Pensare Ribelle

Perchè si deve sempre dimostrare di non essere un falso autistico?

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Riceviamo una lettera di cui non vogliamo escludere la buona fede, ma che dimostra ancora una volta quanto sia necessario che si diffonda una cultura realistica sull’ autismo. Il genitore che ci scrive non è del tutto convinto che il bambino autistico compagno di classe del figlio sia veramente tale. Ne è convinto innanzitutto condizionato da un pressing giornalistico sui “falsi invalidi” che spesso condiziona emotivamente alla diffidenza verso il disabile, più che informare realisticamente sull’entità del fenomeno delle truffe sanitarie.

In secondo luogo è condizionato da una visione stereotipata e favolistica dell’ autistico che lo porta ad azzardare una diagnosi personale sui sintomi del bambino “sospetto”. D’istinto è portato a credere che la colpa dei comportamenti “irregolari” del compagno di classe del figlio siano causati dalla madre, che “va a fare shopping” lasciandolo in custodia ad altre persone…Come se questo fosse un delitto. Anche il nonno che si sta dando da fare per ottenere il riconoscimento delle indennità  di cui il ragazzo ha diritto in quanto autistico, diventa un maneggione in cerca di una pensione illecita…Come se non sapessimo quanto occorre in tempo, file, carte e moduli…Per avere diritto alle indennità che la legge riconosce a noi autistici. Questo genitore avrebbe avuto gli stessi sospetti se il bambino avesse i segni inequivocabili di ogni altro tipo di invalidità fisica? Sicuramente no…

Questo fa dunque parte del “pacchetto” di chi gestisce un figlio autistico. Abbiamo il dovere anche di dimostrare ogni giorno della vita che  abbiamo veramente un problema concreto in carico, non un’ impressione, un’esagerazione, una falsificazione mirata a un profitto. In questo la responsabilità massima è ancora una volta di chi si fa complice dell’ ambiguità. Come di chi nega che lo stato autistico sia una condizione che si porta addosso sin dalla nascita, di chi continua a dare responsabilità allemadri frigorifero ai padri forclusi, alla mancanza di amore, di rigore, di attenzione.

Fino a che non ci sarà un impegno concreto e diffuso da parte delle istituzioni, ma anche e soprattutto da parte di molte famiglie, di diffondere un quadro realistico e informato dell’ autismo in tutte le sue possibili manifestazioni, per noi autistici ci sarà sempre il problema di dover dimostrare a qualcuno di non essere dei falsi invalidi.


E’ NORMALE CHE UN AUTISTICO SIA INDISCIPLINATO? 

Mi figlio frequenta la prima elementare. Dopo qualche settimana dall’inizio della scuola veniamo a sapere che uno dei compagni di nostro figlio è autistico. Premetto che non sono un medico e ho solo una conoscenza superficiale della questione. A farmi insospettire sul bimbo in questione e sul suo essere autistico è il fatto che non mostri alcun segno di autismo. È un bambino che si comporta poco bene, riassumendo: non obbedisce alle maestre ne altro adulto (rispondendo con frasi tipo “io non farò mai la fila!”), non vuole studiare, alza le mani ai compagni se vuole sedersi in quel posto o se vuole quell’oggetto, ha uno scarso rendimento scolastico ed è particolarmente svogliato e non accetta alcun rimprovero.

Sono questi fatti che personalmente riconduco più ad una pessima educazione genitoriale, di fatto sono genitori tendenzialmente assenti, me ne accorgo dalle feste di compleanno, dove il bimbo viene lasciato da solo in mezzo agli altri mentre la madre va a fare shopping, lasciando l’onere di controllarlo agli altri genitori che seguono i figli, oppure al fatto che la madre non rimprovera mai il figlio, quando ad esempio non vuole fare la fila o quando si comporta male in genere o, ancora, non facendo praticamente mai o quasi i compiti per casa), quando lo si fa notare alla madre, lei fa spallucce mentre se c’è la nonna  questa tira subito in ballo la condizione del nipote, dicendo che è disposta, senza che alcuno glielo abbia chiesto, a portare il certificato che attesta l’autismo del nipote.

Ora, questo non vuol dire nulla di concreto, solamente mie impressioni personali, però, recentemente, vengo a sapere che il nonno ha fatto un grosso giro di visite per cercare una raccomandazione per il nipote, affinché ricevesse il trattamento riservato agli autistici (correggetemi se sbaglio: pensione e sussidio di accompagnamento?).

Essendo pratica comune quella di farsi riconoscere invalidi per scroccare allo stato anche una pur misera pensione,  la cosa non mi stupirebbe. Malgrado ciò, non posso esserne sicuro, e sinceramente non so cosa fare.

Fare una denuncia è fuori luogo, non vorrei attirarmi l’inimicizia di nessuno ma non solo, non ho alcuna certezza e non vorrei alzare un polverone per nulla, ma, tanto meno, arrecare alcun danno al bambino mettendolo al centro dell’attenzione. Per inciso, qui no mi fido neanche degli organi preposti, la tratta delle pensioni è cosa comune che frutta molti soldi sia ai dipendenti statali accondiscendi sia alle famiglie interessate.  

D’altro canto, però, mi chiedo, è normale che un bimbo autistico sia aggressivo e indisciplinato fino al punto di non poterlo educare affatto? Ripeto che il bimbo comprende qualunque cosa gli si dica, e risponde a tono, per altro; nella mia ignoranza penso di no, ma come dicevo, non sono un medico ne un esperto.  Mi preoccupo anche per mio figlio, visto che il bimbo in questione è decisamente manesco e non si fa remore a colpire al volto a mani nude o con oggetti.

Scusate le la lunga lettera, vi chiedo, cortesemente di non riportare il mio nome, ne la città da dove scrivo.

Grazie per il vostro tempo

Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

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