AAA cercasi amiche per Benedetta…Harry Potter parte per un lungo viaggio!
Gabriella come è noto ha da anni aperto un canale di comunicazione molto particolare con la figlia Benedetta. Ora però è venuto il momento che Harry Potter, con cui La ragazza ha una corrispondenza quotidiana (le scrive ogni notte e risponde alle sue mail), allenti un po’ la sua presenza….Non sarò facile, ma Gabriella si sta impegnando. Qualcuno però potrebbe aiutarla…
leggi: Harry Potter scrive ogni notte a Benedetta, la sua amica autistica
Daniel Stop now you lose the control against me I’ve had enough stay with me Daniel! for punishment don’t go anywhere stay with me I don’t listen a fly flying that’s enough!.you look stupid fuck you fuck off stop. goodnight
Dopo ben 1286 lettere in quasi 4 anni volano gli stracci! Questa mail è giunta a Harry Potter (e cioè a me) subito dopo Pasqua e non è la prima così piena di rabbia e insulti.
La prima cosa che salta agli occhi è l’assenza della prima persona, tipico di alcuni soggetti con disturbi dello spettro autistico che tendono a riflettere come uno specchio discorsi e comportamenti sociali. Nonostante la particolarità grammaticale è ben chiaro che in Benedetta qualcosa è scattato e l’amico inavvicinabile per quanto idealizzato non è più tale e, come altro essere umano, è fallibile, colpevole di non essere sempre presente, di andare in vacanza, di avere altro da fare.
La scelta di diradare gli scambi epistolari nasce dall’esigenza di preparare Benedetta all’eventualità che imprevisti possano scombinare una routine per lei così rassicurante. Il primo viaggio di lavoro di Harry Potter è stato indimenticabile! La paura dell’abbandono l’ha travolta e per le prime 24 ore ha inondato la sua casella di mail in cui gli chiedeva dove fosse e di risponderle immediatamente.
Abbiamo superato questa prova e nel giro di un anno le assenze di Harry Potter sono state accolte con maggiore compliance con lei desiderosa di sapere dove fosse stato, chi avesse incontrato e soprattutto cosa avesse mangiato.
La trovata di Harry Potter era nata dall’esigenza di darle dei consigli di comportamento. Dopo quattro anni si può dire che il risultato è stato ampiamente raggiunto.
Da un po’ di tempo il rapporto con il suo amico immaginario sta attraversando un momento di stanca, tipico di tutte le relazioni di lunga durata. Lei vorrebbe incontrarlo e lui ha sempre delle scuse pronte che, ricordo perfettamente, facevano infuriare anche me alla sua età. Una relazione di questo tipo deve necessariamente trasformarsi e Harry Potter deve lasciare il posto alle amicizie vere, le persone che Benedetta può sentire per telefono o incontrare per andare al cinema o a fare una passeggiata in centro.
Ecco un’altra criticità. I nostri figli non hanno amici se non persone affette dallo stesso disagio mentale che si ritrovano il sabato o la domenica in locali messi a disposizione dalle associazioni di volontariato o dalla Curia. Per alcuni la situazione è quella ideale ma non per tutti è così e Benedetta spesso preferisce rimanere a casa perché i suoi interessi e i suoi desideri non coincidono più con quelli degli altri che spesso non sono coetanei ma adulti over 50.
A questo punto cosa inventarsi per far sì che l’abbandono di Harry Potter sia una sua decisione? Mi sono ritornate alla mente le parole di mia madre “Chiodo scaccia chiodo”. L’idea è quella di coinvolgere laureande in scienza dell’educazione, scienze della formazione e psicologia che dalla relazione con Benedetta apprenderebbero molte più cose che dai libri di testo. Le possibilità di incontro sono molteplici: dal vero, per skype, per mail, per telefono. Le cose da raccontarsi sono tante perché l’età è la stessa e la malattia di fondo non è limitante.
Lancio perciò questa mia proposta:
A.A.A. CERCASI AMICHE PER PARLARE DI COSE DI DONNE, PER RIDERE, SCHERZARE E SPARLARE DEI MASCHI DICENDO CHE NON SE NE SALVA NEPPURE UNO!
Gabriella La Rovere