il video proiettore, gli studenti tutti, compresi i nostri autistici, lo avrebbero ritrovato nei cicli di affreschi realizzati nelle chiese dell’Icona Passatora, nel Santuario della Filetta, nella chiesa di Sant’Antonio Abate ma non solo: quegli stessi passi dei pittori ritrovati, avremmo potuto trasformarli in passi solidali, creando un ponte tra il nostro Liceo e la Scuola di Amatrice, invitando a camminare con noi gli studenti, i ragazzi che ancora vi avessero vissuto.
Il progetto <Passi Solidali per Amatrice> ha preso il via lo scorso 14 Febbraio – al link il raccconto di quella prima giornata Scuola-Lavoro a Rieti: ecco l’autistico archivista solidale – per proseguire con altri due giorni di attività in alternanza che ci hanno dato anche l’opportunità di raccontare la nostra esperienza nell’articolo L’anima dei luoghi per ricomporre l’infranto. Il Progetto alternanza scuola-lavoro del Liceo Artistico Ripetta di Roma sui documenti recuperati ad Amatrice, pubblicato nel primo numero della rivista trimestrale on line <Didattica Luce in Sabina>, presentata in Archivio lo scorso 6 Marzo. Al link il racconto di quella giornata: Ritorno a Rieti dei Teppautistici-archivisti: altri passi solidali per Amatrice.
L’esperienza che gli autistici ed i loro compagni hanno fatto all’Archivio di Stato di Rieti non sarà dimenticata, sia sul piano dell’acquisizione delle competenze che su quello emotivo. Nei nostri tre incontri nel capoluogo sabino, ragazze e ragazzi hanno contribuito a ricondizionare l’archivio dell’Opera Don Minozzi, recuperato tra le macerie amatriciane, prendendo contatto con i manoscritti ed i libri antichi.
Durante il nostro ultimo giorno di attività, il 21 Marzo, abbiamo avuto modo di scoprire l’autentica passione degli autistici per il lavoro con i libri. Autistici archivisti e, per giunta, anche solidali, dunque, che hanno acquisito competenze di cittadinanza tali da essere certificate a pieno titolo per aver contribuito a ricondizionare gli archivi storici con gran dedizione, tra questi, anche l’archivio recuperato da un edificio inagibile dopo il terremoto del capoluogo sabino, di Nazareno Strampelli, importante figura di scienziato che contribuì alla nascita ed allo sviluppo della genetica per la cerealicoltura, arrivando a rivoluzionare la granicoltura mondiale.
Un archivio pregevole quello di Strampelli, che conserva i documenti delle sue ricerche scientifiche e delle sperimentazioni sui grani.
Un compito di responsabilità anche per i nostri autistici ed i loro compagni, ai quali era stato affidato per il ricondizionamento e per il quale, ragazze e ragazzi hanno lavorato senza sosta, amorevolmente guidati dai funzionari dell’Archivio che mai una volta abbiano fatto sentire diversi i nostri due autistici. Un impegno, quello di Tommaso e del suo compagno, premiato non solo dalla gratificazione di aver portato avanti un lavoro fino alla sua conclusione ma anche per aver percepito l’importanza della loro presenza nel gruppo di cui si sono sentiti subito parte e nel contributo che erano riusciti a dare nel passa mano di libri e cartelle di documenti.
Una catena dal ritmo serrato che ha visto i nostri autistici molto concentrati ma anche leggeri e giocosi. Così, infatti, appaiono nelle fotografie e nei video che potete vedere voi stessi e che mostrano i loro sguardi ora sornioni, ora visibilmente divertiti e sempre più fieri e soddisfatti, man mano che procedesse il lavoro.
Non si sono opposti neanche quando gli è stato proposto di spingere il carrello con gli ingombranti contenitori che avrebbero dovuto essere trasferiti nel deposito al secondo piano. In uno dei trasporti, Tommaso ha anche brillantemente risolto un problema, riuscendo a sbloccare uno dei carrelli che, per il malfunzionamento delle ruote che si mettevano di traverso, era di difficile manovrabilità.
Dopo l’impegno tra i libri e i documenti, il direttore Lorenzetti ha guidato il lungo serpentone di studenti che con la loro presenza sembrava avessero invaso le vie della piccola citttà, a Palazzo Vincentini, sede della Prefettura, dove sono stati tutti accolti dalla dott.ssa Di Monte nella preziosa sala al pianterreno, dipinta da Arduino Angelucci (1901-1981) negli anni Trenta. Del pittore, le ragazze ed i ragazzi avevano consultato, nel corso della mattinata, sotto la guida della bibliotecaria Giacinta Balducci, le carte documentali del suo archivio ed è stata un’ emozione non da poco trovarsi al cospetto della sua pittura dopo aver appena letto la relazione scritta di suo pugno proprio delle pitture che aveva realizzato sulle pareti e sulla volta della sala. Saliti al Piano Nobile, gli studenti sono stati ricevuti con grande gentilezza dal Vicario del Prefetto, la dott.ssa Luisa Cortesi e mentre i nostri autistici, posavano lo sguardo rapito sugli affreschi del Manenti (1600-1674) non mancavano di stupirsi della sontuosità degli arredi del Salone e, sentendosi davvero molto stanchi ed a proprio proprio agio per la calorosa accoglienza ricevuta, non disdegnavano di provare la morbidezza delle poltrone tardo barocche, abbandonandosi ad un più che meritato riposo.
Le attività di alternanza scuola lavoro in cui i nostri autistici si sono molto impegnati nei tre giorni trascorsi all’Archivio di Stato di Rieti hanno contribuito a creare percorsi di inclusione e di apprezzamento della diversità attraverso la pedagogia del fare insieme, della partecipazione “peer to peer” e della condivisione degli strumenti di conoscenza. Le nostre prossime camminate nella Conca Amatriciana, favoriranno l’acquisizione di strumenti motori, artistici e culturali per indurre forme di autoconsapevolezza e rafforzare l’autonomia e la capacità di azione, per migliorare il proprio progetto di vita.
Anna Maria Piemonte
Insegnante di Storia dell’Arte al Liceo Artistico Ripetta a Roma
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